Il principale obiettivo del presente elaborato di Tesi è quello di analizzare come il cambiamento della normativa, avvenuto tramite l’introduzione del Decreto legislativo 28 del 3 Marzo 2011, conosciuto anche col nome Decreto Rinnovabili, vada ad impattare sul settore delle biomasse in Italia. Per iniziare è stata presentata una rassegna delle principali fonti di energia rinnovabili, mostrando le relative applicazioni nella produzione di energia, ad oggi disponibili sul mercato e ponendo particolare attenzione alle biomasse, argomento principale dell’elaborato. Sono state prese in considerazione energia solare, energia eolica, energia geotermica, energia idroelettrica ed energia del mare. Sono stati quindi presi in considerazione i principali strumenti di incentivazione alla produzione di energia da fonti rinnovabili ed è stato condotto un confronto al fine di sottolineare pregi e difetti di ogni possibile soluzione. Sono inoltre stati presentati i principali criteri di classificazione degli incentivi proposti in letteratura. Dopo aver illustrato la situazione attuale del mercato italiano delle biomasse, la normativa attualmente vigente e gli strumenti di incentivazione di cui oggi dispongono gli impianti italiani, abbiamo riportato dei casi reali di impianti a biomasse realizzati negli ultimi anni in Italia, in particolare una caldaia a pellet utilizzata in un’azienda agricola, un impianto a biomassa solida con annessa rete di teleriscaldamento, un impianto a biogas installato presso un allevamento bovino ed infine un impianto a olio vegetale puro di girasole. Si sono poi analizzati la normativa vigente ed il mercato delle biomasse in quattro delle principali Nazioni europee: Francia, Germania, Spagna e Regno Unito. Per ogni singolo paese è stata presentata l’evoluzione storica che ha avuto la normativa in materia di rinnovabili, sono stati descritti nel dettaglio le modalità di incentivazione ed il valore degli incentivi alla produzione di energia da biomasse e laddove i dati erano disponibili si sono fornite informazioni sulla filiera produttiva nei diversi comparti. L’analisi è stata condotta per i seguenti comparti: biomasse solide, biogas e rifiuti solidi urbani. Nel caso fosse presente, ad esempio in Gran Bretagna, si è mostrato anche il sistema di incentivazione alla produzione di calore da fonti rinnovabili. A questo punto, il lavoro è proseguito fornendo un’analisi approfondita del Decreto Rinnovabili e delle principali novità che esso porta con sé: il Burden Sharing, i nuovi strumenti di incentivazione (aste al ribasso e tariffe feed-in) che vanno a sostituire il meccanismo dei Certificati Verdi e quello delle tariffe omnicomprensive, il sostegno alla produzione di energia termica da fonti rinnovabili, il sostegno alla produzione di biometano ed infine la modifica della definizione di biocarburanti. Attraverso lo studio del Decreto Burden Sharing, che introduce obiettivi obbligatori a livello regionale in materia di consumi da fonti rinnovabili, con orizzonte all’anno 2020, è stato possibile valutare quali regioni dovranno compiere uno sforzo maggiore al fine di raggiungere gli obiettivi prefissati. Non vi è alcun dubbio sul fatto che per molte regioni, soprattutto quelle più arretrate dal punto di vista della produzione energetica da rinnovabili, il Decreto Burden Sharing possa rappresentare uno stimolo notevole allo sviluppo del mercato delle rinnovabili, in particolare del settore delle biomasse. Contestualmente, utilizzando il censimento del potenziale delle biomasse redatto dall’ENEA, si è valutato in che modo il potenziale disponibile di biomasse in ogni singola regione possa essere utilizzato per colmare il gap esistente tra la produzione attuale da fonti rinnovabili e gli obiettivi imposti dal Burden Sharing. Si è tenuto conto del potenziale di biomasse agroforestali (paglie, vinaccia, sanse, legna, potature e gusci di frutta) e del potenziale di biogas (da allevamento, scarti di macellazione e frazione organica dei rifiuti solidi urbani). I risultati dell’analisi condotta ci hanno permesso di individuare quali regioni, utilizzando il potenziale a loro disposizione, potranno più facilmente colmare questo gap, investendo nel settore delle biomasse. Il dato aggregato a livello da questo punto di vista è piuttosto confortante: l’Italia, sfruttando solamente il potenziale di biomasse a sua disposizione potrebbe facilmente colmare circa il 50% del gap relativo alla produzione elettrica prevista all’anno 2020, e circa il 10% della produzione termica (il dato non tiene conto del possibile recupero di calore in impianti a produzione elettrica attraverso sistemi di cogenerazione, dunque potrebbe essere sensibilmente maggiore). Successivamente abbiamo spostato l’attenzione sul nuovo sistema di incentivazione. Le principali novità in questo senso sono rappresentate dal meccanismo delle aste al ribasso che interessano gli impianti di grossa taglia e dai nuovi incentivi previsti per gli impianti di piccola-media taglia. L’obiettivo è stato quello di valutare come questi nuovi sistemi di incentivazione impattino sugli investimenti nel settore delle biomasse. Per far ciò, sono stati elaborati dei business plan per le diverse categorie di impianti a biomassa (impianti a biogas, centrali a biomassa solida con rete di teleriscaldamento, centrali termoelettriche e impianti a olio vegetale) e si sono calcolati i rendimenti degli investimenti nel caso degli incentivi ancora oggi in vigore e nel caso dei nuovi incentivi introdotti da Decreto Rinnovabili. Per ogni tipologia di impianto presa in considerazione, si è valutato anche in che modo il prezzo ed il mix delle materie prime vadano ad incidere sul rendimento dell’investimento. Questo ha permesso di formulare ipotesi sul futuro del settore delle biomasse in Italia, sottolineando opportunità e criticità che la nuova normativa porta con sé. Va sottolineato come ad oggi la maggior parte dei decreti attuativi previsti dal Decreto legislativo numero 28, del 3 Marzo 2011, non siano stati ancora pubblicati. Questo, per ciò che riguarda lo studio qui presentato, ha comportato la necessità di formulare alcune ipotesi in merito al valore degli incentivi che verranno applicati alla produzione di energia da rinnovabili ed in merito alle modalità con cui essi verranno quantificati. Si fa riferimento principalmente alle modalità con cui verranno organizzate le aste al ribasso, di cui si conoscono purtroppo pochi particolari. Per gli operatori del settore, la lentezza con la quale gli organi pubblici stanno provvedendo a redigere i differenti decreti attuativi, rappresenta una fonte di incertezza notevole, la cui conseguenza principale potrebbe essere un blocco degli investimenti nel settore delle energie rinnovabili, che porterebbe cancellare tutti i progressi che si sono registrati negli ultimi anni.

Analisi economica e potenziale di mercato degli investimenti nel settore delle biomasse in Italia

DE ANGELI, SEAN
2011/2012

Abstract

Il principale obiettivo del presente elaborato di Tesi è quello di analizzare come il cambiamento della normativa, avvenuto tramite l’introduzione del Decreto legislativo 28 del 3 Marzo 2011, conosciuto anche col nome Decreto Rinnovabili, vada ad impattare sul settore delle biomasse in Italia. Per iniziare è stata presentata una rassegna delle principali fonti di energia rinnovabili, mostrando le relative applicazioni nella produzione di energia, ad oggi disponibili sul mercato e ponendo particolare attenzione alle biomasse, argomento principale dell’elaborato. Sono state prese in considerazione energia solare, energia eolica, energia geotermica, energia idroelettrica ed energia del mare. Sono stati quindi presi in considerazione i principali strumenti di incentivazione alla produzione di energia da fonti rinnovabili ed è stato condotto un confronto al fine di sottolineare pregi e difetti di ogni possibile soluzione. Sono inoltre stati presentati i principali criteri di classificazione degli incentivi proposti in letteratura. Dopo aver illustrato la situazione attuale del mercato italiano delle biomasse, la normativa attualmente vigente e gli strumenti di incentivazione di cui oggi dispongono gli impianti italiani, abbiamo riportato dei casi reali di impianti a biomasse realizzati negli ultimi anni in Italia, in particolare una caldaia a pellet utilizzata in un’azienda agricola, un impianto a biomassa solida con annessa rete di teleriscaldamento, un impianto a biogas installato presso un allevamento bovino ed infine un impianto a olio vegetale puro di girasole. Si sono poi analizzati la normativa vigente ed il mercato delle biomasse in quattro delle principali Nazioni europee: Francia, Germania, Spagna e Regno Unito. Per ogni singolo paese è stata presentata l’evoluzione storica che ha avuto la normativa in materia di rinnovabili, sono stati descritti nel dettaglio le modalità di incentivazione ed il valore degli incentivi alla produzione di energia da biomasse e laddove i dati erano disponibili si sono fornite informazioni sulla filiera produttiva nei diversi comparti. L’analisi è stata condotta per i seguenti comparti: biomasse solide, biogas e rifiuti solidi urbani. Nel caso fosse presente, ad esempio in Gran Bretagna, si è mostrato anche il sistema di incentivazione alla produzione di calore da fonti rinnovabili. A questo punto, il lavoro è proseguito fornendo un’analisi approfondita del Decreto Rinnovabili e delle principali novità che esso porta con sé: il Burden Sharing, i nuovi strumenti di incentivazione (aste al ribasso e tariffe feed-in) che vanno a sostituire il meccanismo dei Certificati Verdi e quello delle tariffe omnicomprensive, il sostegno alla produzione di energia termica da fonti rinnovabili, il sostegno alla produzione di biometano ed infine la modifica della definizione di biocarburanti. Attraverso lo studio del Decreto Burden Sharing, che introduce obiettivi obbligatori a livello regionale in materia di consumi da fonti rinnovabili, con orizzonte all’anno 2020, è stato possibile valutare quali regioni dovranno compiere uno sforzo maggiore al fine di raggiungere gli obiettivi prefissati. Non vi è alcun dubbio sul fatto che per molte regioni, soprattutto quelle più arretrate dal punto di vista della produzione energetica da rinnovabili, il Decreto Burden Sharing possa rappresentare uno stimolo notevole allo sviluppo del mercato delle rinnovabili, in particolare del settore delle biomasse. Contestualmente, utilizzando il censimento del potenziale delle biomasse redatto dall’ENEA, si è valutato in che modo il potenziale disponibile di biomasse in ogni singola regione possa essere utilizzato per colmare il gap esistente tra la produzione attuale da fonti rinnovabili e gli obiettivi imposti dal Burden Sharing. Si è tenuto conto del potenziale di biomasse agroforestali (paglie, vinaccia, sanse, legna, potature e gusci di frutta) e del potenziale di biogas (da allevamento, scarti di macellazione e frazione organica dei rifiuti solidi urbani). I risultati dell’analisi condotta ci hanno permesso di individuare quali regioni, utilizzando il potenziale a loro disposizione, potranno più facilmente colmare questo gap, investendo nel settore delle biomasse. Il dato aggregato a livello da questo punto di vista è piuttosto confortante: l’Italia, sfruttando solamente il potenziale di biomasse a sua disposizione potrebbe facilmente colmare circa il 50% del gap relativo alla produzione elettrica prevista all’anno 2020, e circa il 10% della produzione termica (il dato non tiene conto del possibile recupero di calore in impianti a produzione elettrica attraverso sistemi di cogenerazione, dunque potrebbe essere sensibilmente maggiore). Successivamente abbiamo spostato l’attenzione sul nuovo sistema di incentivazione. Le principali novità in questo senso sono rappresentate dal meccanismo delle aste al ribasso che interessano gli impianti di grossa taglia e dai nuovi incentivi previsti per gli impianti di piccola-media taglia. L’obiettivo è stato quello di valutare come questi nuovi sistemi di incentivazione impattino sugli investimenti nel settore delle biomasse. Per far ciò, sono stati elaborati dei business plan per le diverse categorie di impianti a biomassa (impianti a biogas, centrali a biomassa solida con rete di teleriscaldamento, centrali termoelettriche e impianti a olio vegetale) e si sono calcolati i rendimenti degli investimenti nel caso degli incentivi ancora oggi in vigore e nel caso dei nuovi incentivi introdotti da Decreto Rinnovabili. Per ogni tipologia di impianto presa in considerazione, si è valutato anche in che modo il prezzo ed il mix delle materie prime vadano ad incidere sul rendimento dell’investimento. Questo ha permesso di formulare ipotesi sul futuro del settore delle biomasse in Italia, sottolineando opportunità e criticità che la nuova normativa porta con sé. Va sottolineato come ad oggi la maggior parte dei decreti attuativi previsti dal Decreto legislativo numero 28, del 3 Marzo 2011, non siano stati ancora pubblicati. Questo, per ciò che riguarda lo studio qui presentato, ha comportato la necessità di formulare alcune ipotesi in merito al valore degli incentivi che verranno applicati alla produzione di energia da rinnovabili ed in merito alle modalità con cui essi verranno quantificati. Si fa riferimento principalmente alle modalità con cui verranno organizzate le aste al ribasso, di cui si conoscono purtroppo pochi particolari. Per gli operatori del settore, la lentezza con la quale gli organi pubblici stanno provvedendo a redigere i differenti decreti attuativi, rappresenta una fonte di incertezza notevole, la cui conseguenza principale potrebbe essere un blocco degli investimenti nel settore delle energie rinnovabili, che porterebbe cancellare tutti i progressi che si sono registrati negli ultimi anni.
ING II - Scuola di Ingegneria dei Sistemi
24-apr-2012
2011/2012
Tesi di laurea Magistrale
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