Il progetto di architettura, nel confrontarsi con la realtà esistente, fatta di stratificazioni che nel tempo l’anno resa più complessa dal punto di vista storico, architettonico, materico e funzionale, si interroga sul concreto recupero dei manufatti storici e sul loro riutilizzo nell’attualità. La generazione dei Maestri dell'architettura degli anni '60 è stata caratterizzata da figure di architetti integrali, impegnati nel costante confronto con la realtà, dando massima importanza alla dimensione umana e al tema dell’abitare nel tentativo di trovare la dimensione privilegiata dell’uomo nel fruire dello spazio. La predisposizione ad un confronto privilegiato con l’antico, avvenuta nel caso della museografia, rende perciò l'architettura degli Interni ambito per eccellenza del confronto antico/nuovo, favorendo un progetto che si confronti con il manufatto storico e che ne attui un’ipotesi concreta di conservazione delle strutture e di riutilizzo futuro. Il progetto, in quest’ottica, si situa nell'area dell’ex complesso manicomiale di Mombello a Limbiate, oggi in avanzato stato di degrado e caratterizzato dalla frammentazione delle proprietà e delle funzioni. La sua memoria storica, come luogo di detenzione e cura ma anche come struttura organizzata, diventa elemento centrale per ripensare questo grande vuoto come una risorsa, attuando un concreto intervento di recupero. Proprio la natura di ospedale psichiatrico è stata punto di partenza per la definizione di un nuovo intervento che ha trovato nella mente, e nei suoi meccanismi di funzionamento, compresi quelli devianti, il suo tema fondante. L'intero complesso si propone come un grande centro di ricerca, dove la mente viene indagata nelle sue diverse declinazioni, come percezione della realtà esterna e successiva interiorizzazione attraverso la memoria, concretizzata nella parte superiore del complesso attraverso il recupero dei padiglioni storici dell’ex ospedale e riconoscibile attraverso un percorso di visita che conduce sino all'area della rielaborazione artistico-creativa, negli spazi dedicati alle arti ed alla loro declinazione sperimentale e terapeutica, localizzati nella parte inferiore del complesso. In particolare, sono stati ripensati due momenti centrali del processo di percezione e rielaborazione creativa: la Torre Belvedere, nuovo punto panoramico ed espositivo della Villa Crivelli, ed il Museo delle Follia, che riscopre l’antico cunicolo sotterraneo e traduce in architettura le diverse percezioni della follia.
La città della mente. Progetto di conservazione e riuso dell'ex ospedale psichiatrico di Mombello (Limbiate)
MARIANI, GIULIA;LORINI, MARZIA
2010/2011
Abstract
Il progetto di architettura, nel confrontarsi con la realtà esistente, fatta di stratificazioni che nel tempo l’anno resa più complessa dal punto di vista storico, architettonico, materico e funzionale, si interroga sul concreto recupero dei manufatti storici e sul loro riutilizzo nell’attualità. La generazione dei Maestri dell'architettura degli anni '60 è stata caratterizzata da figure di architetti integrali, impegnati nel costante confronto con la realtà, dando massima importanza alla dimensione umana e al tema dell’abitare nel tentativo di trovare la dimensione privilegiata dell’uomo nel fruire dello spazio. La predisposizione ad un confronto privilegiato con l’antico, avvenuta nel caso della museografia, rende perciò l'architettura degli Interni ambito per eccellenza del confronto antico/nuovo, favorendo un progetto che si confronti con il manufatto storico e che ne attui un’ipotesi concreta di conservazione delle strutture e di riutilizzo futuro. Il progetto, in quest’ottica, si situa nell'area dell’ex complesso manicomiale di Mombello a Limbiate, oggi in avanzato stato di degrado e caratterizzato dalla frammentazione delle proprietà e delle funzioni. La sua memoria storica, come luogo di detenzione e cura ma anche come struttura organizzata, diventa elemento centrale per ripensare questo grande vuoto come una risorsa, attuando un concreto intervento di recupero. Proprio la natura di ospedale psichiatrico è stata punto di partenza per la definizione di un nuovo intervento che ha trovato nella mente, e nei suoi meccanismi di funzionamento, compresi quelli devianti, il suo tema fondante. L'intero complesso si propone come un grande centro di ricerca, dove la mente viene indagata nelle sue diverse declinazioni, come percezione della realtà esterna e successiva interiorizzazione attraverso la memoria, concretizzata nella parte superiore del complesso attraverso il recupero dei padiglioni storici dell’ex ospedale e riconoscibile attraverso un percorso di visita che conduce sino all'area della rielaborazione artistico-creativa, negli spazi dedicati alle arti ed alla loro declinazione sperimentale e terapeutica, localizzati nella parte inferiore del complesso. In particolare, sono stati ripensati due momenti centrali del processo di percezione e rielaborazione creativa: la Torre Belvedere, nuovo punto panoramico ed espositivo della Villa Crivelli, ed il Museo delle Follia, che riscopre l’antico cunicolo sotterraneo e traduce in architettura le diverse percezioni della follia.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/56202