Questa ricerca parte dal presupposto che sia possibile; tramite gli effetti a scala territoriale; provocati dalle infrastrutture di trasporto, migliorare la qualità della vita nelle zone suburbane dell’area metropolitana milanese. Allo stesso modo, si indaga sulle possibilità di invertire il processo, già in atto, di disgregazione della metropoli, grazie ad un potenziamento del trasporto pubblico e una revisione del rapporto tra territorio e infrastrutture. Questo lavoro parte da alcuni presupposti, utili a circoscrivere e indirizzare l’ambito della ricerca: Innanzitutto gli studi riguardanti l’evoluzione insediativa dell’area e l’effetto che può avere la presenza di una infrastruttura ferroviaria su di essa. Questo tema è stato affrontato all’interno di un progetto più ampio, promosso dal PREDIT francese e che coinvolge 4 equipe di lavoro in 4 differenti aree metropolitane (Parigi, Bruxelles, Milano, Washington). Lo scopo dei gruppi di lavoro è confrontare le esperienze e i dati raccolti per verificare l’esistenza di un nesso tra lo schema insediativo delle aree periferiche e la loro vicinanza con le infrastrutture ferroviarie. Un altro presupposto importante è la grande quantità di interventi che sono stati fatti in questa aree della “regione milanese” e che hanno, nel volgere di pochi anni, ad una consistente trasformazione dell’area. Primo fra tutti, il raddoppio del tracciato ferroviario tra Milano e Albairate; in secondo luogo la creazione di nuove fermate collocate in zone che sono territorialmente significative; la differenza di paesaggi e di situazioni territoriali che si presentano seguendo il percorso della ferrovia, in particolare i casi limite di Cesano Boscone e di Albairate. A queste questioni tuttora irrisolte si aggiungono ulteriori stimoli derivanti dalla vocazione agricola/turistica dell’area considerata, che finora ha subito solo gli effetti negativi dell’infrastruttura, ma che proprio da questa può riceverne un beneficio in termini di accessibilità e visibilità, che non è stato ancora considerato. Infine la ricerca si prefigge anche uno scopo più alto, che non è solo quello di aggiungere un contributo accademico alla grande quantità di ottimi lavori già esistenti, ma che vuole essere quello di formare l’idea che il trasporto pubblico possa essere una grande risorsa per il territorio antropizzato e che, proprio per questo, debba essere trattato con un approccio diverso da quello attuale, creando qualità per gli utenti del servizio ferroviario e connettendo strettamente la progettazione dei nodi infrastrutturali con le possibilità di sviluppo dei paesaggi. Questo lavoro vuole dunque fornire il suo piccolo contributo per cambiare la visione esclusivamente ingegneristica dei trasporti, e spiegare le grandi possibilità che le infrastrutture possono dare, sia dal punto di vista economico, che sociale, che ambientale. In definitiva ci si chiede se una corretta pianificazione dei trasporti possa influenzare le dinamiche di formazione della metropoli, invertendo il processo di degrado delle città sviluppando delle positività urbane. Ci si chiede, insomma, la ferrovia può salvare il nostro territorio?
Can rail save the region? Il ruolo territoriale dei nodi della linea Milano Abbiategrasso
MARTINIS, MASSIMO
2011/2012
Abstract
Questa ricerca parte dal presupposto che sia possibile; tramite gli effetti a scala territoriale; provocati dalle infrastrutture di trasporto, migliorare la qualità della vita nelle zone suburbane dell’area metropolitana milanese. Allo stesso modo, si indaga sulle possibilità di invertire il processo, già in atto, di disgregazione della metropoli, grazie ad un potenziamento del trasporto pubblico e una revisione del rapporto tra territorio e infrastrutture. Questo lavoro parte da alcuni presupposti, utili a circoscrivere e indirizzare l’ambito della ricerca: Innanzitutto gli studi riguardanti l’evoluzione insediativa dell’area e l’effetto che può avere la presenza di una infrastruttura ferroviaria su di essa. Questo tema è stato affrontato all’interno di un progetto più ampio, promosso dal PREDIT francese e che coinvolge 4 equipe di lavoro in 4 differenti aree metropolitane (Parigi, Bruxelles, Milano, Washington). Lo scopo dei gruppi di lavoro è confrontare le esperienze e i dati raccolti per verificare l’esistenza di un nesso tra lo schema insediativo delle aree periferiche e la loro vicinanza con le infrastrutture ferroviarie. Un altro presupposto importante è la grande quantità di interventi che sono stati fatti in questa aree della “regione milanese” e che hanno, nel volgere di pochi anni, ad una consistente trasformazione dell’area. Primo fra tutti, il raddoppio del tracciato ferroviario tra Milano e Albairate; in secondo luogo la creazione di nuove fermate collocate in zone che sono territorialmente significative; la differenza di paesaggi e di situazioni territoriali che si presentano seguendo il percorso della ferrovia, in particolare i casi limite di Cesano Boscone e di Albairate. A queste questioni tuttora irrisolte si aggiungono ulteriori stimoli derivanti dalla vocazione agricola/turistica dell’area considerata, che finora ha subito solo gli effetti negativi dell’infrastruttura, ma che proprio da questa può riceverne un beneficio in termini di accessibilità e visibilità, che non è stato ancora considerato. Infine la ricerca si prefigge anche uno scopo più alto, che non è solo quello di aggiungere un contributo accademico alla grande quantità di ottimi lavori già esistenti, ma che vuole essere quello di formare l’idea che il trasporto pubblico possa essere una grande risorsa per il territorio antropizzato e che, proprio per questo, debba essere trattato con un approccio diverso da quello attuale, creando qualità per gli utenti del servizio ferroviario e connettendo strettamente la progettazione dei nodi infrastrutturali con le possibilità di sviluppo dei paesaggi. Questo lavoro vuole dunque fornire il suo piccolo contributo per cambiare la visione esclusivamente ingegneristica dei trasporti, e spiegare le grandi possibilità che le infrastrutture possono dare, sia dal punto di vista economico, che sociale, che ambientale. In definitiva ci si chiede se una corretta pianificazione dei trasporti possa influenzare le dinamiche di formazione della metropoli, invertendo il processo di degrado delle città sviluppando delle positività urbane. Ci si chiede, insomma, la ferrovia può salvare il nostro territorio?File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/58289