ABITARE (con) LE COSE studia i nostri rapporti con il mondo degli oggetti, sia nella loro materialità sia nel loro legame emozionale con chi li possiede, fino a rispondere alla domanda: quali oggetti fanno casa? Una triade ricorrente - abitante/oggetto/casa - sarà la traccia di quest’analisi che, se da una parte è concentrata nel cogliere le metamorfosi dello spazio domestico, dall’altra ha come obiettivo quello di comprendere quali legami gli oggetti intrattengono, nei diversi periodi della storia, con questo luogo. Attraverso il filo conduttore della storia del privato, è evidente come la ricerca d’intimità è stata il motore di tutte quelle trasformazioni che hanno segnato l’evolversi della casa tra il XIV e il XIX secolo: da spazio disgregato, dove personale e abitanti risiedono confusamente senza distinzione con la vita di strada, diventa spazio organizzato attorno al nucleo della famiglia e contrapposto sempre di più alla società esterna, per poi ritornare ad aprirsi nel XX secolo fino a mondi virtuali. Allo stesso modo gli oggetti – dei quali i più rappresentativi sono riassunti in schede alla fine di ogni capitolo – che nel medioevo non erano personali ma comuni, si fanno sempre più legati a un possesso intimo ed esclusivo. Il Novecento – trattato più ampiamente per la sua complessità – si può definire come il secolo delle cose: l’accelerazione industriale e la crescente mercificazione hanno concorso alla produzione di ogni tipo di oggetto, tanto da fargli acquisire un potere tale da definire la produzione, le azioni domestiche, la società e infine i rapporti tra le persone e tra le cose stesse. Da ‘strumenti per’ svolgere ogni attività gli oggetti si sono, quindi, trasformati nel corso dei secoli – e soprattutto con l’avvento della tecnologia – a elementi indispensabili per la nostra vita, e nonostante questa vada avanti sempre più velocemente, oggi sono riemersi dal medioevo il senso della promiscuità d’uso e della perdita del pudore privato, un nuovo valore della materia e della natura, un bisogno di relazione e condivisione promosso da una forte componente tecnologica che collega in rete ogni aspetto, in quello che può definirsi un nuovo medioevo tecnologico.
Abitare (con) le cose
DI ROCCO, ROSARIA
2010/2011
Abstract
ABITARE (con) LE COSE studia i nostri rapporti con il mondo degli oggetti, sia nella loro materialità sia nel loro legame emozionale con chi li possiede, fino a rispondere alla domanda: quali oggetti fanno casa? Una triade ricorrente - abitante/oggetto/casa - sarà la traccia di quest’analisi che, se da una parte è concentrata nel cogliere le metamorfosi dello spazio domestico, dall’altra ha come obiettivo quello di comprendere quali legami gli oggetti intrattengono, nei diversi periodi della storia, con questo luogo. Attraverso il filo conduttore della storia del privato, è evidente come la ricerca d’intimità è stata il motore di tutte quelle trasformazioni che hanno segnato l’evolversi della casa tra il XIV e il XIX secolo: da spazio disgregato, dove personale e abitanti risiedono confusamente senza distinzione con la vita di strada, diventa spazio organizzato attorno al nucleo della famiglia e contrapposto sempre di più alla società esterna, per poi ritornare ad aprirsi nel XX secolo fino a mondi virtuali. Allo stesso modo gli oggetti – dei quali i più rappresentativi sono riassunti in schede alla fine di ogni capitolo – che nel medioevo non erano personali ma comuni, si fanno sempre più legati a un possesso intimo ed esclusivo. Il Novecento – trattato più ampiamente per la sua complessità – si può definire come il secolo delle cose: l’accelerazione industriale e la crescente mercificazione hanno concorso alla produzione di ogni tipo di oggetto, tanto da fargli acquisire un potere tale da definire la produzione, le azioni domestiche, la società e infine i rapporti tra le persone e tra le cose stesse. Da ‘strumenti per’ svolgere ogni attività gli oggetti si sono, quindi, trasformati nel corso dei secoli – e soprattutto con l’avvento della tecnologia – a elementi indispensabili per la nostra vita, e nonostante questa vada avanti sempre più velocemente, oggi sono riemersi dal medioevo il senso della promiscuità d’uso e della perdita del pudore privato, un nuovo valore della materia e della natura, un bisogno di relazione e condivisione promosso da una forte componente tecnologica che collega in rete ogni aspetto, in quello che può definirsi un nuovo medioevo tecnologico.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/45303