Ero ancora uno studente in cerca di un argomento interessante per la mia tesi di laurea quando don Giuliano Spagna, parroco di Castiglione delle Stiviere, mi propose di studiare la chiesa parrocchiale castiglionese. L’idea di occuparmi di una ricerca storica riguardante il principale edificio religioso della mia città m’incuriosì fin da subito per due motivi: in primo luogo perché mi avrebbe permesso di verificare i metodi di ricerca, analisi e sintesi appresi nei due anni del corso di laurea Magistrale in Architettura presso la Scuola di Architettura e Società del Politecnico di Milano; in secondo luogo per la possibilità di approfondire le mie conoscenze sulla storia di Castiglione delle Stiviere e dei suoi edifici storici, argomenti affrontati negli studi universitari, ma mai approfonditi in forma particolareggiata, per la quasi totale assenza di pubblicazioni specifiche al riguardo. E’ stato nell’estate 2010, che il parroco mi ha chiesto di scrivere la storia della chiesa parrocchiale per un’importante ricorrenza: nel 2011 il Duomo avrebbe compiuto 250 anni. Grazie a un documento inedito molto importante è stato possibile scoprire che il 10 maggio 1761 è stata collocata la prima pietra e che per il completamento effettivo della fabbrica ci sono voluti quasi venticinque anni. Poiché la nuova chiesa fu edificata nello stesso luogo su cui sorgeva la precedente chiesa romanica, è emerso un tale intreccio tra le due architetture, da “obbligare” allo studio di entrambe. Utilizzando i documenti dell’Archivio Storico Parrocchiale e quelli degli Archivi di Stato e Diocesano di Mantova, Brescia e Milano si è composto un ritratto articolato dell’edificio, dalla sua origine fino al suo assetto definitivo. La scelta di procedere in ordine cronologico, dall’atto della fondazione sino ad oggi, ha permesso di ricostruire, in ogni capitolo, la storia dell’edificio, mediante i confronti tra fonti archivistiche e manufatto. E’ stato possibile delineare un quadro piuttosto approfondito, anche se restano ancora alcuni interrogativi. Si è cercato di sopperire alla mancanza di documentazione e di testimonianze specifiche attraverso un’analisi minuziosa e particolareggiata di fatti ed elementi che hanno contribuito a determinare l’assetto dell’intera città di Castiglione delle Stiviere. Le notizie inedite, particolarmente abbondanti, hanno dilatato il campo d’indagine, inducendo a trattare anche degli altri luoghi di culto castiglionesi e di tutti coloro che hanno avuto un ruolo di rilievo nel governo locale delle amministrazioni civili ed ecclesiastiche. L’esplorazione degli Archivi Parrocchiali di Castiglione delle Stiviere, Montichiari e Lonato e dei materiali conservati presso gli Archivi delle città di Mantova, Brescia e Milano, ha consentito di acquisire notizie che da un lato contribuiscono a ricostruire alcuni aspetti della vita economica e culturale della zona, e dall’altro ad arricchire le conoscenze degli artefici che hanno lavorato nella chiesa parrocchiale. Tra questi è importante ricordare colui che la progettò, l’architetto bresciano Domenico Carboni, nonché chi pose in opera il progetto, il capomastro milanese Giovanni Battista Croppi. Nel panorama ampliatosi nel corso delle indagini é emerso inoltre il ruolo determinante della famiglia Tagliani, ossia di quegli artisti rezzatesi che con il marmo della località bresciana e non solo con quello, seppero realizzare manufatti straordinari. A Castiglione delle Stiviere questi collaborarono con numerosi architetti e artisti tra cui Marc’Antonio Tagliani, Rodolfo Vantini, Claudio Monti, Giovanni Battista Perabò, Paolo Gazzoli, Vincenzo Elena, Carlo Romano e Antonio Ghezzi. Tuttavia la loro partecipazione è documentata quasi esclusivamente per la realizzazione dei due altari più imponenti: quello del Santissimo Sacramento e quello della Beata Vergine Maria. Per la progettazione di quest’ultimo nel 1827 era stato indetto un concorso, che aveva visto la partecipazione dei seguenti architetti: Luigi Cagnola, Giovanni Antonio Antolini e i già citati Tagliani e Vantini. La presenza di tutti questi artisti nel territorio castiglionese permise ai parroci, alle confraternite e ai laici, di finanziare ed esibire opere sfarzose con l’intento di stupire e meravigliare. Con questo gusto per architetture tanto maestose e raffinate fu possibile sedurre emotivamente i fedeli, favorendo il completamento di opere che richiesero molto tempo e denaro. Fino ad oggi e per duecentocinquant’anni, nessuno studio complessivo era stato svolto sul Duomo di Castiglione. La seguente ricerca ha avuto come obiettivo quello di far conoscere la struttura architettonica dell’intero edificio, le fasi di lavorazione dei suoi altari e l’identificazione, per la prima volta, di numerosi artisti coinvolti nella “fabbrica del Duomo”. E’ certamente, motivo d’orgoglio aver nuovamente identificato il “vero” progettista Domenico Carboni, sfatando la convinzione che vedeva nel capomastro Giovanni Battista Croppi l’artefice principale dell’ambizioso progetto.

Il duomo di Castiglione delle Stiviere dall'antica pieve alla nuova collegiata

BESCHI, LUCA
2011/2012

Abstract

Ero ancora uno studente in cerca di un argomento interessante per la mia tesi di laurea quando don Giuliano Spagna, parroco di Castiglione delle Stiviere, mi propose di studiare la chiesa parrocchiale castiglionese. L’idea di occuparmi di una ricerca storica riguardante il principale edificio religioso della mia città m’incuriosì fin da subito per due motivi: in primo luogo perché mi avrebbe permesso di verificare i metodi di ricerca, analisi e sintesi appresi nei due anni del corso di laurea Magistrale in Architettura presso la Scuola di Architettura e Società del Politecnico di Milano; in secondo luogo per la possibilità di approfondire le mie conoscenze sulla storia di Castiglione delle Stiviere e dei suoi edifici storici, argomenti affrontati negli studi universitari, ma mai approfonditi in forma particolareggiata, per la quasi totale assenza di pubblicazioni specifiche al riguardo. E’ stato nell’estate 2010, che il parroco mi ha chiesto di scrivere la storia della chiesa parrocchiale per un’importante ricorrenza: nel 2011 il Duomo avrebbe compiuto 250 anni. Grazie a un documento inedito molto importante è stato possibile scoprire che il 10 maggio 1761 è stata collocata la prima pietra e che per il completamento effettivo della fabbrica ci sono voluti quasi venticinque anni. Poiché la nuova chiesa fu edificata nello stesso luogo su cui sorgeva la precedente chiesa romanica, è emerso un tale intreccio tra le due architetture, da “obbligare” allo studio di entrambe. Utilizzando i documenti dell’Archivio Storico Parrocchiale e quelli degli Archivi di Stato e Diocesano di Mantova, Brescia e Milano si è composto un ritratto articolato dell’edificio, dalla sua origine fino al suo assetto definitivo. La scelta di procedere in ordine cronologico, dall’atto della fondazione sino ad oggi, ha permesso di ricostruire, in ogni capitolo, la storia dell’edificio, mediante i confronti tra fonti archivistiche e manufatto. E’ stato possibile delineare un quadro piuttosto approfondito, anche se restano ancora alcuni interrogativi. Si è cercato di sopperire alla mancanza di documentazione e di testimonianze specifiche attraverso un’analisi minuziosa e particolareggiata di fatti ed elementi che hanno contribuito a determinare l’assetto dell’intera città di Castiglione delle Stiviere. Le notizie inedite, particolarmente abbondanti, hanno dilatato il campo d’indagine, inducendo a trattare anche degli altri luoghi di culto castiglionesi e di tutti coloro che hanno avuto un ruolo di rilievo nel governo locale delle amministrazioni civili ed ecclesiastiche. L’esplorazione degli Archivi Parrocchiali di Castiglione delle Stiviere, Montichiari e Lonato e dei materiali conservati presso gli Archivi delle città di Mantova, Brescia e Milano, ha consentito di acquisire notizie che da un lato contribuiscono a ricostruire alcuni aspetti della vita economica e culturale della zona, e dall’altro ad arricchire le conoscenze degli artefici che hanno lavorato nella chiesa parrocchiale. Tra questi è importante ricordare colui che la progettò, l’architetto bresciano Domenico Carboni, nonché chi pose in opera il progetto, il capomastro milanese Giovanni Battista Croppi. Nel panorama ampliatosi nel corso delle indagini é emerso inoltre il ruolo determinante della famiglia Tagliani, ossia di quegli artisti rezzatesi che con il marmo della località bresciana e non solo con quello, seppero realizzare manufatti straordinari. A Castiglione delle Stiviere questi collaborarono con numerosi architetti e artisti tra cui Marc’Antonio Tagliani, Rodolfo Vantini, Claudio Monti, Giovanni Battista Perabò, Paolo Gazzoli, Vincenzo Elena, Carlo Romano e Antonio Ghezzi. Tuttavia la loro partecipazione è documentata quasi esclusivamente per la realizzazione dei due altari più imponenti: quello del Santissimo Sacramento e quello della Beata Vergine Maria. Per la progettazione di quest’ultimo nel 1827 era stato indetto un concorso, che aveva visto la partecipazione dei seguenti architetti: Luigi Cagnola, Giovanni Antonio Antolini e i già citati Tagliani e Vantini. La presenza di tutti questi artisti nel territorio castiglionese permise ai parroci, alle confraternite e ai laici, di finanziare ed esibire opere sfarzose con l’intento di stupire e meravigliare. Con questo gusto per architetture tanto maestose e raffinate fu possibile sedurre emotivamente i fedeli, favorendo il completamento di opere che richiesero molto tempo e denaro. Fino ad oggi e per duecentocinquant’anni, nessuno studio complessivo era stato svolto sul Duomo di Castiglione. La seguente ricerca ha avuto come obiettivo quello di far conoscere la struttura architettonica dell’intero edificio, le fasi di lavorazione dei suoi altari e l’identificazione, per la prima volta, di numerosi artisti coinvolti nella “fabbrica del Duomo”. E’ certamente, motivo d’orgoglio aver nuovamente identificato il “vero” progettista Domenico Carboni, sfatando la convinzione che vedeva nel capomastro Giovanni Battista Croppi l’artefice principale dell’ambizioso progetto.
ARC I - Scuola di Architettura e Società
26-lug-2012
2011/2012
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/58724