Paesaggio montano e complessità : strumenti per un ecomuseo in Alta Val Pusteria

Per affrontare un intervento sul paesaggio è necessario possedere dei prerequisiti finalizzati a comprenderlo e poter così pianificarne le trasformazioni nel pieno rispetto delle sue qualità e caratteristiche. Paesaggio è relazione, dunque complessità: una complessità che si manifesta nelle sue componenti percettive, geomorfologiche, normative e operative. Il paesaggio montano, in particolare, accentua ed enfatizza questi elementi distintivi: le eccellenze naturalistiche, dal punto di vista sia estetico che scientifico, le aspre conformazioni morfologiche del territorio unitamente a peculiari condizioni climatiche, la convivenza di una forte e precisa identità culturale con modelli urbani e turistici completamente differenti, rendono la realtà montana il paesaggio della complessità per eccellenza. Il modello di sviluppo altoatesino ha saputo affermarsi con successo, costituendo un vero e proprio riferimento per l’intero arco alpino e non solo. La simultanea salvaguardia e valorizzazione del territorio, dell’ambiente e del paesaggio rappresentano le priorità per una realtà che, rifiutando modelli di segregazione e isolamento, ha saputo sapientemente coniugare tradizione e innovazione. I paesaggi dolomitici possiedono un ulteriore carattere di complessità: sono stati, ormai quasi un secolo fa, paesaggi di guerra. Numerosi paesaggi d’alta quota, spesso dimenticati e abbandonati, possiedono ancora importanti testimonianze della tragica Grande Guerra: sebbene negli ultimi anni si siano succeduti importanti e virtuosi episodi per il ripristino e la riqualificazione di fortificazioni, gallerie, camminamenti e trincee, queste operazioni risultano molto spesso episodiche e discontinue. La formazione di una rete ecomuseale, un network che restituisca unità e coerenza alle centinaia di testimonianze sparse per i territori dolomitici, rappresenta un’importante opportunità da compiere attraverso un attento processo di progettazione culturale.