Il fenomeno della “mobilità esplorativa” [Morace, 2008], esprime l’esigenza giovanile di cercare nuovi contesti per la costituzione e l’espressione della propria identità, all’interno di esperienze di condivisione. La città postmoderna è il contesto privilegiato per questo tipo di esperienza: essa è il luogo dove il giovane è in grado di recepire una molteplicità di stimoli, provenienti dalle diverse comunità e culture che in essa coabitano. Il contesto descritto permette di sollevare alcune problematiche: _la città è in grado di accogliere l’esigenza di espressione del giovane? _come possono coesistere all’interno di essa espressioni culturali differenti? _in che modo il design interviene come mediatore per agevolare questo processo e come “formalizzatore” di spazi e servizi? In quest’ottica, il programma Erasmus rappresenta una possibile risposta all’ esigenza di creare una “cultura globale”: attraverso l’esperienza diretta della diversità culturale e territoriale, il programma si propone di avvicinare giovani provenienti dai vari localismi europei, stimolando il confronto e la valorizzazione delle differenze ma soprattutto incoraggiando il crearsi del senso di appartenenza alla comunità Europea. Tuttavia “prossimità fisica” non significa necessariamente “culturale”: l’interazione tra località e globalità dev’essere supportata da una progettazione specifica; un esempio è costituito da Rhyzom, network collaborativo che sfrutta il web per presentare la varietà di espressioni di produzione locale, connettendole tra loro per tematiche e supportandole nella loro diffusione nel villaggio globale. La ricerca mette a fuoco questi temi, indicando scenari in cui si evidenzi il passaggio da multiculturalità a interculturalità. Il progetto esprime, in termini spaziali, la necessità di favorire relazioni virtuose tra le diverse declinazioni culturali. Rifunzionalizzando un episodio urbano dismesso, si propone come filtro tra il locale e il globale, uno spazio dove sia presente un nuovo paradigma di comunità, un’ esperienza di “ospitalità condivisa”, caratterizzata da aree dedicate al singolo residente, aree di condivisione della quotidianità e aree aperte alla cittadinanza locale.

Dogana cross culturale. Un progetto per gli ex magazzini generali a Bergamo : spazi abitativi. Un progetto per gli ex magazzini generali a Bergamo : spazi di dialogo e collettività

PANZA, MARCELLO;MANDELLI, ALICE
2011/2012

Abstract

Il fenomeno della “mobilità esplorativa” [Morace, 2008], esprime l’esigenza giovanile di cercare nuovi contesti per la costituzione e l’espressione della propria identità, all’interno di esperienze di condivisione. La città postmoderna è il contesto privilegiato per questo tipo di esperienza: essa è il luogo dove il giovane è in grado di recepire una molteplicità di stimoli, provenienti dalle diverse comunità e culture che in essa coabitano. Il contesto descritto permette di sollevare alcune problematiche: _la città è in grado di accogliere l’esigenza di espressione del giovane? _come possono coesistere all’interno di essa espressioni culturali differenti? _in che modo il design interviene come mediatore per agevolare questo processo e come “formalizzatore” di spazi e servizi? In quest’ottica, il programma Erasmus rappresenta una possibile risposta all’ esigenza di creare una “cultura globale”: attraverso l’esperienza diretta della diversità culturale e territoriale, il programma si propone di avvicinare giovani provenienti dai vari localismi europei, stimolando il confronto e la valorizzazione delle differenze ma soprattutto incoraggiando il crearsi del senso di appartenenza alla comunità Europea. Tuttavia “prossimità fisica” non significa necessariamente “culturale”: l’interazione tra località e globalità dev’essere supportata da una progettazione specifica; un esempio è costituito da Rhyzom, network collaborativo che sfrutta il web per presentare la varietà di espressioni di produzione locale, connettendole tra loro per tematiche e supportandole nella loro diffusione nel villaggio globale. La ricerca mette a fuoco questi temi, indicando scenari in cui si evidenzi il passaggio da multiculturalità a interculturalità. Il progetto esprime, in termini spaziali, la necessità di favorire relazioni virtuose tra le diverse declinazioni culturali. Rifunzionalizzando un episodio urbano dismesso, si propone come filtro tra il locale e il globale, uno spazio dove sia presente un nuovo paradigma di comunità, un’ esperienza di “ospitalità condivisa”, caratterizzata da aree dedicate al singolo residente, aree di condivisione della quotidianità e aree aperte alla cittadinanza locale.
ARC III - Scuola del Design
24-apr-2012
2011/2012
Tesi di laurea Magistrale
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