In questo lavoro di tesi è stato affrontato il problema di definire la classe d’imballaggio per un composto soggetto ad autocombustione, nello specifico un fungicida. L’aspetto rilevante ha riguardato la determinazione del volume massimo per il trasporto, definito come la quantità limite al di sotto della quale si evitano fenomeni di autoaccensione che potrebbero invece verificarsi in caso in cui si abbiano quantitativi maggiori. Il Manuale delle Nazioni Unite per il trasporto propone già un metodo di classificazione di queste sostanze basato su test eseguiti in un forno in volumi diversi. Tuttavia la procedura e i volumi d’imballaggio proposti dal Manuale sono riferiti al carbone con un valore di energia di attivazione pari a 90 kJ/mol. Quest’ipotesi è molto limitante nel caso in cui si abbia a che fare con sostanze che presentano comportamenti differenti dal carbone durante il processo di autocombustione. Per questo motivo l’obiettivo del progetto è quello di definire un “protocollo sperimentale” effettuando prove calorimetriche, dalle quali poi si ricava la cinetica di combustione, e definendo il numero minimo di prove adatte a simulare il comportamento del composto in scale maggiori.

Determinazione del massimo volume per il trasporto di composti soggetti ad autocombustione

TRENTIN, GIADA
2011/2012

Abstract

In questo lavoro di tesi è stato affrontato il problema di definire la classe d’imballaggio per un composto soggetto ad autocombustione, nello specifico un fungicida. L’aspetto rilevante ha riguardato la determinazione del volume massimo per il trasporto, definito come la quantità limite al di sotto della quale si evitano fenomeni di autoaccensione che potrebbero invece verificarsi in caso in cui si abbiano quantitativi maggiori. Il Manuale delle Nazioni Unite per il trasporto propone già un metodo di classificazione di queste sostanze basato su test eseguiti in un forno in volumi diversi. Tuttavia la procedura e i volumi d’imballaggio proposti dal Manuale sono riferiti al carbone con un valore di energia di attivazione pari a 90 kJ/mol. Quest’ipotesi è molto limitante nel caso in cui si abbia a che fare con sostanze che presentano comportamenti differenti dal carbone durante il processo di autocombustione. Per questo motivo l’obiettivo del progetto è quello di definire un “protocollo sperimentale” effettuando prove calorimetriche, dalle quali poi si ricava la cinetica di combustione, e definendo il numero minimo di prove adatte a simulare il comportamento del composto in scale maggiori.
DELLAVEDOVA, MARCO
ING III - Scuola di Ingegneria dei Processi Industriali
25-lug-2012
2011/2012
Tesi di laurea Magistrale
File allegati
File Dimensione Formato  
2012_07_Trentin.pdf

non accessibile

Descrizione: Testo della tesi
Dimensione 3.61 MB
Formato Adobe PDF
3.61 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri

I documenti in POLITesi sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/59341