La tesi parte dallo studio dello spazio inteso come tutto quello che ci circonda. Lo spazio che viviamo e che si costruisce nell’istante in cui elementi di una determinata natura entrano, forse inconsapevolmente o forse come risultato di una sconosciuta e sapiente ricerca, in stretta relazione. Ogni elemento possiede proprietà che si presentano in differenti forme a seconda dell’elemento con cui si trovano ad interagire o semplicemente per una loro intrinseca reazione. E’ evidente come nel secolo della cultura materiale e visuale più sfrenata, l‘essere umano riesca a identificare per lo più elementi percepiti tramite organi di senso quali tatto e vista. Elementi visibili palpabili di una certa materialità in un’ era governata dalla virtualità più totalizzante. Ma cosa succede quando l’elemento in questione non è così facilmente identificabile? Cosa succede quando si mettono in campo altri sensi come l’udito e l’olfatto? Si può arrivare a definire come materiale un elemento che è inodore incolore e che ha una composizione quasi invisibile all’occhio umano? Si può definire l’aria un materiale? L’aria composta da una serie di gas multiformi prende posto nello spazio che non risulta occupato da nessun altro materiale. Apparentemente una stanza formata da quattro mura risulterebbe vuota e priva di qualsiasi contenuto, paradossalmente contiene invece un elemento indispensabile alla sopravvivenza degli esseri umani o delle specie animali che vivono sulla terra. Al contrario, lo stesso spazio potrebbe essere letale per le specie che vivono sott’acqua. Arrivati qui sorge spontanea l’analogia acqua/aria che permette un approfondimento sul valore dell’aria. Non è forse vero che anch’essa ha un peso se pur minore? una pressione? una quantità di ossigeno che viene filtrata dagli esseri che la abitano? Ma che aria si respira nella città del ventunesimo secolo? L’industrializzazione, la continua crescita del mercato automobilistico, l’interminabile produzione di rifiuti di qualsiasi tipo derivanti dall’ormai irreversibile rotta che l’uomo moderno ha intrapreso la cui unica e sola vittima è la terra e l’ aria che la circonda. Aria il cui effetto che può avere sulla salute risulta difficile da comprendere quando questa è composta da particelle nocive invisibili data la loro microscopicità. Innumerevoli sono stati i tentativi di approccio con l’aria da parte dell’uomo. Tutto cominciò dalla voglia di percorrerla ed esplorarla poi cercarne il controllo nel soddisfacimento del comfort umano nell’ originalità e nella qualità di alcune produzione e ricerche artistiche, arrivando addirittura al controllo chimico-climatico a chilometri dalla superficie terrestre. Approfondire il tema dell‘aria ha portato allo studio di una città come Lisbona che soffre, come altre città del mondo, del fenomeno denominato “Isola di Calore” che consiste in un microclima situato nel centro città la cui temperatura risulta più alta rispetto alla temperatura registrata nelle zone periferiche circostanti a causa della geometria dell’edificato, dei materiali utilizzati e delle emissioni degli autoveicoli. Negli ultimi dieci anni i numerosi studi sul clima di Lisbona e sulla climatologia urbana hanno portato alla conclusione che sarebbe necessario promuovere condizioni di ventilazione adeguate a mitigare l’isola di calore urbana per un miglioramento della qualità dell’aria, del comfort climatico e quindi della salute. Attualmente gli unici documenti stilati riguardano orientamenti climatici utili alla pianificazione urbana nella città di Lisbona. Ma qual’è la posizione rispetto alle odierne e difficili condizioni in cui versa il centro città della capitale portoghese? Quali relazioni si instaurerebbero se si avviassero interventi sul paesaggio costruito atti a migliorare la qualità dell’aria delle persone che la vivono ogni giorno? Partendo dall‘esplorazione dell’aria e dei suoi scambi Passando per la consapevolezza e lo studio di un fenomeno che toglie respiro alla città Il progetto intende visualizzare spazi ed esperienze che migliorino la qualità dell’aria e la vivibilità dello spazio pubblico attraverso il progetto di una mediateca una piazza e un’infrastruttura.

Air-scape. Una mediateca e due interventi sull'aria di Lisbona

PERLETTI, ANDREA
2010/2011

Abstract

La tesi parte dallo studio dello spazio inteso come tutto quello che ci circonda. Lo spazio che viviamo e che si costruisce nell’istante in cui elementi di una determinata natura entrano, forse inconsapevolmente o forse come risultato di una sconosciuta e sapiente ricerca, in stretta relazione. Ogni elemento possiede proprietà che si presentano in differenti forme a seconda dell’elemento con cui si trovano ad interagire o semplicemente per una loro intrinseca reazione. E’ evidente come nel secolo della cultura materiale e visuale più sfrenata, l‘essere umano riesca a identificare per lo più elementi percepiti tramite organi di senso quali tatto e vista. Elementi visibili palpabili di una certa materialità in un’ era governata dalla virtualità più totalizzante. Ma cosa succede quando l’elemento in questione non è così facilmente identificabile? Cosa succede quando si mettono in campo altri sensi come l’udito e l’olfatto? Si può arrivare a definire come materiale un elemento che è inodore incolore e che ha una composizione quasi invisibile all’occhio umano? Si può definire l’aria un materiale? L’aria composta da una serie di gas multiformi prende posto nello spazio che non risulta occupato da nessun altro materiale. Apparentemente una stanza formata da quattro mura risulterebbe vuota e priva di qualsiasi contenuto, paradossalmente contiene invece un elemento indispensabile alla sopravvivenza degli esseri umani o delle specie animali che vivono sulla terra. Al contrario, lo stesso spazio potrebbe essere letale per le specie che vivono sott’acqua. Arrivati qui sorge spontanea l’analogia acqua/aria che permette un approfondimento sul valore dell’aria. Non è forse vero che anch’essa ha un peso se pur minore? una pressione? una quantità di ossigeno che viene filtrata dagli esseri che la abitano? Ma che aria si respira nella città del ventunesimo secolo? L’industrializzazione, la continua crescita del mercato automobilistico, l’interminabile produzione di rifiuti di qualsiasi tipo derivanti dall’ormai irreversibile rotta che l’uomo moderno ha intrapreso la cui unica e sola vittima è la terra e l’ aria che la circonda. Aria il cui effetto che può avere sulla salute risulta difficile da comprendere quando questa è composta da particelle nocive invisibili data la loro microscopicità. Innumerevoli sono stati i tentativi di approccio con l’aria da parte dell’uomo. Tutto cominciò dalla voglia di percorrerla ed esplorarla poi cercarne il controllo nel soddisfacimento del comfort umano nell’ originalità e nella qualità di alcune produzione e ricerche artistiche, arrivando addirittura al controllo chimico-climatico a chilometri dalla superficie terrestre. Approfondire il tema dell‘aria ha portato allo studio di una città come Lisbona che soffre, come altre città del mondo, del fenomeno denominato “Isola di Calore” che consiste in un microclima situato nel centro città la cui temperatura risulta più alta rispetto alla temperatura registrata nelle zone periferiche circostanti a causa della geometria dell’edificato, dei materiali utilizzati e delle emissioni degli autoveicoli. Negli ultimi dieci anni i numerosi studi sul clima di Lisbona e sulla climatologia urbana hanno portato alla conclusione che sarebbe necessario promuovere condizioni di ventilazione adeguate a mitigare l’isola di calore urbana per un miglioramento della qualità dell’aria, del comfort climatico e quindi della salute. Attualmente gli unici documenti stilati riguardano orientamenti climatici utili alla pianificazione urbana nella città di Lisbona. Ma qual’è la posizione rispetto alle odierne e difficili condizioni in cui versa il centro città della capitale portoghese? Quali relazioni si instaurerebbero se si avviassero interventi sul paesaggio costruito atti a migliorare la qualità dell’aria delle persone che la vivono ogni giorno? Partendo dall‘esplorazione dell’aria e dei suoi scambi Passando per la consapevolezza e lo studio di un fenomeno che toglie respiro alla città Il progetto intende visualizzare spazi ed esperienze che migliorino la qualità dell’aria e la vivibilità dello spazio pubblico attraverso il progetto di una mediateca una piazza e un’infrastruttura.
ARC I - Scuola di Architettura e Società
24-apr-2012
2010/2011
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/48261