The 2007 Great Recession, from Lehman Brothers filing for Chapter 11 to European sovereign debt crisis, has generated a large debate on the effects of public debt on economic growth. Besides the dominant economic theory emphasizes how debt weighs on future generations, limiting consumption, and especially private investments, in this thesis we argue that an expansionary fiscal policies financed through debt emissions contributes positively to output growth. As a matter of fact, differences in borrowing schemes between public and private agents make fiscal expansions effective, as long as government spending is large enough to counterbalance the rebound effects resulting from debt increase, namely investments drop due to the interest rate increase, and secondary deficit increase. In addition, the greater the openness to international capital flow, the more positive the contribution of public debt to output growth. These results were achieved though a Keynesian model with the asset market borrowed from Branson (1976), that allowed for the identification of the role of public debt on economic growth through the analysis of both short and long run effects. Using our model to interpret the effects of the austerity policies imposed to European countries with high debt-to-GDP ratios, we foresee a worsen recession through the aggregate demand fall. The thesis has been tested empirically using a panel of 17 HIPC countries covering the period 1991-2007. Results of OLS with fixed effects are generally robust, confirm the non-linear effect of debt on growth, and in particular the existence of a threshold, specific for each country, beyond which increasing debt levels progressively damage per capita income increase. Our findings also confirm the hypothesis that foreign investors strengthen the positive effect of sovereign debt on growth; however this last result is not significant.

La Grande Recessione iniziata nel 2007, passata attraverso la caduta di Lehman Brothers e la crisi dei debiti sovrani europei, ha generato un forte dibattito sugli effetti del debito pubblico sulla crescita di un paese. Nonostante la teoria economica dominante sottolinei come il peso del debito pubblico gravi sulle generazioni future, limitandone i consumi, ma soprattutto gli investimenti privati, in questa tesi si sostiene che una politica fiscale espansiva finanziata tramite l’emissione di titoli di debito contribuisca positivamente alla crescita della produzione e del reddito. Infatti, schemi di rifinanziamento diversi rispetto alle imprese private rendono le espansioni fiscali efficaci, fintantoché la spesa è sufficientemente grande in modo da più che compensare l’effetto collaterale derivante dall’aumento del debito, ossia l’effetto di spiazzamento degli investimenti privati dovuto all’aumento del tasso d’interesse e l’aumento del deficit secondario. Inoltre, l’effetto positivo del debito pubblico sulla crescita è tanto maggiore quanto maggiore è l’apertura del paese ai flussi di capitale internazionale. Questi risultati sono stati raggiunti attraverso un modello keynesiano con il mercato dei titoli descritto à la Branson (1976), che ci ha permesso di identificare il ruolo del debito pubblico sulla crescita economica attraverso l’analisi degli effetti di breve e di lungo termine. Interpretate secondo il modello proposto da questa tesi, le politiche di austerità oggi imposte ai paesi europei con alti rapporti di debito/PIL aggraveranno ulteriormente la recessione, deprimendo la domanda aggregata. La tesi è stata verificata empiricamente utilizzando un panel di 17 paesi ad alto reddito procapite nel periodo 1991-2007. I risultati della regressione ai minimi quadrati ordinari con effetti fissi confermano gli effetti non-lineari del debito sulla crescita, ed in particolare l’esistenza di una soglia, specifica per ogni paese, oltre la quale livelli crescenti di debito danneggiano progressivamente l’aumento del reddito pro capite. Infine, la presenza di investitori esteri contribuisce positivamente alla relazione tra debito e crescita; tuttavia, quest’ultimo risultato non è significativo.

Effects of sovereign debt on the growth of a country

RONGONE, ANDREA;SICOURI, SILVIA
2010/2011

Abstract

The 2007 Great Recession, from Lehman Brothers filing for Chapter 11 to European sovereign debt crisis, has generated a large debate on the effects of public debt on economic growth. Besides the dominant economic theory emphasizes how debt weighs on future generations, limiting consumption, and especially private investments, in this thesis we argue that an expansionary fiscal policies financed through debt emissions contributes positively to output growth. As a matter of fact, differences in borrowing schemes between public and private agents make fiscal expansions effective, as long as government spending is large enough to counterbalance the rebound effects resulting from debt increase, namely investments drop due to the interest rate increase, and secondary deficit increase. In addition, the greater the openness to international capital flow, the more positive the contribution of public debt to output growth. These results were achieved though a Keynesian model with the asset market borrowed from Branson (1976), that allowed for the identification of the role of public debt on economic growth through the analysis of both short and long run effects. Using our model to interpret the effects of the austerity policies imposed to European countries with high debt-to-GDP ratios, we foresee a worsen recession through the aggregate demand fall. The thesis has been tested empirically using a panel of 17 HIPC countries covering the period 1991-2007. Results of OLS with fixed effects are generally robust, confirm the non-linear effect of debt on growth, and in particular the existence of a threshold, specific for each country, beyond which increasing debt levels progressively damage per capita income increase. Our findings also confirm the hypothesis that foreign investors strengthen the positive effect of sovereign debt on growth; however this last result is not significant.
ZOTTERI, GIULIO
ING II - Scuola di Ingegneria dei Sistemi
24-apr-2012
2010/2011
La Grande Recessione iniziata nel 2007, passata attraverso la caduta di Lehman Brothers e la crisi dei debiti sovrani europei, ha generato un forte dibattito sugli effetti del debito pubblico sulla crescita di un paese. Nonostante la teoria economica dominante sottolinei come il peso del debito pubblico gravi sulle generazioni future, limitandone i consumi, ma soprattutto gli investimenti privati, in questa tesi si sostiene che una politica fiscale espansiva finanziata tramite l’emissione di titoli di debito contribuisca positivamente alla crescita della produzione e del reddito. Infatti, schemi di rifinanziamento diversi rispetto alle imprese private rendono le espansioni fiscali efficaci, fintantoché la spesa è sufficientemente grande in modo da più che compensare l’effetto collaterale derivante dall’aumento del debito, ossia l’effetto di spiazzamento degli investimenti privati dovuto all’aumento del tasso d’interesse e l’aumento del deficit secondario. Inoltre, l’effetto positivo del debito pubblico sulla crescita è tanto maggiore quanto maggiore è l’apertura del paese ai flussi di capitale internazionale. Questi risultati sono stati raggiunti attraverso un modello keynesiano con il mercato dei titoli descritto à la Branson (1976), che ci ha permesso di identificare il ruolo del debito pubblico sulla crescita economica attraverso l’analisi degli effetti di breve e di lungo termine. Interpretate secondo il modello proposto da questa tesi, le politiche di austerità oggi imposte ai paesi europei con alti rapporti di debito/PIL aggraveranno ulteriormente la recessione, deprimendo la domanda aggregata. La tesi è stata verificata empiricamente utilizzando un panel di 17 paesi ad alto reddito procapite nel periodo 1991-2007. I risultati della regressione ai minimi quadrati ordinari con effetti fissi confermano gli effetti non-lineari del debito sulla crescita, ed in particolare l’esistenza di una soglia, specifica per ogni paese, oltre la quale livelli crescenti di debito danneggiano progressivamente l’aumento del reddito pro capite. Infine, la presenza di investitori esteri contribuisce positivamente alla relazione tra debito e crescita; tuttavia, quest’ultimo risultato non è significativo.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/44341