La crisi finanziaria che ha avuto origine negli Stati Uniti a fine 2007 ha avuto grande impatto sull’economia nazionale e su quella di molti altri Paesi. Le cause di questa crisi sono molteplici, ma un ruolo fondamentale è ascrivibile alla deregulation bancaria, alle politiche di promozione della casa di proprietà attraverso le Government-sponsored enterprises e alla proliferazione nell’uso di strumenti finanziari derivati legati ad un mercato dei mutui subprime che aveva ridotto fortemente le garanzie richieste in passato. Questa configurazione di mercato ha portato ad una forte crescita del settore residenziale in termini di costruzioni, compravendite e prezzi. Tuttavia, non appena i cittadini hanno mostrato problemi di inadempienze, si è aperta una fase di declino che ha portato un’ondata di processi esecutivi, lo stallo del settore del credito e, con esso, del mercato residenziale. Quest’ultimo ha accusato il colpo soprattutto nei sandstates (Arizona, California, Florida e Nevada), delineando quella che è stata definita la “bolla immobiliare”. Successivamente la crisi si è estesa alle economia europee, ivi compresa quella italiana e al suo mercato residenziale. Nonostante una maggior solidità del sistema finanziario nazionale, la “stretta del credito” si è fatta sentire anche in Italia e il potere d’acquisto dei cittadini è calato significativamente. Anche il mercato residenziale ne ha risentito e il numero di compravendite nonché di nuove realizzazioni è calato drasticamente. A questo calo non è corrisposta una diminuzione dei prezzi, che nell’ultimo biennio sono rimasti sostanzialmente stabili. Il mercato di Milano ha avuto un andamento simile a quello nazionale per quanto riguarda transazioni e prezzi, mentre le nuove realizzazioni sono calate con ritardo rispetto a quanto avvenuto in Italia. Le vie d’uscita da questa crisi di settore sono essenzialmente tre: il rilancio dell’edilizia come volano per l’economia; l’accettazione del momento di crisi e la volontà di perseguire obiettivi qualitativi prima che quantitativi; la promozione di interventi di housing sociale e del mercato d’affitto privato alla luce della forte domanda inevasa.

La crisi e il mercato residenziale. Dalle cause statunitensi alle vie d’uscita per l’Italia

VANOSI, MARCO ALDO ROBERTO
2011/2012

Abstract

La crisi finanziaria che ha avuto origine negli Stati Uniti a fine 2007 ha avuto grande impatto sull’economia nazionale e su quella di molti altri Paesi. Le cause di questa crisi sono molteplici, ma un ruolo fondamentale è ascrivibile alla deregulation bancaria, alle politiche di promozione della casa di proprietà attraverso le Government-sponsored enterprises e alla proliferazione nell’uso di strumenti finanziari derivati legati ad un mercato dei mutui subprime che aveva ridotto fortemente le garanzie richieste in passato. Questa configurazione di mercato ha portato ad una forte crescita del settore residenziale in termini di costruzioni, compravendite e prezzi. Tuttavia, non appena i cittadini hanno mostrato problemi di inadempienze, si è aperta una fase di declino che ha portato un’ondata di processi esecutivi, lo stallo del settore del credito e, con esso, del mercato residenziale. Quest’ultimo ha accusato il colpo soprattutto nei sandstates (Arizona, California, Florida e Nevada), delineando quella che è stata definita la “bolla immobiliare”. Successivamente la crisi si è estesa alle economia europee, ivi compresa quella italiana e al suo mercato residenziale. Nonostante una maggior solidità del sistema finanziario nazionale, la “stretta del credito” si è fatta sentire anche in Italia e il potere d’acquisto dei cittadini è calato significativamente. Anche il mercato residenziale ne ha risentito e il numero di compravendite nonché di nuove realizzazioni è calato drasticamente. A questo calo non è corrisposta una diminuzione dei prezzi, che nell’ultimo biennio sono rimasti sostanzialmente stabili. Il mercato di Milano ha avuto un andamento simile a quello nazionale per quanto riguarda transazioni e prezzi, mentre le nuove realizzazioni sono calate con ritardo rispetto a quanto avvenuto in Italia. Le vie d’uscita da questa crisi di settore sono essenzialmente tre: il rilancio dell’edilizia come volano per l’economia; l’accettazione del momento di crisi e la volontà di perseguire obiettivi qualitativi prima che quantitativi; la promozione di interventi di housing sociale e del mercato d’affitto privato alla luce della forte domanda inevasa.
ARC I - Scuola di Architettura e Società
25-lug-2012
2011/2012
Tesi di laurea Magistrale
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