Fashion and disability. The purpose of this study is to frame an analysis of the concept of stigma supported by insights garnered from several disciplines, including history, anthropology and sociology. The aim of the analysis presented is to chart a temporal course of the effects of physical impairment on the significance of bodily images, engendered via a dialectical relation between what is considered different, dissimilar, then moves away from the norm and what is assumed a priori as normal. Stigma is an outward sign, is the most visible attribute because dissonant from the standard, as the striped clothes in the medieval world that differ from the plain color, viewed as a mirror of the idea of diversity, of the varietas that represent in the same time the deception, the madness and the infirmity. The texture assumes an ideological and social connotation strengthening/enforcing the segregation allowed by the clothes, the mark that stresses the subversion of the social order in the same way in which the uniform embodies the discipline. The purpose of the study is to track down the exclusion made by apparel products and retail stores, examining the literature review from the early researches to more recent studies on the, so called, clothes for independent living or clothing for people with special needs. Although previous research has provided some guidance to understand how the physical limitations impact the three main clothing factor (design, material performance and dressing) the study extends research by focusing on an underserved market segment and providing the apparel industry with a potential method of addressing the needs of the market. The study contribute to create a tool to assist the fashion designer choosing the fabric, exploring the superficial treatments and new technologies to provide an improved understanding of the challenges faced in the development of apparel product for people with physical disabilities.

Questa tesi si interroga cosa significhi progettare per le persone affette da deficit motori nel campo del tessile e dell’abbigliamento, se ancora oggi quest’ultimo sia percepito come un ostacolo alle attività quotidiane. L’indagine affronta in modo particolare la funzione dell’abito come espressione sinergica di segni e sensi e l’importanza che esso riveste nella costruzione dell’identità delle persone disabili. Passo fondamentale per capire le dinamiche di relazione fra la perona disabile e quella che comunemente viene chiamata normodotata, è stato quello di tracciare un percorso diacronico sul concetto di stigma, scaturito dal confronto fra ciò che viene considerato diverso, difforme, che quindi si allontana dalla regola e ciò che viene assunto aprioristicamente come normale ed esplorato mediante diverse discipline: antropologia, sociologia, storia delle arti e del progetto . Stigma è un segno esteriore, è l’attributo più visibile perché dissonante dalla norma, come gli abiti rigati dai colori vivaci, combattuti dalla società ecclesiastica, che nella loro policromia trasmettono una diversitas. La rigatura assume una connotazione ideologica e sociale attuando una segregazione mediante l’abbigliamento, imponendo un segno visivo indicante uno scarto, rappresenta il marchio per eccellenza che sottolinea la trasgressione all’ordine sociale. Se “[…] un abito può ingabbiare il corpo, condannandolo ai lavori forzati della rappresentazione di un ruolo, una carica, una gerarchia […] il vestito (può) diventare per il corpo un apparato regolatore, sancendo un sistema chiuso di corrispondenze tra l’apparenza esteriore e l’ordine sociale” , nel corso della trattazione verrà presentato quel tipo di abbigliamento definito for people with special needs, perché modellato sui bisogni delle persone con deficit motori e per questo considerato stigmatizzante. Dapprima visto come strumento riabilitativo e di inclusione sociale poi, si discuteranno le differenti funzioni che sono state ad esso attribuite e affrontati i metodi che ne hanno guidato le scelte di progettazione, leggendone gli sviluppi nel contesto dei cambiamenti sociali avvenuti negli ultimi decenni del secolo scorso, dai movimenti per lotta ai diritti delle minoranze all’abbattimento delle barriere architettoniche. Prendendo spunto dalla progettazione per l’utenza ampliata, dall’universal design e dal design for all, particolare attenzione viene posta agli aspetti progettuali inerenti l’accessibilità del prodotto attraverso l’identificazione degli elementi che rappresentano delle barriere all’usabilità, all’acquisto e alla soddisfazione dell’utente.

Disabilità e moda. La diversità come valore aggiunto

MININNO, PAOLA
2010/2011

Abstract

Fashion and disability. The purpose of this study is to frame an analysis of the concept of stigma supported by insights garnered from several disciplines, including history, anthropology and sociology. The aim of the analysis presented is to chart a temporal course of the effects of physical impairment on the significance of bodily images, engendered via a dialectical relation between what is considered different, dissimilar, then moves away from the norm and what is assumed a priori as normal. Stigma is an outward sign, is the most visible attribute because dissonant from the standard, as the striped clothes in the medieval world that differ from the plain color, viewed as a mirror of the idea of diversity, of the varietas that represent in the same time the deception, the madness and the infirmity. The texture assumes an ideological and social connotation strengthening/enforcing the segregation allowed by the clothes, the mark that stresses the subversion of the social order in the same way in which the uniform embodies the discipline. The purpose of the study is to track down the exclusion made by apparel products and retail stores, examining the literature review from the early researches to more recent studies on the, so called, clothes for independent living or clothing for people with special needs. Although previous research has provided some guidance to understand how the physical limitations impact the three main clothing factor (design, material performance and dressing) the study extends research by focusing on an underserved market segment and providing the apparel industry with a potential method of addressing the needs of the market. The study contribute to create a tool to assist the fashion designer choosing the fabric, exploring the superficial treatments and new technologies to provide an improved understanding of the challenges faced in the development of apparel product for people with physical disabilities.
ARC III - Scuola del Design
24-apr-2012
2010/2011
Questa tesi si interroga cosa significhi progettare per le persone affette da deficit motori nel campo del tessile e dell’abbigliamento, se ancora oggi quest’ultimo sia percepito come un ostacolo alle attività quotidiane. L’indagine affronta in modo particolare la funzione dell’abito come espressione sinergica di segni e sensi e l’importanza che esso riveste nella costruzione dell’identità delle persone disabili. Passo fondamentale per capire le dinamiche di relazione fra la perona disabile e quella che comunemente viene chiamata normodotata, è stato quello di tracciare un percorso diacronico sul concetto di stigma, scaturito dal confronto fra ciò che viene considerato diverso, difforme, che quindi si allontana dalla regola e ciò che viene assunto aprioristicamente come normale ed esplorato mediante diverse discipline: antropologia, sociologia, storia delle arti e del progetto . Stigma è un segno esteriore, è l’attributo più visibile perché dissonante dalla norma, come gli abiti rigati dai colori vivaci, combattuti dalla società ecclesiastica, che nella loro policromia trasmettono una diversitas. La rigatura assume una connotazione ideologica e sociale attuando una segregazione mediante l’abbigliamento, imponendo un segno visivo indicante uno scarto, rappresenta il marchio per eccellenza che sottolinea la trasgressione all’ordine sociale. Se “[…] un abito può ingabbiare il corpo, condannandolo ai lavori forzati della rappresentazione di un ruolo, una carica, una gerarchia […] il vestito (può) diventare per il corpo un apparato regolatore, sancendo un sistema chiuso di corrispondenze tra l’apparenza esteriore e l’ordine sociale” , nel corso della trattazione verrà presentato quel tipo di abbigliamento definito for people with special needs, perché modellato sui bisogni delle persone con deficit motori e per questo considerato stigmatizzante. Dapprima visto come strumento riabilitativo e di inclusione sociale poi, si discuteranno le differenti funzioni che sono state ad esso attribuite e affrontati i metodi che ne hanno guidato le scelte di progettazione, leggendone gli sviluppi nel contesto dei cambiamenti sociali avvenuti negli ultimi decenni del secolo scorso, dai movimenti per lotta ai diritti delle minoranze all’abbattimento delle barriere architettoniche. Prendendo spunto dalla progettazione per l’utenza ampliata, dall’universal design e dal design for all, particolare attenzione viene posta agli aspetti progettuali inerenti l’accessibilità del prodotto attraverso l’identificazione degli elementi che rappresentano delle barriere all’usabilità, all’acquisto e alla soddisfazione dell’utente.
Tesi di laurea Magistrale
File allegati
File Dimensione Formato  
2012_04_ Mininno.pdf

non accessibile

Descrizione: Testo della tesi
Dimensione 7.7 MB
Formato Adobe PDF
7.7 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri

I documenti in POLITesi sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/54541