Il progetto di architettura in questo luogo inizia come una necessità, trasformandosi in seguito in un’opportunità. La necessità primaria è quella di porre un limite e dare un disegno al vuoto per evitare che la marcia altrimenti inarrestabile dell’edilizia spontanea finisca con l’inglobare tutto quello che rimane dell’eredità storica e culturale del popolo che la abita; l’opportunità è quella di poter proporre una nuovo polo culturale che promuova la ricerca nel campo agrario e di completare l’intervento già avviato segnando un’ulteriore tappa della “Passeggiata Archeologica”. Il progetto è l’atto di fondazione originale, definisce un perimetro e razionalizza l’area: un muro di difesa ed una maglia che trae idealmente la sua dimensione dalla misura propria dell’organizzazione del piccolo borgo abitato. L’obiettivo del progetto diventa quindi creare un limite che non sia cesura e al contempo definire un’unità di misura per fissarne la dimensione. Il nuovo sistema, definito col progetto, favorisce l’inserimento della campagna circostante e dei suoi allineamenti; essa porta con sé la realtà della cascina tolemaica che ritorna ad essere parte integrante di un nuovo sistema. Questo sistema prende piede partendo dal presupposto fondamentale di escludere la “mummificazione” della preesistenza e di non limitarsi alla sua esposizione come mero oggetto di loisir turistico ma, al contrario, focalizza il suo sforzo progettuale al fine di conferirle un nuovo ruolo. La trama che ne deriva è però frammentaria: il progetto infatti non vuole porsi come suddita accettazione del dato di fatto e nemmeno ha la pretesa di dedurne una certezza e di sostenerla di fronte al visitatore, al contrario vuole lavorare in sinergia con essa traendone un modulo possibile e sovrascrivendovi un’ulteriore orditura pertinente e conforme, che concorre anche a definire una nuova e più complessa articolazione dei terreni agricoli.Il progetto segna l’ultima tappa della passeggiata: superato il muro dell’area militare si procede su un sentiero battuto, tra la sabbia e il mare, fino ad arrivare al nuovo bastione, un’alta torre che funge da punto di riferimento per chi va errando. Il punto d’ingresso è denunciato programmaticamente da una spaccatura verticale nella materia, una soglia, una cerniera, luogo di scambio tra due sistemi. Si accede così al percorso principale che fiancheggia la spessa cinta e che si apre visivamente in alcuni tratti offrendo scorci sui resti semi sepolti dalla duna. La struttura del muro, nel cui corpo trovano posto i servizi e la distribuzione verticale, sorregge alcuni volumi reiterati in cui sono collocate aule ed uffici. Alla quota dello scavo sono collocati i magazzini degli archeologi, al primo gli uffici ed al secondo la passeggiata. La vista si apre poi sul paesaggio agricolo dove si perde nella maglia del disegno dei campi e si ritrova grazie alle lievi emergenze dei padiglioni per le attività di laboratorio e studio agrario che proteggono gli scavi delle cisterne per la raccolta delle acque piovane.

Progetti per l'area storico-archeologica di Abukir. Il nuovo centro studi per l'agricoltura

RIPAMONTI, MARTA;BERNASCONI, EDOARDO LUIGI GIULIO
2010/2011

Abstract

Il progetto di architettura in questo luogo inizia come una necessità, trasformandosi in seguito in un’opportunità. La necessità primaria è quella di porre un limite e dare un disegno al vuoto per evitare che la marcia altrimenti inarrestabile dell’edilizia spontanea finisca con l’inglobare tutto quello che rimane dell’eredità storica e culturale del popolo che la abita; l’opportunità è quella di poter proporre una nuovo polo culturale che promuova la ricerca nel campo agrario e di completare l’intervento già avviato segnando un’ulteriore tappa della “Passeggiata Archeologica”. Il progetto è l’atto di fondazione originale, definisce un perimetro e razionalizza l’area: un muro di difesa ed una maglia che trae idealmente la sua dimensione dalla misura propria dell’organizzazione del piccolo borgo abitato. L’obiettivo del progetto diventa quindi creare un limite che non sia cesura e al contempo definire un’unità di misura per fissarne la dimensione. Il nuovo sistema, definito col progetto, favorisce l’inserimento della campagna circostante e dei suoi allineamenti; essa porta con sé la realtà della cascina tolemaica che ritorna ad essere parte integrante di un nuovo sistema. Questo sistema prende piede partendo dal presupposto fondamentale di escludere la “mummificazione” della preesistenza e di non limitarsi alla sua esposizione come mero oggetto di loisir turistico ma, al contrario, focalizza il suo sforzo progettuale al fine di conferirle un nuovo ruolo. La trama che ne deriva è però frammentaria: il progetto infatti non vuole porsi come suddita accettazione del dato di fatto e nemmeno ha la pretesa di dedurne una certezza e di sostenerla di fronte al visitatore, al contrario vuole lavorare in sinergia con essa traendone un modulo possibile e sovrascrivendovi un’ulteriore orditura pertinente e conforme, che concorre anche a definire una nuova e più complessa articolazione dei terreni agricoli.Il progetto segna l’ultima tappa della passeggiata: superato il muro dell’area militare si procede su un sentiero battuto, tra la sabbia e il mare, fino ad arrivare al nuovo bastione, un’alta torre che funge da punto di riferimento per chi va errando. Il punto d’ingresso è denunciato programmaticamente da una spaccatura verticale nella materia, una soglia, una cerniera, luogo di scambio tra due sistemi. Si accede così al percorso principale che fiancheggia la spessa cinta e che si apre visivamente in alcuni tratti offrendo scorci sui resti semi sepolti dalla duna. La struttura del muro, nel cui corpo trovano posto i servizi e la distribuzione verticale, sorregge alcuni volumi reiterati in cui sono collocate aule ed uffici. Alla quota dello scavo sono collocati i magazzini degli archeologi, al primo gli uffici ed al secondo la passeggiata. La vista si apre poi sul paesaggio agricolo dove si perde nella maglia del disegno dei campi e si ritrova grazie alle lievi emergenze dei padiglioni per le attività di laboratorio e studio agrario che proteggono gli scavi delle cisterne per la raccolta delle acque piovane.
FERRO, LUISA
ARC II - Scuola di Architettura Civile
23-apr-2012
2010/2011
Tesi di laurea Magistrale
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