Al centro di questa ricerca vi sono il concetto di vuoto e la tesi - da dimostrare - che esso è l’archetipo primordiale dell’architettura. Si inizia illustrando il concetto di assenza, prima nel campo artistico, poi nell’assenza di ornamento in architettura e infine nell’assenza di contatto con la Terra Madre. Poi si passano in rassegna i luoghi della memoria, quelli cioè in cui all’interno dello spazio architettonico si percepisce la presenza di un’assenza. Successivamente ci si concentra sul vuoto come essenza stessa dell’architettura, illustrandone sia le funzioni come spazio dentro la composizione architettonica, sia come percorso all’interno della stessa. Nella parte centrale si analizza il manifestarsi del vuoto in architettura, in tutte le sue forme possibili: dalle architetture affacciate sul vuoto, al vuoto come realtà fisica, fino ad arrivare alle architetture che ruotano all’interno dell’archetipo del guscio. Il punto centrale è la dimostrazione del fatto che il vuoto è l’archetipo primordiale dell’architettura, ovvero la base da cui essa nasce. Altre espressioni di vuoto analizzate sono quelle in ambito urbano, quindi nella ricostruzione da tabula rasa, o in occasione di un vuoto come mezzo di significazione, o anche nella concezione primordiale dell’archetipo del recinto. In una logica del processo costruttivo non poteva mancare l’analisi del rapporto dialettico pieno/vuoto, presente all’interno del concetto di spazio, in uno stesso complesso architettonico o all’interno di più di essi, dialoganti tra loro. Vi è poi una parte dedicata ai luoghi di aggregazione: spazi vuoti che hanno sempre rappresentato il simbolo e la funzione dell’aggregazione nella comunità. Poi il caos, oggetto di un’altra parte di questa ricerca, che ci perviene come idealizzazione primordiale di voragine e si concretizza simboleggiando il disagio della società moderna, manifestandosi come caos urbano. La ricerca si conclude trattando il concetto di nulla, interpretato come ente dal quale tutto nasce e tutto ritorna. Una visione che tocca il pensiero nichilista per arrivare all’idea di spazio vuoto come entità reale e presente in ogni luogo conosciuto.

Nulla è vuoto. Costruire intorno al vuoto : un’analisi critica dell’archetipo primordiale dell’architettura

SCARPATO, LUCA
2010/2011

Abstract

Al centro di questa ricerca vi sono il concetto di vuoto e la tesi - da dimostrare - che esso è l’archetipo primordiale dell’architettura. Si inizia illustrando il concetto di assenza, prima nel campo artistico, poi nell’assenza di ornamento in architettura e infine nell’assenza di contatto con la Terra Madre. Poi si passano in rassegna i luoghi della memoria, quelli cioè in cui all’interno dello spazio architettonico si percepisce la presenza di un’assenza. Successivamente ci si concentra sul vuoto come essenza stessa dell’architettura, illustrandone sia le funzioni come spazio dentro la composizione architettonica, sia come percorso all’interno della stessa. Nella parte centrale si analizza il manifestarsi del vuoto in architettura, in tutte le sue forme possibili: dalle architetture affacciate sul vuoto, al vuoto come realtà fisica, fino ad arrivare alle architetture che ruotano all’interno dell’archetipo del guscio. Il punto centrale è la dimostrazione del fatto che il vuoto è l’archetipo primordiale dell’architettura, ovvero la base da cui essa nasce. Altre espressioni di vuoto analizzate sono quelle in ambito urbano, quindi nella ricostruzione da tabula rasa, o in occasione di un vuoto come mezzo di significazione, o anche nella concezione primordiale dell’archetipo del recinto. In una logica del processo costruttivo non poteva mancare l’analisi del rapporto dialettico pieno/vuoto, presente all’interno del concetto di spazio, in uno stesso complesso architettonico o all’interno di più di essi, dialoganti tra loro. Vi è poi una parte dedicata ai luoghi di aggregazione: spazi vuoti che hanno sempre rappresentato il simbolo e la funzione dell’aggregazione nella comunità. Poi il caos, oggetto di un’altra parte di questa ricerca, che ci perviene come idealizzazione primordiale di voragine e si concretizza simboleggiando il disagio della società moderna, manifestandosi come caos urbano. La ricerca si conclude trattando il concetto di nulla, interpretato come ente dal quale tutto nasce e tutto ritorna. Una visione che tocca il pensiero nichilista per arrivare all’idea di spazio vuoto come entità reale e presente in ogni luogo conosciuto.
GIACOMINI, LORENZO
ZANNI, FABRIZIO
ARC I - Scuola di Architettura e Società
24-apr-2012
2010/2011
Tesi di laurea Magistrale
File allegati
File Dimensione Formato  
2012_04_Scarpato.pdf

non accessibile

Descrizione: Testo della tesi
Dimensione 6.47 MB
Formato Adobe PDF
6.47 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri

I documenti in POLITesi sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/56622