Over the last decades awareness has grown that safeguarding the built heritage requires particular attention to the relationships between the built environment and its social and economic context, in order to protect also the coevolutionary links that bind communities to their environment. This situation led to a new focus of interest, supported by some international conventions, to include local communities in the process of value assessment and preservation activities, recognizing to the community a fundamental role in conservation and transmission of cultural heritage. Furthermore, built heritage is a strategic resource for local development: management strategies should therefore be directed to pursue a balance between protection and development processes. Concerning protection issues and the need to preserve the evolutionary potential of heritage, is necessary to adopt a preventive approach; in this sense, local communities can be considered a key resource, since they can contribute actively to constant care activities. The communities themselves, however, are required to take a central role in development processes, since through their value assessment heritage can become a use-oriented resource and can foster learning and innovation dynamics. Although these considerations are now well established in theory, in practice the definition of roles and responsibilities of communities in heritage management is still a controversial discussion ground. Current involvement strategies mainly include awareness-raising activities or informal consultation. If implemented in a sporadic and isolated way, these strategies are neither sufficient to improve the local capacity of control over the conservation processes, nor are able to stimulate the pursuit of objectives shared by a large part of the community, with the risk that heritage and its values are consumed through cumulative changes. It then becomes necessary to design an active community involvement that develops along different stages of management processes, in order to increase both the knowledge capital, and local relationships that can convey the dissemination of best practices for intervention. The development of finalized and structured participation processes represents the frame within which it is possible to articulate involvement strategies at different levels. Participation can be understood both as a regulatory tool, designed to improve the quality of decisions, and as a tool to facilitate learning mechanisms, individually or collectively. The thesis affirms that the development of participation processes presents significant potential for the conservation of built heritage, because it can improve the capacity of local governance to the management of cultural resources, sharing decisions and strategies, and can stimulate learning processes able to support the dissemination of best practices. The issue is examined through the analysis of three case studies, chosen not only for their exemplary involvement strategies implemented, but also for the analogy with the case for which is subsequently developed a proposal design. The comparison between the cases highlights some common elements of success, including for example the type of coordinating structure. Although in the three cases it has been enhanced the involvement of local communities, it can be noted, however, a lack of integration between the "social" objectives and the technical and practical aspects, which in fact determine the quality of preservation. The proposed project, by contrast, gives particular importance to these aspects. The project concerns a series of actions of community involvement to be implemented in the development of the Management Plan for the village of Crespi d'Adda (BG), a UNESCO site since 1995, affected by obsolescence and neglect. The Management Plan provides an opportunity not only to define an adequate protection system for the site, but also to guide it towards evolutionary processes.

Nel corso degli ultimi decenni è cresciuta la consapevolezza che la salvaguardia del patrimonio edificato richiede di porre particolare attenzione alle relazioni tra il costruito e il suo contesto ambientale, sociale ed economico, al fine di salvaguardare anche il legame coevolutivo che lega le comunità ai loro contesti di vita. Ciò ha determinato un nuovo interesse, sostenuto anche da alcune Convenzioni internazionali, verso l’inclusione delle comunità locali nei processi di riconoscimento del valore e nella conservazione del patrimonio, riconoscendo loro un ruolo fondamentale per la conservazione e la trasmissione dell'eredità culturale. Il patrimonio edificato costituisce inoltre una risorsa strategica per lo sviluppo locale: le strategie di gestione devono dunque essere orientate al controllo del cambiamento, tra conservazione e trasformazione. Per ciò che riguarda gli aspetti di tutela, al fine di conservare il potenziale evolutivo del patrimonio risulta necessario adottare innanzitutto un approccio preventivo; in questo senso le comunità locali possono essere considerate una risorsa fondamentale, poiché possono contribuire alle attività di cura costante. Le stesse comunità sono però chiamate ad assumere un ruolo centrale anche nei processi di sviluppo, poiché è proprio attraverso il loro riconoscimento di valore che il patrimonio può diventare una risorsa orientata all'uso e può catalizzare meccanismi di apprendimento e di innovazione. Sebbene nella teoria queste considerazioni siano ormai consolidate, nella pratica la definizione dei ruoli e delle responsabilità da attribuire alle comunità nella gestione del patrimonio costituisce ancora un difficile terreno di discussione. Le strategie di coinvolgimento sino ad oggi sperimentate includono prevalentemente attività di sensibilizzazione o concertazione informale. Attuate in modo sporadico ed isolato, queste strategie non sono però sufficienti a migliorare la capacità di controllo locale sui processi di conservazione, né sono in grado di stimolare il perseguimento di obiettivi condivisi da una larga parte del corpo sociale, con il rischio che il patrimonio e i suoi valori vengano consumati per effetto di trasformazioni cumulative. Diviene quindi necessario progettare azioni di coinvolgimento della popolazione che si sviluppino lungo le diverse fasi dei processi di gestione, per incrementare sia il capitale di conoscenze, che il capitale di relazioni locali che possano veicolare la diffusione di buone pratiche di intervento sull'edificato. Lo sviluppo di processi di partecipazione finalizzati e strutturati rappresenta la cornice entro cui è possibile articolare azioni di coinvolgimento a diversi livelli. La partecipazione può essere intesa sia come uno strumento di tipo regolativo, volto a orientare e migliorare la qualità delle decisioni, che come uno strumento in grado di favorire meccanismi di apprendimento, a livello individuale o collettivo. La tesi che si sostiene è che lo sviluppo di processi di partecipazione presenti notevoli potenzialità per la conservazione del patrimonio edificato, potendo contribuire a migliorare la capacità di governance locale rispetto alla gestione delle risorse culturali attraverso la condivisione delle decisioni e delle strategie, e stimolando processi di apprendimento per sostenere la diffusione di buone pratiche di intervento. Il tema viene approfondito attraverso l’analisi di tre casi studio, scelti sia per il carattere esemplare delle strategie di coinvolgimento attuate, sia per analogia delle problematiche affrontate rispetto ad un caso per il quale viene successivamente elaborata una proposta progettuale. Dal confronto tra i casi emergono alcuni elementi di successo comuni, tra cui ad esempio il tipo di struttura di coordinamento degli interventi. Benché nei tre casi le azioni di coinvolgimento abbiano valorizzato il ruolo delle comunità locali, si rileva tuttavia una scarsa integrazione tra gli obiettivi di carattere più specificamente “sociale” e gli aspetti tecnici e pratici degli interventi sull’edificato, da cui di fatto dipende la qualità della conservazione. Nello sviluppo della proposta progettuale viene per contro accordata particolare rilevanza a questi aspetti. La proposta riguarda la definizione di una serie di azioni di coinvolgimento della popolazione da attuare a supporto dell'elaborazione del Piano di Gestione per il villaggio operaio di Crespi d'Adda (BG), sito UNESCO dal 1995, interessato da fenomeni di obsolescenza e dinamiche involutive. La redazione del Piano costituisce l’occasione, oltre che per definire un adeguato sistema di tutela per il sito, anche per guidare il villaggio verso necessari processi evolutivi.

Il coinvolgimento delle comunità locali nella conservazione del patrimonio costruito

RONCHI, ANNA TERESA

Abstract

Over the last decades awareness has grown that safeguarding the built heritage requires particular attention to the relationships between the built environment and its social and economic context, in order to protect also the coevolutionary links that bind communities to their environment. This situation led to a new focus of interest, supported by some international conventions, to include local communities in the process of value assessment and preservation activities, recognizing to the community a fundamental role in conservation and transmission of cultural heritage. Furthermore, built heritage is a strategic resource for local development: management strategies should therefore be directed to pursue a balance between protection and development processes. Concerning protection issues and the need to preserve the evolutionary potential of heritage, is necessary to adopt a preventive approach; in this sense, local communities can be considered a key resource, since they can contribute actively to constant care activities. The communities themselves, however, are required to take a central role in development processes, since through their value assessment heritage can become a use-oriented resource and can foster learning and innovation dynamics. Although these considerations are now well established in theory, in practice the definition of roles and responsibilities of communities in heritage management is still a controversial discussion ground. Current involvement strategies mainly include awareness-raising activities or informal consultation. If implemented in a sporadic and isolated way, these strategies are neither sufficient to improve the local capacity of control over the conservation processes, nor are able to stimulate the pursuit of objectives shared by a large part of the community, with the risk that heritage and its values are consumed through cumulative changes. It then becomes necessary to design an active community involvement that develops along different stages of management processes, in order to increase both the knowledge capital, and local relationships that can convey the dissemination of best practices for intervention. The development of finalized and structured participation processes represents the frame within which it is possible to articulate involvement strategies at different levels. Participation can be understood both as a regulatory tool, designed to improve the quality of decisions, and as a tool to facilitate learning mechanisms, individually or collectively. The thesis affirms that the development of participation processes presents significant potential for the conservation of built heritage, because it can improve the capacity of local governance to the management of cultural resources, sharing decisions and strategies, and can stimulate learning processes able to support the dissemination of best practices. The issue is examined through the analysis of three case studies, chosen not only for their exemplary involvement strategies implemented, but also for the analogy with the case for which is subsequently developed a proposal design. The comparison between the cases highlights some common elements of success, including for example the type of coordinating structure. Although in the three cases it has been enhanced the involvement of local communities, it can be noted, however, a lack of integration between the "social" objectives and the technical and practical aspects, which in fact determine the quality of preservation. The proposed project, by contrast, gives particular importance to these aspects. The project concerns a series of actions of community involvement to be implemented in the development of the Management Plan for the village of Crespi d'Adda (BG), a UNESCO site since 1995, affected by obsolescence and neglect. The Management Plan provides an opportunity not only to define an adequate protection system for the site, but also to guide it towards evolutionary processes.
GASPAROLI, PAOLO
MANGIAROTTI, ANNA
GASPAROLI, PAOLO
19-mar-2012
Community involvement in built heritage conservation
Nel corso degli ultimi decenni è cresciuta la consapevolezza che la salvaguardia del patrimonio edificato richiede di porre particolare attenzione alle relazioni tra il costruito e il suo contesto ambientale, sociale ed economico, al fine di salvaguardare anche il legame coevolutivo che lega le comunità ai loro contesti di vita. Ciò ha determinato un nuovo interesse, sostenuto anche da alcune Convenzioni internazionali, verso l’inclusione delle comunità locali nei processi di riconoscimento del valore e nella conservazione del patrimonio, riconoscendo loro un ruolo fondamentale per la conservazione e la trasmissione dell'eredità culturale. Il patrimonio edificato costituisce inoltre una risorsa strategica per lo sviluppo locale: le strategie di gestione devono dunque essere orientate al controllo del cambiamento, tra conservazione e trasformazione. Per ciò che riguarda gli aspetti di tutela, al fine di conservare il potenziale evolutivo del patrimonio risulta necessario adottare innanzitutto un approccio preventivo; in questo senso le comunità locali possono essere considerate una risorsa fondamentale, poiché possono contribuire alle attività di cura costante. Le stesse comunità sono però chiamate ad assumere un ruolo centrale anche nei processi di sviluppo, poiché è proprio attraverso il loro riconoscimento di valore che il patrimonio può diventare una risorsa orientata all'uso e può catalizzare meccanismi di apprendimento e di innovazione. Sebbene nella teoria queste considerazioni siano ormai consolidate, nella pratica la definizione dei ruoli e delle responsabilità da attribuire alle comunità nella gestione del patrimonio costituisce ancora un difficile terreno di discussione. Le strategie di coinvolgimento sino ad oggi sperimentate includono prevalentemente attività di sensibilizzazione o concertazione informale. Attuate in modo sporadico ed isolato, queste strategie non sono però sufficienti a migliorare la capacità di controllo locale sui processi di conservazione, né sono in grado di stimolare il perseguimento di obiettivi condivisi da una larga parte del corpo sociale, con il rischio che il patrimonio e i suoi valori vengano consumati per effetto di trasformazioni cumulative. Diviene quindi necessario progettare azioni di coinvolgimento della popolazione che si sviluppino lungo le diverse fasi dei processi di gestione, per incrementare sia il capitale di conoscenze, che il capitale di relazioni locali che possano veicolare la diffusione di buone pratiche di intervento sull'edificato. Lo sviluppo di processi di partecipazione finalizzati e strutturati rappresenta la cornice entro cui è possibile articolare azioni di coinvolgimento a diversi livelli. La partecipazione può essere intesa sia come uno strumento di tipo regolativo, volto a orientare e migliorare la qualità delle decisioni, che come uno strumento in grado di favorire meccanismi di apprendimento, a livello individuale o collettivo. La tesi che si sostiene è che lo sviluppo di processi di partecipazione presenti notevoli potenzialità per la conservazione del patrimonio edificato, potendo contribuire a migliorare la capacità di governance locale rispetto alla gestione delle risorse culturali attraverso la condivisione delle decisioni e delle strategie, e stimolando processi di apprendimento per sostenere la diffusione di buone pratiche di intervento. Il tema viene approfondito attraverso l’analisi di tre casi studio, scelti sia per il carattere esemplare delle strategie di coinvolgimento attuate, sia per analogia delle problematiche affrontate rispetto ad un caso per il quale viene successivamente elaborata una proposta progettuale. Dal confronto tra i casi emergono alcuni elementi di successo comuni, tra cui ad esempio il tipo di struttura di coordinamento degli interventi. Benché nei tre casi le azioni di coinvolgimento abbiano valorizzato il ruolo delle comunità locali, si rileva tuttavia una scarsa integrazione tra gli obiettivi di carattere più specificamente “sociale” e gli aspetti tecnici e pratici degli interventi sull’edificato, da cui di fatto dipende la qualità della conservazione. Nello sviluppo della proposta progettuale viene per contro accordata particolare rilevanza a questi aspetti. La proposta riguarda la definizione di una serie di azioni di coinvolgimento della popolazione da attuare a supporto dell'elaborazione del Piano di Gestione per il villaggio operaio di Crespi d'Adda (BG), sito UNESCO dal 1995, interessato da fenomeni di obsolescenza e dinamiche involutive. La redazione del Piano costituisce l’occasione, oltre che per definire un adeguato sistema di tutela per il sito, anche per guidare il villaggio verso necessari processi evolutivi.
Tesi di dottorato
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/56719