Ormai sostituita dal personal computer, la macchina da scrivere è stata per un secolo lo strumento che ha permesso la produzione di testi, lettere e pubblicazioni a bassa tiratura. Obiettivo della tesi è indagare, da un punto di vista tipografico, le forme dei caratteri che hanno identificato i documenti realizzati con questo strumento, e che, nati da un’esigenza tecnica molto specifica, hanno generato uno stile peculiare. La prima parte della tesi è dedicata all’evoluzione storica della macchina da scrivere: partendo da quelle che furono le intenzioni dei precursori, volte a proporre una “scrittura meccanica” alternativa alla calligrafia, l’analisi si sviluppa attraverso la descrizione dei numerosi modelli che si sono contesi il primato della sua invenzione e che, sperimentando diverse soluzioni, hanno preparato la base per le prime macchine prodotte in serie e commercializzate. La seconda parte è consacrata all’indagine del particolare metodo di stampa e delle diverse soluzioni tecniche che si sono affermate. Successivamente, per comprendere le origini del più diffuso modello dattilografico, si analizza il panorama tipografico di fine Ottocento. Prendendo come fonte di riferimento un manuale interno dell’”Ufficio Progetti Macchine per Scrivere Olivetti” del 1969, vengono presentate le specifiche progettuali del carattere vero e proprio e la descrizione del processo produttivo delle matrici. L’ultima sezione presenta, infine, un campionario dell’inattesa varietà di stili e alcuni esempi tipografici che simulano la macchina da scrivere.
Il carattere dattilografico
GIACOMIN, NICOLO
2010/2011
Abstract
Ormai sostituita dal personal computer, la macchina da scrivere è stata per un secolo lo strumento che ha permesso la produzione di testi, lettere e pubblicazioni a bassa tiratura. Obiettivo della tesi è indagare, da un punto di vista tipografico, le forme dei caratteri che hanno identificato i documenti realizzati con questo strumento, e che, nati da un’esigenza tecnica molto specifica, hanno generato uno stile peculiare. La prima parte della tesi è dedicata all’evoluzione storica della macchina da scrivere: partendo da quelle che furono le intenzioni dei precursori, volte a proporre una “scrittura meccanica” alternativa alla calligrafia, l’analisi si sviluppa attraverso la descrizione dei numerosi modelli che si sono contesi il primato della sua invenzione e che, sperimentando diverse soluzioni, hanno preparato la base per le prime macchine prodotte in serie e commercializzate. La seconda parte è consacrata all’indagine del particolare metodo di stampa e delle diverse soluzioni tecniche che si sono affermate. Successivamente, per comprendere le origini del più diffuso modello dattilografico, si analizza il panorama tipografico di fine Ottocento. Prendendo come fonte di riferimento un manuale interno dell’”Ufficio Progetti Macchine per Scrivere Olivetti” del 1969, vengono presentate le specifiche progettuali del carattere vero e proprio e la descrizione del processo produttivo delle matrici. L’ultima sezione presenta, infine, un campionario dell’inattesa varietà di stili e alcuni esempi tipografici che simulano la macchina da scrivere.File | Dimensione | Formato | |
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