Identificazione del cambio di bitrate attraverso modelli di stima della qualità in modalità no reference

L’utilizzo di reti IP per la trasmissione di contenuti multimediali è ormai una realtà consolidata. Solitamente le reti utilizzate forniscono un servizio best effort, le quali non garantiscono la necessaria sicurezza e affidabilità per quel che riguarda la ricezione dei contenuti inviati. In questi casi, infatti, l’utente e il fornitore dei servizi potrebbero essere interessati a stipulare un contratto di tipo SLA (service level agreement) che fissi la qualità del video percepita a lato utente. Tuttavia, esistono diverse tecniche e metodologie in grado di monitorare la qualità di un video, e questa valutazione può essere eseguita sia dal lato encoder (trasmettitore), sia dal lato decoder (ricevitore). Solitamente i contenuti multimediali sono compressi da un encoder prima dell’invio al decoder che attua la ricostruzione, e successivamente essi possono contenere due tipi differenti di distorsione, di quantizzazione e di canale. Questo lavoro si concentra sulla distorsione di quantizzazione, con l’obiettivo di studiare in che modo le metriche di qualità no-reference (video e audio) possano essere utili per individuare un cambio di bitrate. Nella analisi empirica sono state testate alcune metriche presenti in letteratura, e si è utilizzato come come strumento per l’individuazione del cambio di qualità un detector basato sull’approccio Bayesian Information Criterion. Inoltre, per la parte video è stata proposta una metrica di qualità (denominata NBM, ovvero No-reference Blocking and Bluriness Metric), sulla quale il detector ha prestazioni buone almeno quanto le migliori metriche testate. Tuttavia, il fatto che la metrica proposta prenda in considerazione le relazioni tra le variazioni ai confini del blocco, permette di avere un buon compromesso di prestazioni tra il caso in cui le sequenze sono codificate con il filtro di deblocking attivato o meno.