L'altra Pechino.

In recent years the attention of European governments was grouped on a central theme; be able to get to the city, development and well being by involving them in environmental sustainability. Cities like Amsterdam, Freiburg, Madrid, Malaga, Genoa, Reggio Emilia, undergoing a continuous transformation, now find themselves reviewing their relationship with the earth, trying to reduce consumption even further to the ground and trying to give greater importance and especially space to install a new green urban space. For all we know up to now, the green has always been synonymous with the park. With time, however, the needs of the population have also changed because of environmental changes caused by the abuse of natural resources. So today, we are faced with a new sense of the word green, understood as the technological development of the vegetation to be attached to the architecture of our cities. Use of green that can cool the hot air in summer, to produce oxygen for us to retain vital and cancer of the cities, particulate matter and CO2. Thinking green technology as the cornerstone for the development of increasingly healthy city, has meant that in recent years have born the Green City and Smart City. For Smart City want the city where the movements are smooth, which ensure a good availability of innovative and sustainable public transport, promoting the use of vehicles with low environmental impact such as cycling. To promote environmentally sustainable development that has paradigms as the reduction of waste, the difference in their collection, their economic value, the drastic reduction of greenhouse gas emissions by restricting private traffic; rationalization of lighting public, the promotion, protection and management of urban green, urban development based on "saving soil," the reclamation of brownfield sites. It especially seeks to make people more sensitive to the responsible use of nonrenewable resources. The important step now is to use this bag in a 'expansive perspective, this experience is not limited to only a European but also global consciousness. Sensitization to one of the city with the largest GDP in recent years. Beijing, the second most populous city in China after Shanghai. Recognized as the political, cultural and scientific nation, which enjoys the status of major economic center. A city that with the passage of time has had to fight with the Soviet and European influences, but also Japanese, which has acquired a culture formed by different architectural orientations that have shaped its original form and pure appartenava the famous Qing Dynasty . During the period ranging from 2001 to 2008, Beijing has sought to achieve its modernization through the adaptation of infrastructures, functional and architectural urban international standards. All this to give an important showcase for the Olympic Games. But today is faced with another event, perhaps most important of the Olympic Games, its likely desertification. An ancient and eternal city, symbol of his country, loved by 23 million people today are faced with an enormous task, to plant 300 million trees in the region of 'Hebei, along the border with Inner Mongolia to stop the advance the Gobi desert. This event has been christened as "The Great Green Wall". The question we must now ask ourselves is: Why not to profit from this occasion, avoiding making the same mistake of the European community, by adopting a different evolutionary step seems to be that Beijing will become the new Smart, Green City of the East? Think the public spaces of the city with another consciousness, create a system that makes its mobile smart green clinging to what the city will become a sign of irreversible territory, the famous green wall. Everything is at this point in revisiting the famous "Third landscape" of Gilles Clément. A landscape interstitial, in the sense of what is neither light nor shadow: a residue is distinct from the spaces never subjected to exploitation. Ensure that protected areas of umana.Territorio become fragmented, loaded with powerful symbolic value. Refuge for natural diversity, these spaces will be a new "green". A green cell system, which welcomes its face and giving the city a new vision of development and allowing the long-awaited prosperity.

Negli ultimi anni l’attenzione dei governi europei è confluita su un tema centrale; riuscire ad ottenere per le città, sviluppo e benessere associandoli alla sostenibilità ambientale. Città come Amsterdam, Friburgo, Madrid, Malaga, Genova, Reggio Emilia, vivendo una continua trasformazione, ora si trovano a rivedere il loro rapporto con la terra, cercando di diminuire sempre più il consumo di suolo e cercando di dare maggiore importanza e soprattutto spazio ad una nuova installazione verde dello spazio urbano. Per quello che sappiamo fino ad oggi, il sinonimo di verde è sempre stato parco. Con il tempo però, le esigenze della popolazione si sono modificate anche a causa di trasformazioni ambientali dovute all’abuso delle risorse naturali. Oggi quindi, ci troviamo di fronte ad una nuova coscienza della parola verde, intesa come sviluppo tecnologico della vegetazione da unire alle architetture delle nostre città. Un utilizzo del verde capace di raffreddare l’aria calda nei periodi estivi, di produrre ossigeno per noi vitale e trattenere il tumore delle città, polveri sottili e CO2. Pensare al verde tecnologico, come la chiave di volta per lo sviluppo di città sempre più sane, ha fatto si che in questi ultimi anni siano nate le Green City e le Smart City. Per Smart City intendiamo città in cui gli spostamenti sono agevoli, che garantiscono una buona disponibilità di trasporto pubblico innovativo e sostenibile, che promuovono l’uso dei mezzi a basso impatto ecologico come la bicicletta. A livello ambientale promuovono uno sviluppo sostenibile che ha come paradigmi la riduzione dell’ammontare dei rifiuti, la differenziazione della loro raccolta, la loro valorizzazione economica; la riduzione drastica delle emissioni di gas serra tramite la limitazione del traffico privato; la razionalizzazione dell’illuminazione pubblica; la promozione, protezione e gestione del verde urbano ; lo sviluppo urbanistico basato sul “risparmio di suolo”, la bonifica delle aree dismesse. Si cerca soprattutto di rendere i cittadini più sensibili per un utilizzo responsabile delle risorse non rinnovabili. Il passo importante ora da fare è utilizzare questo bagaglio in un’ ottica espansiva, che questa esperienza non si limiti soltanto ad una coscienza europea ma mondiale. Sensibilizzazione verso una delle città con il PIL maggiore in questi anni. Pechino, la seconda città più popolosa della Cina dopo Shanghai. Riconosciuta come il centro politico, culturale e scientifico della nazione, che gode dello status di maggiore centro economico. Una città che con il passare del tempo si è trovata a dover combattere con le influenze europee e sovietiche ma anche giapponesi, che ha acquisito una cultura architettonica formata da diversi orientamenti che ne hanno plasmato la sua forma originale e pura che appartenava alla famosa dinastia Quing. Nel lasso di tempo che va dal 2001 al 2008 Pechino ha cercato di raggiungere la propria modernizzazione attraverso l’adeguamento della dotazione infrastrutturale, funzionale e architettonica agli standard urbani internazionali. Tutto questo per dare una vetrina mondiale importante per i giochi olimpici. Oggi invece si trova di fronte ad un altro avvenimento forse più importante dei giochi olimpici, la sua probabile desertificazione. Una millenaria ed eterna città, simbolo della patria, amata da 23 milioni di persone oggi si trova di fronte ad un’impresa titanica, piantare 300 milioni di alberi nella regione dell’ Hebei, lungo il confine con la Mongolia Interna per arrestare l’avanzata del deserto del Gobi. Questo evento è stato battezzato come: “La grande muraglia verde”. La domanda che ora dobbiamo porci è: Perchè non approffittare di questa occasione, evitando di fare lo stesso errore della comunità europea, adottando un passo evolutivo differente par far si che Pechino diventi la nuova Smart o Green City d’Oriente? Pensare gli spazi pubblici della città con un’altra coscienza, realizzare un sistema cellulare verde intelligente che faccia sua la città aggrappandosi a quello che diventerà un segno irreversibile sul territorio, la famosa muraglia verde. Tutto sta a questo punto nel rivisitare il famoso “terzo paesaggio” di Gilles Clément. Un paesaggio interstiziale, nel senso di ciò che non è né luce, né ombra: un residuo, distinto sia dagli spazi mai sottoposti a sfruttamento. Far si che diventino spazi protetti dell’attività umana.Territorio frammentario, caricato di forte valore simbolico. Rifugio per le diversità naturali, questi spazi costituiranno un nuovo sistema “green”. Un sistema cellulare verde, che accolga e faccia sua la città dando una nuova visione di sviluppo e concedendo il tanto atteso benessere.