La limonaia di Reamòl si incastona sulla sponda bresciana del Lago di Garda, al confine tra Limone e Riva del Garda. E’ il segno lasciato dalle mani di uomini e donne che vi hanno lavorato e vissuto per quasi due secoli coltivando, tra i suoi terrazzamenti, alberi di limoni e cedri. Sull’agrumicoltura si fondava tutta l’economia gardesana andata decadendo nel secondo dopoguerra, il fascino che suscitano le sue pietre e i suoi giardini invece non è mai trascorso. Da questa dicotomia nasce il mio progetto, che si inserisce nella limonaia senza alterarne le caratteristiche di accessibilità e la presenza del verde. Si tratta di piccoli alloggi, la cui dimensione è dettata dal modulo generato dalla maglia dei pilastri presenti, il progetto si sviluppa attorno ad un asse collocato nel terrazzamento centrale, da questo hanno origine due “rami” di alloggi che salgono verso le cole superiori. Questi episodi trovano unità nella modularità a cui sono assoggettati e nel richiamo alla vegetazione che allo stesso tempo li separa e collega. I caselli originari non sono stati inclusi nella progettazione in quanto strettamente legati ad una funzione agricola andata ormai perduta. Alcuni alloggi sono disposti su due terrazzamenti, in modo da godere di una zona con affaccio sul lago e di una, spesso ribassata rispetto al livello originario del terreno, protetta dai due muri di terrazzamento. La scelta di modificare la quota del terreno è dettata dall’intenzione di portare fuori la struttura in pietra sulla quale sono impostate le 7 cole di Reamòl. In facciata si alternano vetrate, che corrono per tutta l’altezza del prospetto, e tamponamenti, questo disegno deriva dalla riprogettazione dei fronti delle serre che occupavano il giardino nei mesi invernali. Una sequenza regolare di listelli in legno riveste i prospetti su tutti i lati, filtrando la luce naturale e citando la sequenza di pilastri in pietra, in alcuni casi prosegue oltre la facciata per ritagliare una porzione di giardino più privata. Come nei caselli una delle pareti delle abitazioni, quella di fondo, corrisponde al muro di pietra che sostiene il terrazzamento sovrastante.
Progetto per residenze in una limonaia. Vivere a piedi scalzi
MONDINI, MARINA
2010/2011
Abstract
La limonaia di Reamòl si incastona sulla sponda bresciana del Lago di Garda, al confine tra Limone e Riva del Garda. E’ il segno lasciato dalle mani di uomini e donne che vi hanno lavorato e vissuto per quasi due secoli coltivando, tra i suoi terrazzamenti, alberi di limoni e cedri. Sull’agrumicoltura si fondava tutta l’economia gardesana andata decadendo nel secondo dopoguerra, il fascino che suscitano le sue pietre e i suoi giardini invece non è mai trascorso. Da questa dicotomia nasce il mio progetto, che si inserisce nella limonaia senza alterarne le caratteristiche di accessibilità e la presenza del verde. Si tratta di piccoli alloggi, la cui dimensione è dettata dal modulo generato dalla maglia dei pilastri presenti, il progetto si sviluppa attorno ad un asse collocato nel terrazzamento centrale, da questo hanno origine due “rami” di alloggi che salgono verso le cole superiori. Questi episodi trovano unità nella modularità a cui sono assoggettati e nel richiamo alla vegetazione che allo stesso tempo li separa e collega. I caselli originari non sono stati inclusi nella progettazione in quanto strettamente legati ad una funzione agricola andata ormai perduta. Alcuni alloggi sono disposti su due terrazzamenti, in modo da godere di una zona con affaccio sul lago e di una, spesso ribassata rispetto al livello originario del terreno, protetta dai due muri di terrazzamento. La scelta di modificare la quota del terreno è dettata dall’intenzione di portare fuori la struttura in pietra sulla quale sono impostate le 7 cole di Reamòl. In facciata si alternano vetrate, che corrono per tutta l’altezza del prospetto, e tamponamenti, questo disegno deriva dalla riprogettazione dei fronti delle serre che occupavano il giardino nei mesi invernali. Una sequenza regolare di listelli in legno riveste i prospetti su tutti i lati, filtrando la luce naturale e citando la sequenza di pilastri in pietra, in alcuni casi prosegue oltre la facciata per ritagliare una porzione di giardino più privata. Come nei caselli una delle pareti delle abitazioni, quella di fondo, corrisponde al muro di pietra che sostiene il terrazzamento sovrastante.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/52841