Sorregge, sfiora, riflette, illumina, uccide, pulisce, lava. Distrugge, purifica, sorprende. L'acqua, in un territorio in cui per centinaia di anni la si è cercata, infine trovata e poi coperta. Questa ricerca si propone di affrontare le problematiche legate alla valorizzazione dell'acqua e dei sistemi idrici del territorio milanese. Pur trattandosi di temi al centro di una riflessione diffusa, sia su un piano politico-urbanistico, sia su un piano artistico-progettuale, il sistema dei Navigli, immenso patrimonio per la città e i suoi dintorni, viene oggi scarsamente considerato come terreno d'intervento. Il tentativo di questo lavoro è quello di riportare l'attenzione della cittadinanza e delle istituzioni sui navigli attraverso la riscoperta dell'elemento acqua in tutta la sua dignità. Partendo da caratteristiche proprie del territorio e da spunti che esso stesso fornisce, i progetti metteranno in scena l'acqua, tramite delle grandi macchine che riflettono e catturano il paesaggio. Si tratta di poderosi meccanismi che si muovono, si surriscaldano, si sollevano, vibrano, degli spettacoli, delle messe in scena in cui gli attori sono delle macchina, come in uno spettacolo teatrale futurista. Queste macchine traggono ispirazione dalla scenografia, dalla meccanica, dalla musica, dalla cultura contadina, dall'arte, dalle macchine idrauliche e da quelle inutili. La difficoltà di definirle si deve alle sfumature che ho cercato fin dall'inizio di dare loro: di questi oggetti non deve interessare l’identità, ma l’attività. Non ci si deve chiedere cosa sono ma cosa fanno. L’aspirazione di queste macchine fiere e luccicanti è di riuscire a far parte di un sistema più grande: il ciclo dell'acqua. Ci proveranno. Forse non ce la faranno mai, ma continueranno a provare.
Silenzio ad 8 voci. Un progetto per allestire l'acqua
MASON, ALESSANDRO
2009/2010
Abstract
Sorregge, sfiora, riflette, illumina, uccide, pulisce, lava. Distrugge, purifica, sorprende. L'acqua, in un territorio in cui per centinaia di anni la si è cercata, infine trovata e poi coperta. Questa ricerca si propone di affrontare le problematiche legate alla valorizzazione dell'acqua e dei sistemi idrici del territorio milanese. Pur trattandosi di temi al centro di una riflessione diffusa, sia su un piano politico-urbanistico, sia su un piano artistico-progettuale, il sistema dei Navigli, immenso patrimonio per la città e i suoi dintorni, viene oggi scarsamente considerato come terreno d'intervento. Il tentativo di questo lavoro è quello di riportare l'attenzione della cittadinanza e delle istituzioni sui navigli attraverso la riscoperta dell'elemento acqua in tutta la sua dignità. Partendo da caratteristiche proprie del territorio e da spunti che esso stesso fornisce, i progetti metteranno in scena l'acqua, tramite delle grandi macchine che riflettono e catturano il paesaggio. Si tratta di poderosi meccanismi che si muovono, si surriscaldano, si sollevano, vibrano, degli spettacoli, delle messe in scena in cui gli attori sono delle macchina, come in uno spettacolo teatrale futurista. Queste macchine traggono ispirazione dalla scenografia, dalla meccanica, dalla musica, dalla cultura contadina, dall'arte, dalle macchine idrauliche e da quelle inutili. La difficoltà di definirle si deve alle sfumature che ho cercato fin dall'inizio di dare loro: di questi oggetti non deve interessare l’identità, ma l’attività. Non ci si deve chiedere cosa sono ma cosa fanno. L’aspirazione di queste macchine fiere e luccicanti è di riuscire a far parte di un sistema più grande: il ciclo dell'acqua. Ci proveranno. Forse non ce la faranno mai, ma continueranno a provare.File | Dimensione | Formato | |
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