Questo lavoro di tesi vuole dimostrare come sia possibile realizzare un manufatto architettonico senza affidarsi esclusivamente al modo di produzione industriale, ma bensì individuando un’alternativa in cui prevale la possibilità per ciascuno di usare lo “strumento” per realizzare le proprie intenzioni e consentendo loro una reale partecipazione al processo produttivo. “Chiamiamo società conviviale una società in cui lo strumento moderno sia utilizzabile dalla persona integrata con la collettività, e non riservato a un corpo di specialisti che lo tiene sotto il proprio controllo” . I rifiuti dunque rappresentano lo strumento con cui realizzare tale scopo. Essi sono facilmente reperibili laddove siano presenti attività umane, vengono prodotti in grandi quantità, non hanno costi di acquisto e offrono un vasto campionario di prodotti tendenzialmente riutilizzabili per soddisfare nuovi impieghi. I rifiuti da soli non bastavano per rispondere a requisiti prestazionali di natura fisica dei materiali, quindi, per ottenere una risposta alternativa, che più si avvicinasse alle prestazioni offerte dai componenti tecnologici prodotti industrialmente, si è ricorsi all’ausilio di materiali naturali presenti in loco (acqua di mare, sabbia e sassi). Il connubio tra le due classi di materiali (rifiuti e materiali naturali) ha reso possibile la realizzazione di parti tecnologiche dell’edificio (chiusure opache verticali e orizzontali), il tutto assemblato a secco per rispettare il carattere di reversibilità che sin dall’inizio si è voluto dare all’intero manufatto. Per le chiusure opache verticali i rifiuti (bottiglie di plastica o di vetro) hanno costituito il contenitore che ha fatto da “legante” per i materiali naturali (acqua e sabbia). Sono state eseguite delle verifiche sulle condizioni di comfort interno ed è stato riportato come esse siano variate al variare del contenuto delle bottiglie.

Recuperare il comfort : progetto di una struttura di servizio per l'attività balneare a Diano Marina

MAGAZZU', MATTEO
2011/2012

Abstract

Questo lavoro di tesi vuole dimostrare come sia possibile realizzare un manufatto architettonico senza affidarsi esclusivamente al modo di produzione industriale, ma bensì individuando un’alternativa in cui prevale la possibilità per ciascuno di usare lo “strumento” per realizzare le proprie intenzioni e consentendo loro una reale partecipazione al processo produttivo. “Chiamiamo società conviviale una società in cui lo strumento moderno sia utilizzabile dalla persona integrata con la collettività, e non riservato a un corpo di specialisti che lo tiene sotto il proprio controllo” . I rifiuti dunque rappresentano lo strumento con cui realizzare tale scopo. Essi sono facilmente reperibili laddove siano presenti attività umane, vengono prodotti in grandi quantità, non hanno costi di acquisto e offrono un vasto campionario di prodotti tendenzialmente riutilizzabili per soddisfare nuovi impieghi. I rifiuti da soli non bastavano per rispondere a requisiti prestazionali di natura fisica dei materiali, quindi, per ottenere una risposta alternativa, che più si avvicinasse alle prestazioni offerte dai componenti tecnologici prodotti industrialmente, si è ricorsi all’ausilio di materiali naturali presenti in loco (acqua di mare, sabbia e sassi). Il connubio tra le due classi di materiali (rifiuti e materiali naturali) ha reso possibile la realizzazione di parti tecnologiche dell’edificio (chiusure opache verticali e orizzontali), il tutto assemblato a secco per rispettare il carattere di reversibilità che sin dall’inizio si è voluto dare all’intero manufatto. Per le chiusure opache verticali i rifiuti (bottiglie di plastica o di vetro) hanno costituito il contenitore che ha fatto da “legante” per i materiali naturali (acqua e sabbia). Sono state eseguite delle verifiche sulle condizioni di comfort interno ed è stato riportato come esse siano variate al variare del contenuto delle bottiglie.
ARC I - Scuola di Architettura e Società
25-lug-2012
2011/2012
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/57681