Muovendo dall’analisi dell’impianto urbanistico – architettonico del quartiere che verrà a formarsi, l’idea è quella di sovrapporre a questo un nuovo layer, coincidente con la planimetria del vasto complesso industriale per lungo tempo insediatosi sull’area in questione e recentemente demolito dopo un lungo periodo di abbandono e degrado. Il principale obiettivo di questa azione di sovrapposizione è il tentativo di riproporre la precedente dimensione industriale del luogo, auspicandone un recupero dell’identità e della storicità socialmente intese. Piuttosto che adottare un approccio analitico o documentario si è deciso di stimolare l’interpretazione di alcuni segni presenti sul suolo pedonale dello spazio pubblico, ma soprattutto si è tentato di enfatizzare la presenza della Cattedrale, unico edificio dell’ex insediamento industriale risparmiato dalla demolizione. Da qui la scelta d’esaltare l’attuale stato di rovina dell’edificio, mantenendone inalterata la capacità espressivo-comunicativa e trattandolo come strumento per la memoria. Si è tentato di non estraniarlo dai flussi della collettività, volendolo anzi rendere un attrattore sociale data la centralità della nuova collocazione cui sarà destinato. Uno spazio non riconducibile ad un interno ne’ ad un esterno, per il quale è stata proposta una struttura dal forte impatto visivo, capace di reinterpretare il suggestivo intreccio di travi in legno presenti un tempo, ma allo stesso tempo in grado di offrire la possibilità di allestire esposizioni ed eventi temporanei attraverso l’impiego di un sistema componibile di partizioni e componenti appositamente studiato. Parallelamente l’attenzione è stata rivolta al grande parco previsto dal masterplan avente per oggetto l’area in questione. Dal progetto si evince come la presenza di questa grande area verde risulti impercettibile dal centro del nuovo quartiere: si è quindi tentato di far fluire il parco all’interno dello spazio pubblico, facendo assorbire anche ai volumi architettonici previsti la dimensione ambientale circostante. La dimensione vegetale sarà progressivamente più tangibile grazie ad un’azione di de-paving fortemente collegata da un punto di vista morfologico alla riproposizione della planimetria del vecchio complesso industriale sul suolo pubblico.

Spazio pubblico e rovina industriale. La suggestione della memoria per il recupero dell'identità

SAGRIPANTI, STEFANO
2010/2011

Abstract

Muovendo dall’analisi dell’impianto urbanistico – architettonico del quartiere che verrà a formarsi, l’idea è quella di sovrapporre a questo un nuovo layer, coincidente con la planimetria del vasto complesso industriale per lungo tempo insediatosi sull’area in questione e recentemente demolito dopo un lungo periodo di abbandono e degrado. Il principale obiettivo di questa azione di sovrapposizione è il tentativo di riproporre la precedente dimensione industriale del luogo, auspicandone un recupero dell’identità e della storicità socialmente intese. Piuttosto che adottare un approccio analitico o documentario si è deciso di stimolare l’interpretazione di alcuni segni presenti sul suolo pedonale dello spazio pubblico, ma soprattutto si è tentato di enfatizzare la presenza della Cattedrale, unico edificio dell’ex insediamento industriale risparmiato dalla demolizione. Da qui la scelta d’esaltare l’attuale stato di rovina dell’edificio, mantenendone inalterata la capacità espressivo-comunicativa e trattandolo come strumento per la memoria. Si è tentato di non estraniarlo dai flussi della collettività, volendolo anzi rendere un attrattore sociale data la centralità della nuova collocazione cui sarà destinato. Uno spazio non riconducibile ad un interno ne’ ad un esterno, per il quale è stata proposta una struttura dal forte impatto visivo, capace di reinterpretare il suggestivo intreccio di travi in legno presenti un tempo, ma allo stesso tempo in grado di offrire la possibilità di allestire esposizioni ed eventi temporanei attraverso l’impiego di un sistema componibile di partizioni e componenti appositamente studiato. Parallelamente l’attenzione è stata rivolta al grande parco previsto dal masterplan avente per oggetto l’area in questione. Dal progetto si evince come la presenza di questa grande area verde risulti impercettibile dal centro del nuovo quartiere: si è quindi tentato di far fluire il parco all’interno dello spazio pubblico, facendo assorbire anche ai volumi architettonici previsti la dimensione ambientale circostante. La dimensione vegetale sarà progressivamente più tangibile grazie ad un’azione di de-paving fortemente collegata da un punto di vista morfologico alla riproposizione della planimetria del vecchio complesso industriale sul suolo pubblico.
FASSI, DAVIDE
ARC III - Scuola del Design
24-apr-2012
2010/2011
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/45861