Questo lavoro, con un livello di dettaglio sempre crescente e sotto vari punti di vista, cercherà di analizzare le molte forme e declinazioni che riguardano il contesto architettonico islamico. Il Capitolo 1 spiega uno dei concetti ed approcci fondamentali di questo lavoro, ovvero il regionalismo in architettura e l’importanza del contesto nella progettazione. Il Capitolo 2 analizza, invece un apparente dualismo, fondamentale per questa tesi, ovvero il rapporto tradizione-modernità, visibile nell’architettura, come nelle città. Il Capitolo 3 delinea i principali fattori, forme, elementi e caratteristiche che definiscono la peculiare identità dell’architettura islamica. Il Capitolo 4 argomenta, attraverso le relative sezioni, come questa identità islamica si sia evoluta e sviluppata, in rapporto anche con la storia e caratterizzazione politica, nelle regioni del suo maggior sviluppo: l’Egitto, l’Iraq, il Marocco, l’Algeria, la Tunisia, la Libia, la Siria, il Libano, la Giordania, il Kuwait, l’Arabia Saudita, il Qatar, gli Emirati Arabi Uniti, lo Yemen, l’Iran e la Turchia. Il Capitolo 5, con il contributo delle varie esperienze locali viste precedentemente, analizza come si è evoluto il rapporto tra i due mondi, apparentemente distanti, dell’occidente e del contesto islamico; vengono anche analizzate le esperienze di tre architetti di origine europea, Jaques Marmey, Roland Simounet e Andrè Ravèreau, che hanno avuto un approccio particolarmente interessante nel loro lavoro in paesi del contesto islamico. Il Capitolo 6 descrive le esperienze dei principali architetti del contesto islamico, particolarmente significative per contesti caratterizzati dalla ricerca di un’identità contemporanea, con un continuo rapportarsi tra tradizione e modernità. Partendo da Hassan Fathy, il grande maestro dell’architettura islamica, analizzeremo poi le particolari esperienze di architetti quali Ramses Wissa Wassef, Kamal El Kafrawi, Adbel Wahed El Wakil, Mohamed Saleh Makiya, Rifat Chadirji, Elie Azagury, Rasem Badran, Jafar Tukan e Saba George Shiber. Il Capitolo 7 analizza l’Aga Khan Award for Architecture, nelle sue undici edizioni, un premio che dal 1980 mostra le eccellenze architettoniche del panorama islamico. Il Capitolo 8 spiega l’evoluzione del concetto di sostenibilità e sviluppo sostenibile negli anni, nelle sue tre declinazioni ambientali, sociali ed economiche, e le relazioni che questo può assumere con la progettazione architettonica. Il Capitolo 9 definisce la fondamentale questione del controllo climatico dell’architettura islamica, molto importante in contesti caratterizzati da un clima piuttosto difficile; nelle apposite sezioni vengono analizzati i principali specifici sistemi bioclimatici islamici come il Malqaf, il Bàdgìr, il Qa’a, la Mashrabiya ed il Clastrum. Le Conclusioni, infine, cercano di riassumere le considerazioni ed analisi fatte, andando a delineare quale possa essere la lezione dell’architettura islamica, fatta di tante piccole lezioni regionali semplici e complesse.
La lezione dell'architettura islamica. Regioni, forme e protagonisti
DALSOGLIO, MARTINO
2011/2012
Abstract
Questo lavoro, con un livello di dettaglio sempre crescente e sotto vari punti di vista, cercherà di analizzare le molte forme e declinazioni che riguardano il contesto architettonico islamico. Il Capitolo 1 spiega uno dei concetti ed approcci fondamentali di questo lavoro, ovvero il regionalismo in architettura e l’importanza del contesto nella progettazione. Il Capitolo 2 analizza, invece un apparente dualismo, fondamentale per questa tesi, ovvero il rapporto tradizione-modernità, visibile nell’architettura, come nelle città. Il Capitolo 3 delinea i principali fattori, forme, elementi e caratteristiche che definiscono la peculiare identità dell’architettura islamica. Il Capitolo 4 argomenta, attraverso le relative sezioni, come questa identità islamica si sia evoluta e sviluppata, in rapporto anche con la storia e caratterizzazione politica, nelle regioni del suo maggior sviluppo: l’Egitto, l’Iraq, il Marocco, l’Algeria, la Tunisia, la Libia, la Siria, il Libano, la Giordania, il Kuwait, l’Arabia Saudita, il Qatar, gli Emirati Arabi Uniti, lo Yemen, l’Iran e la Turchia. Il Capitolo 5, con il contributo delle varie esperienze locali viste precedentemente, analizza come si è evoluto il rapporto tra i due mondi, apparentemente distanti, dell’occidente e del contesto islamico; vengono anche analizzate le esperienze di tre architetti di origine europea, Jaques Marmey, Roland Simounet e Andrè Ravèreau, che hanno avuto un approccio particolarmente interessante nel loro lavoro in paesi del contesto islamico. Il Capitolo 6 descrive le esperienze dei principali architetti del contesto islamico, particolarmente significative per contesti caratterizzati dalla ricerca di un’identità contemporanea, con un continuo rapportarsi tra tradizione e modernità. Partendo da Hassan Fathy, il grande maestro dell’architettura islamica, analizzeremo poi le particolari esperienze di architetti quali Ramses Wissa Wassef, Kamal El Kafrawi, Adbel Wahed El Wakil, Mohamed Saleh Makiya, Rifat Chadirji, Elie Azagury, Rasem Badran, Jafar Tukan e Saba George Shiber. Il Capitolo 7 analizza l’Aga Khan Award for Architecture, nelle sue undici edizioni, un premio che dal 1980 mostra le eccellenze architettoniche del panorama islamico. Il Capitolo 8 spiega l’evoluzione del concetto di sostenibilità e sviluppo sostenibile negli anni, nelle sue tre declinazioni ambientali, sociali ed economiche, e le relazioni che questo può assumere con la progettazione architettonica. Il Capitolo 9 definisce la fondamentale questione del controllo climatico dell’architettura islamica, molto importante in contesti caratterizzati da un clima piuttosto difficile; nelle apposite sezioni vengono analizzati i principali specifici sistemi bioclimatici islamici come il Malqaf, il Bàdgìr, il Qa’a, la Mashrabiya ed il Clastrum. Le Conclusioni, infine, cercano di riassumere le considerazioni ed analisi fatte, andando a delineare quale possa essere la lezione dell’architettura islamica, fatta di tante piccole lezioni regionali semplici e complesse.File | Dimensione | Formato | |
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