Esistono delle pratiche informali, spesso incontrollate e virali, che in modalità bottom-up (dal basso) definiscono il territorio e che derivano da un rapporto diretto con i problemi e le opportunità locali. Sintesi operative risultanti da una costante e quotidiana conversazione e ascolto con chi vive realmente i luoghi! Sono piccole risposte spesso monitorate e suggerite dalla ricerca e dalla sperimentazione artistica o dalla collaborazione tra condomini o dal semplice ma urgente bisogno di ciascuno di inventarsi un’occupazione e di ‘in-vestirsi’ di un ruolo necessario(?) all’interno di un contesto sociale più ampio. Quali sono dunque queste pratiche e quali leve concorrono alla messa in scena di tali proposte realmente sostenibili e ‘digeribili’ (compatibili cioè con chi ne fruisce)? Possono il bisogno di integrazione e di aggregazione (specialmente all’interno dei grandi nuclei urbani) scatenare e muovere scenari di intelligenza condivisa e di reciproca convivenza, soluzioni fondate sul risparmio e sulla ridistribuzione delle risorse? Protagonista indiscusso di tali operazioni è il cittadino glocale, diviso tra le sue quasi infinite proiezioni e profilazioni identitarie, che ogni giorno crea e varca soglie tanto virtuali, quanto fisiche in un ping-pong altalenante di rapporti pubblici e di litigi amministrativi. Quali possono essere dunque i segnali ‘deboli’ (i pensieri e le azioni ‘laterali’ di Edward de Bono) veicolati ‘on the road & on web’, che tempestivamente ed opportunamente mappati potrebbero concorrere alla definizione di nuove soluzioni locali altamente performanti, in vista di successive dinamiche di progettazione e pianificazione comunali?
Esotismi di quartiere : (nuove?!) grammatiche identitarie per rigenerare consapevolmente il territorio net-glocale
DELLI ZOTTI, ELISA
2010/2011
Abstract
Esistono delle pratiche informali, spesso incontrollate e virali, che in modalità bottom-up (dal basso) definiscono il territorio e che derivano da un rapporto diretto con i problemi e le opportunità locali. Sintesi operative risultanti da una costante e quotidiana conversazione e ascolto con chi vive realmente i luoghi! Sono piccole risposte spesso monitorate e suggerite dalla ricerca e dalla sperimentazione artistica o dalla collaborazione tra condomini o dal semplice ma urgente bisogno di ciascuno di inventarsi un’occupazione e di ‘in-vestirsi’ di un ruolo necessario(?) all’interno di un contesto sociale più ampio. Quali sono dunque queste pratiche e quali leve concorrono alla messa in scena di tali proposte realmente sostenibili e ‘digeribili’ (compatibili cioè con chi ne fruisce)? Possono il bisogno di integrazione e di aggregazione (specialmente all’interno dei grandi nuclei urbani) scatenare e muovere scenari di intelligenza condivisa e di reciproca convivenza, soluzioni fondate sul risparmio e sulla ridistribuzione delle risorse? Protagonista indiscusso di tali operazioni è il cittadino glocale, diviso tra le sue quasi infinite proiezioni e profilazioni identitarie, che ogni giorno crea e varca soglie tanto virtuali, quanto fisiche in un ping-pong altalenante di rapporti pubblici e di litigi amministrativi. Quali possono essere dunque i segnali ‘deboli’ (i pensieri e le azioni ‘laterali’ di Edward de Bono) veicolati ‘on the road & on web’, che tempestivamente ed opportunamente mappati potrebbero concorrere alla definizione di nuove soluzioni locali altamente performanti, in vista di successive dinamiche di progettazione e pianificazione comunali?File | Dimensione | Formato | |
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