Nel Comune di Valeggio sul Mincio, in provincia di Verona, si trovano tre grandi aree collinari ad uso militare: monte Bianco, monte Mamaor, monte Vento; di queste la prima è ancora attiva, le altre due sono oramai dismesse da una decina di anni. In occasione della stesura del nuovo strumento urbanistico comunale PAT (Piano di Assetto del Territorio) si è sviluppato un acceso dibattito circa la nuova destinazione d’uso soprattutto del monte Mamaor che ha portato fondamentalmente alla definizione di due posizioni contrastanti: l’una auspica la mera salvaguardia naturalistica; l’altra non esclude la possibilità di interventi anche invasivi e impattanti, ovviamente legati ad interessi economici di immediato riscontro. La tesi si è inserita in questo dibattito e ne ha tratto spunti, cercando di elaborare un’altra possibile soluzione. È stato quindi necessario effettuare uno studio approfondito alla duplice scala, territoriale e locale, per conoscere l’area ed individuarne potenzialità e criticità. Oltre a queste analisi, anche il confronto con le più recenti teorizzazioni relative al concetto di “parco” ha costituito un valido supporto nella elaborazione della proposta di un parco territoriale attrezzato, da me denominato Mamanatur, e della sua organizzazione logistica e strutturale, tale da renderlo non solo un luogo di tutela naturalistica, ma anche un’importante risorsa economica e di sviluppo capace di indurre ricadute positive sul territorio circostante e, a scala maggiore, di inserirsi in una concezione “reticolare” e non solo naturale in senso stretto. La struttura generale del parco prevede spazi per utenze diversificate e con un bacino di afferenza anche sovra regionale. In rapporti di dipendenza e compensazione si articolano all’interno del parco diverse sub aree: l’area destinata all’ingresso-accoglienza, l’area della fattoria didattica, l’area dell’arte natura, l’area di riserva integrale, l’area dei laboratori d’arte e dei mestieri ed infine l’area destinata ad accogliere un museo dei bambini. La sinergia di questo micro mondo si orienta verso un concetto di economia sostenibile, capace di sopravvivere indipendentemente da agenti esterni di supporto promuovendo il giusto equilibrio tra la creazione di nuovi posti di lavoro, la valorizzazione di mestieri e attività all’interno del parco ed il flusso di visitatori. Si è scelto poi di approfondire in particolare il progetto architettonico dell’area destinata ad ospitare il museo dei bambini. Partendo dalla raccolta e rielaborazione di informazioni ed esperienze dirette sul mondo dei children’s museum, il progetto si delinea in una struttura che dialoga in modo diretto e non invasivo con il verde che lo circonda e in cui il bambino possa acquisire conoscenze sul mondo naturale sperimentando.

Il parco Mamanatur e il museo dei bambini

CERAVOLO, LISA
2010/2011

Abstract

Nel Comune di Valeggio sul Mincio, in provincia di Verona, si trovano tre grandi aree collinari ad uso militare: monte Bianco, monte Mamaor, monte Vento; di queste la prima è ancora attiva, le altre due sono oramai dismesse da una decina di anni. In occasione della stesura del nuovo strumento urbanistico comunale PAT (Piano di Assetto del Territorio) si è sviluppato un acceso dibattito circa la nuova destinazione d’uso soprattutto del monte Mamaor che ha portato fondamentalmente alla definizione di due posizioni contrastanti: l’una auspica la mera salvaguardia naturalistica; l’altra non esclude la possibilità di interventi anche invasivi e impattanti, ovviamente legati ad interessi economici di immediato riscontro. La tesi si è inserita in questo dibattito e ne ha tratto spunti, cercando di elaborare un’altra possibile soluzione. È stato quindi necessario effettuare uno studio approfondito alla duplice scala, territoriale e locale, per conoscere l’area ed individuarne potenzialità e criticità. Oltre a queste analisi, anche il confronto con le più recenti teorizzazioni relative al concetto di “parco” ha costituito un valido supporto nella elaborazione della proposta di un parco territoriale attrezzato, da me denominato Mamanatur, e della sua organizzazione logistica e strutturale, tale da renderlo non solo un luogo di tutela naturalistica, ma anche un’importante risorsa economica e di sviluppo capace di indurre ricadute positive sul territorio circostante e, a scala maggiore, di inserirsi in una concezione “reticolare” e non solo naturale in senso stretto. La struttura generale del parco prevede spazi per utenze diversificate e con un bacino di afferenza anche sovra regionale. In rapporti di dipendenza e compensazione si articolano all’interno del parco diverse sub aree: l’area destinata all’ingresso-accoglienza, l’area della fattoria didattica, l’area dell’arte natura, l’area di riserva integrale, l’area dei laboratori d’arte e dei mestieri ed infine l’area destinata ad accogliere un museo dei bambini. La sinergia di questo micro mondo si orienta verso un concetto di economia sostenibile, capace di sopravvivere indipendentemente da agenti esterni di supporto promuovendo il giusto equilibrio tra la creazione di nuovi posti di lavoro, la valorizzazione di mestieri e attività all’interno del parco ed il flusso di visitatori. Si è scelto poi di approfondire in particolare il progetto architettonico dell’area destinata ad ospitare il museo dei bambini. Partendo dalla raccolta e rielaborazione di informazioni ed esperienze dirette sul mondo dei children’s museum, il progetto si delinea in una struttura che dialoga in modo diretto e non invasivo con il verde che lo circonda e in cui il bambino possa acquisire conoscenze sul mondo naturale sperimentando.
ARC I - Scuola di Architettura e Società
23-apr-2012
2010/2011
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/51047