Questo elaborato nasce con la volontà di proporre un analisi storica e rappresentativa concentrata su uno degli architetti italiani più importanti ed influenti della seconda metà del ventesimo secolo: Luigi Caccia Dominioni, volendo indagare il professionista e non l’uomo, cercando di comprendere il suo linguaggio con umiltà ed interesse. Tale lavoro è stato sviluppato grazie alla nostra passione per la ricerca di un tipo di architettura vera, non sofisticata (intendento per sofisticazione una alterazione della genuinità architettonica), capace di essere autentica, carica di stile e allo stesso tempo moderna. Caccia Dominioni è uno dei masters italiani, che come altri suoi colleghi ha contribuito allo sviluppo del progetto in tutte le sue accezzioni, dalla piccola alla grande scala, dagli oggetti di uso domestico agli spazi dell’abitare. La frase di Walter Gropius “dal cucchiaio alla città”, definisce il campo di applicazione dell’architetto. Per il fondatore del Bauhaus era importante saper progettare in tutte le scale si diceva : “dal cucchiaio alla città” perchè solo facendo così si avrebbe avuto coscienza delle proprie creazioni... Prendendo atto di questa illustre citazione ci siamo mossi per la stesura del nostro lavoro, trovando sia ispirazione che spunto, quindi utilizzando la citazione di Gropius a favore di una descrizione o di un sunto del nostro lavoro, riscrivendola, ponendo come punto di partenza il macro, ovvero la città. L’idea infatti alla base è stata quella di voler analizzare un architetto, la sua produzione, il suo linguaggio, il suo stile, per poi arrivare ad anlizzare il singolo dettaglio di un edificio in particolare. Tale idea è stata resa possibile non solo grazie alla collaborazione dei docenti che ci hanno seguito durante questo percorso, ma soprattutto grazie all’opportunità di accedere ai ponteggi durante l’opera di restauro conservativo dell’edificio in via Santa Maria alla Porta a Milano. Avendo quindi la possibilità di vedere un edificio dell’architetto da una distanza tale da poter capire a fondo tutte quelle attenzioni progettuali che costituiscono un grande progetto.
Luigi Caccia Dominioni. Dal macro al micro
NEMETH, RICCARDO;MORANDI, MATTIA
2010/2011
Abstract
Questo elaborato nasce con la volontà di proporre un analisi storica e rappresentativa concentrata su uno degli architetti italiani più importanti ed influenti della seconda metà del ventesimo secolo: Luigi Caccia Dominioni, volendo indagare il professionista e non l’uomo, cercando di comprendere il suo linguaggio con umiltà ed interesse. Tale lavoro è stato sviluppato grazie alla nostra passione per la ricerca di un tipo di architettura vera, non sofisticata (intendento per sofisticazione una alterazione della genuinità architettonica), capace di essere autentica, carica di stile e allo stesso tempo moderna. Caccia Dominioni è uno dei masters italiani, che come altri suoi colleghi ha contribuito allo sviluppo del progetto in tutte le sue accezzioni, dalla piccola alla grande scala, dagli oggetti di uso domestico agli spazi dell’abitare. La frase di Walter Gropius “dal cucchiaio alla città”, definisce il campo di applicazione dell’architetto. Per il fondatore del Bauhaus era importante saper progettare in tutte le scale si diceva : “dal cucchiaio alla città” perchè solo facendo così si avrebbe avuto coscienza delle proprie creazioni... Prendendo atto di questa illustre citazione ci siamo mossi per la stesura del nostro lavoro, trovando sia ispirazione che spunto, quindi utilizzando la citazione di Gropius a favore di una descrizione o di un sunto del nostro lavoro, riscrivendola, ponendo come punto di partenza il macro, ovvero la città. L’idea infatti alla base è stata quella di voler analizzare un architetto, la sua produzione, il suo linguaggio, il suo stile, per poi arrivare ad anlizzare il singolo dettaglio di un edificio in particolare. Tale idea è stata resa possibile non solo grazie alla collaborazione dei docenti che ci hanno seguito durante questo percorso, ma soprattutto grazie all’opportunità di accedere ai ponteggi durante l’opera di restauro conservativo dell’edificio in via Santa Maria alla Porta a Milano. Avendo quindi la possibilità di vedere un edificio dell’architetto da una distanza tale da poter capire a fondo tutte quelle attenzioni progettuali che costituiscono un grande progetto.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/53801