Storicamente una camera nella quale il particolato aeroportato viene mantenuto al di sotto di limiti specificati viene definita con il termine camera bianca. Le origini sono da attribuire alle prime industrie di microelettronica, ed in particolare per la lavorazione dei semiconduttori, che, avendo sempre più bisogno di incrementare sia l'efficienza di produzione che la qualità dei prodotti per far fronte alla grande richiesta dei mercati in continua espansione, hanno spinto lo sviluppo delle camere bianche. Ed è proprio per questa industria che, negli U.S.A., furono realizzati i primi ambienti a contaminazione controllata e fu scritto il primo standard relativo al controllo ed alla classificazione della pulizia dell'aria in funzione delle polveri aeroportate (F.S. 209). Nei decenni successivi la tecnologia si è diffusa in molti altri settori industriali, quali quello farmaceutico, alimentare, ospedaliero, ottico, elettronico, elettrico, biotecnologico, chimico, nonché nei musei per la protezione delle opere d'arte approdando anche nel vecchio continente e portando agli inizi del XXI secolo all'emanazione di norme europee sulla falsariga di quelle americane. Il Politecnico di Milano, nello stesso periodo, stava ampliando i propri spazi, costruendo la nuova sede del Dipartimento di Energia, ed essendo consapevole del continuo espandersi del settore del controllo della contaminazione e l'esigenza del mercato di maggiori conoscenze nel campo delle camere bianche si attivò e si decise di progettare e realizzare una camera bianca con l'obbiettivo principale di creare un laboratorio multidisciplinare che potesse supportare sia la ricerca accademica che gli interessi industriali, non solo nel controllo della contaminazione, ma anche per testare i componenti dei sistemi di ventilazione. Il progetto prende luce a metà 2011 e la whitebox dell'air lab del PoliMi è pronta, ma per diventare definitivamente operativa necessita di essere collaudata e classificata secondo la norma UNI EN ISO 14644, ed è questo, unito ad una prima analisi termofluidodinamica computazionale, utile a creare i presupposti ai futuri lavori nel campo della generazione, dispersione e rimozione dei contaminanti basati sulle teconologie CFD, l'obiettivo della nostra tesi di laurea specialistica.
Whitebox research facility : collaudo, misure di qualifica e analisi CFD
MAURI, FABIO;PEZZOLI, CESARE
2010/2011
Abstract
Storicamente una camera nella quale il particolato aeroportato viene mantenuto al di sotto di limiti specificati viene definita con il termine camera bianca. Le origini sono da attribuire alle prime industrie di microelettronica, ed in particolare per la lavorazione dei semiconduttori, che, avendo sempre più bisogno di incrementare sia l'efficienza di produzione che la qualità dei prodotti per far fronte alla grande richiesta dei mercati in continua espansione, hanno spinto lo sviluppo delle camere bianche. Ed è proprio per questa industria che, negli U.S.A., furono realizzati i primi ambienti a contaminazione controllata e fu scritto il primo standard relativo al controllo ed alla classificazione della pulizia dell'aria in funzione delle polveri aeroportate (F.S. 209). Nei decenni successivi la tecnologia si è diffusa in molti altri settori industriali, quali quello farmaceutico, alimentare, ospedaliero, ottico, elettronico, elettrico, biotecnologico, chimico, nonché nei musei per la protezione delle opere d'arte approdando anche nel vecchio continente e portando agli inizi del XXI secolo all'emanazione di norme europee sulla falsariga di quelle americane. Il Politecnico di Milano, nello stesso periodo, stava ampliando i propri spazi, costruendo la nuova sede del Dipartimento di Energia, ed essendo consapevole del continuo espandersi del settore del controllo della contaminazione e l'esigenza del mercato di maggiori conoscenze nel campo delle camere bianche si attivò e si decise di progettare e realizzare una camera bianca con l'obbiettivo principale di creare un laboratorio multidisciplinare che potesse supportare sia la ricerca accademica che gli interessi industriali, non solo nel controllo della contaminazione, ma anche per testare i componenti dei sistemi di ventilazione. Il progetto prende luce a metà 2011 e la whitebox dell'air lab del PoliMi è pronta, ma per diventare definitivamente operativa necessita di essere collaudata e classificata secondo la norma UNI EN ISO 14644, ed è questo, unito ad una prima analisi termofluidodinamica computazionale, utile a creare i presupposti ai futuri lavori nel campo della generazione, dispersione e rimozione dei contaminanti basati sulle teconologie CFD, l'obiettivo della nostra tesi di laurea specialistica.File | Dimensione | Formato | |
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