Il nostro lavoro nasce con l’intenzione di valorizzare la storia e la cultura ebraica in Italia, attraverso un museo che rappresenti non solo un luogo di memoria, ma anche di confronto e di scambio tra idee e identità culturali diverse. Il museo deve essere un luogo di riflessione, dove la storia degli ebrei e quella italiana si incontrano, si scontrano e arrivano infine a una convivenza pacifica fondata sulla comunicazione. Il territorio interessato è la città di Ferrara, che testimonia, anche attraverso il disegno urbano, una netta traccia della presenza secolare della comunità ebraica, in particolare l’area dell’ex carcere di via Piangipane, a sud-ovest della città, nell’area inglobata nella cinta muraria verso la Darsena. La scelta di questo sito è significativa perché da luogo di segregazione e isolamento diventa un riferimento culturale, di aggregazione e di conoscenza. Il progetto nasce dal concorso per la progettazione del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah. Il tema è stato sviluppato con l’intenzione di creare molteplici occasioni di incontro e confronto fra diverse culture, quella ebraica e quella di ogni visitatore. Per questo il nostro progetto si fonda sull’unione di molteplici spazi funzionali, tutti legati tra loro ma anche funzionanti singolarmente, che accolgano le persone, dandogli la possibilità di reinterpretarlo. Il museo si compone di due piani di esposizione permanente, legata alla storia e alla tradizione ebraica, e di un piano per mostre temporanee. All’interno del complesso museale sono presenti un centro culturale e mediatico, laboratori didattici, un museo dei bambini, una caffetteria e un ristorante kasher e un auditorium. L’assetto esterno del progetto è caratterizzato dalla centralità del rapporto tra storia e contemporaneo, mantenendo il carcere maschile e il perimetro esterno del carcere femminile e facendo si che la parte nuova vada a cingere l’esistente. Il principio alla base del nostro progetto è la linearità, che si ritrova sia nelle scelte progettuali generali che nell’allestimento, che segue una linea che accompagna il visitatore lungo un percorso che può essere storico, culturale o didattico.

Conoscenza e progetto : il Meis. Museo nazionale dell'ebraismo italiano e della shoah

ORISIO, SILVIA;CERIANI, ALESSANDRA
2010/2011

Abstract

Il nostro lavoro nasce con l’intenzione di valorizzare la storia e la cultura ebraica in Italia, attraverso un museo che rappresenti non solo un luogo di memoria, ma anche di confronto e di scambio tra idee e identità culturali diverse. Il museo deve essere un luogo di riflessione, dove la storia degli ebrei e quella italiana si incontrano, si scontrano e arrivano infine a una convivenza pacifica fondata sulla comunicazione. Il territorio interessato è la città di Ferrara, che testimonia, anche attraverso il disegno urbano, una netta traccia della presenza secolare della comunità ebraica, in particolare l’area dell’ex carcere di via Piangipane, a sud-ovest della città, nell’area inglobata nella cinta muraria verso la Darsena. La scelta di questo sito è significativa perché da luogo di segregazione e isolamento diventa un riferimento culturale, di aggregazione e di conoscenza. Il progetto nasce dal concorso per la progettazione del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah. Il tema è stato sviluppato con l’intenzione di creare molteplici occasioni di incontro e confronto fra diverse culture, quella ebraica e quella di ogni visitatore. Per questo il nostro progetto si fonda sull’unione di molteplici spazi funzionali, tutti legati tra loro ma anche funzionanti singolarmente, che accolgano le persone, dandogli la possibilità di reinterpretarlo. Il museo si compone di due piani di esposizione permanente, legata alla storia e alla tradizione ebraica, e di un piano per mostre temporanee. All’interno del complesso museale sono presenti un centro culturale e mediatico, laboratori didattici, un museo dei bambini, una caffetteria e un ristorante kasher e un auditorium. L’assetto esterno del progetto è caratterizzato dalla centralità del rapporto tra storia e contemporaneo, mantenendo il carcere maschile e il perimetro esterno del carcere femminile e facendo si che la parte nuova vada a cingere l’esistente. Il principio alla base del nostro progetto è la linearità, che si ritrova sia nelle scelte progettuali generali che nell’allestimento, che segue una linea che accompagna il visitatore lungo un percorso che può essere storico, culturale o didattico.
ROVELLINI, FEDERICA
ARC I - Scuola di Architettura e Società
24-apr-2012
2010/2011
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/46821