Il progetto si colloca nello scenario attuale caratterizzato da processi di modificazione in corso nell’intera città di Milano e nel territorio urbano di cui essa fa parte. La presenza di diversi gruppi sociali nel contesto di Lampugnano, area a nord ovest di Milano, permette la creazione di un centro di aggregazione che faccia leva sull’esperienza artistico-culturale. Un primo approccio storiografico ha cercato di rintracciare le tappe evolutive del centro culturale, la cui tipologia trova difficoltà nella definizione delle caratteristiche, a causa della molteplicità delle attività, dei servizi offerti, delle logiche operative e delle gestioni. La ricerca ci ha consentito di approfondire delle soluzioni architettoniche applicate successivamente nel progetto. L’analisi del contesto ha portato in luce le risorse ambientali limitrofe a cui il progetto fa riferimento : la creazione di un collegamento ne consente l’inserimento in un sistema di parchi e attrezzature sportive. La scelta progettuale di un complesso semi-ipogeo è stata determinata dall’imponenza del volume della scuola preesistente nel lotto e ha consentito la creazione di un interno urbano che si protegge dalla strada. Un percorso pedonale attrezzato indica l’accesso al centro culturale e informa della sua presenza il passante occasionale. Come un organismo, il centro culturale si compone di edifici dipendenti l’un l’altro uniti dallo spazio centrale che fa da collante; allo stesso tempo la piazza è il luogo che ospita attività temporanee e che si attrezza in base alle necessità dei fruitori. La ricerca di un unità all’interno del progetto ha portato alla creazione di un linguaggio: l’antitesi e la prossimità di luoghi di percorso e di sosta fanno da introduzione agli spazi più interni, la flessibilità degli elementi di arredo ne consente diversi utilizzi, l’uso del materiale identifica le attività. L’incontro di persone appartenenti a gruppi sociali differenti, la contaminazione degli spazi interni ed esterni, la continuità di luoghi del percorrere e dello stare e l’assetto formale geometrico trovano soluzione metaforica nella figura del “Chiasmo”, che da il nome al progetto.
Nella città interetnica. Progetto di spazi per nuove relazioni culturali a Lampugnano. Chiasmo : percorso, sosta, contaminazione, continuità
LOLLI, REBECCA;AMORUSO, FEDERICA
2010/2011
Abstract
Il progetto si colloca nello scenario attuale caratterizzato da processi di modificazione in corso nell’intera città di Milano e nel territorio urbano di cui essa fa parte. La presenza di diversi gruppi sociali nel contesto di Lampugnano, area a nord ovest di Milano, permette la creazione di un centro di aggregazione che faccia leva sull’esperienza artistico-culturale. Un primo approccio storiografico ha cercato di rintracciare le tappe evolutive del centro culturale, la cui tipologia trova difficoltà nella definizione delle caratteristiche, a causa della molteplicità delle attività, dei servizi offerti, delle logiche operative e delle gestioni. La ricerca ci ha consentito di approfondire delle soluzioni architettoniche applicate successivamente nel progetto. L’analisi del contesto ha portato in luce le risorse ambientali limitrofe a cui il progetto fa riferimento : la creazione di un collegamento ne consente l’inserimento in un sistema di parchi e attrezzature sportive. La scelta progettuale di un complesso semi-ipogeo è stata determinata dall’imponenza del volume della scuola preesistente nel lotto e ha consentito la creazione di un interno urbano che si protegge dalla strada. Un percorso pedonale attrezzato indica l’accesso al centro culturale e informa della sua presenza il passante occasionale. Come un organismo, il centro culturale si compone di edifici dipendenti l’un l’altro uniti dallo spazio centrale che fa da collante; allo stesso tempo la piazza è il luogo che ospita attività temporanee e che si attrezza in base alle necessità dei fruitori. La ricerca di un unità all’interno del progetto ha portato alla creazione di un linguaggio: l’antitesi e la prossimità di luoghi di percorso e di sosta fanno da introduzione agli spazi più interni, la flessibilità degli elementi di arredo ne consente diversi utilizzi, l’uso del materiale identifica le attività. L’incontro di persone appartenenti a gruppi sociali differenti, la contaminazione degli spazi interni ed esterni, la continuità di luoghi del percorrere e dello stare e l’assetto formale geometrico trovano soluzione metaforica nella figura del “Chiasmo”, che da il nome al progetto.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/56543