Il discorso che qui viene affrontato ruota intorno a due figure, ad un tema centrale ed alle soluzioni concrete che vengono date: si tratta appunto di Marco Zanuso, progettista milanese che vede nel concetto di industrializzazione il suo principale punto di focalizzazione del progetto, in quanto mezzo di produzione, sia di componenti per l’edilizia, sia di oggetti; e di Adriano Olivetti, industriale piemontese che allarga le sue vedute alla società che coinvolge la fabbrica e che dalla fabbrica a sua volta è coinvolta, creando un discorso che non è solo economico di profitto, ma diventa politico (Movimento di Comunità), culturale (Edizioni di Comunità), urbanistico (INU, Piano regolatore della Valle d’Aosta, Unrra-casas, I-rur) e, soprattutto, sociale. Il tema fondamentale è dunque la fabbrica, in quanto luogo di produzione e di costruzione, di idee e di vita, d’incontro e di scontri. Le soluzioni sono nelle realizzazioni pratiche degli stabilimenti che l’architetto progetta per la Olivetti, simboli di un’azienda che ha trovato nel secondo dopoguerra la sua consolidata espansione internazionale: le fabbriche sono quelle di Merlo (Argentina) e San Paolo (Brasile), ma la collaborazione continua anche Successivamente alla scomparsa di Adriano Olivetti, con la commessa dei complessi italiani di Scarmagno, Crema e Marcianise (progettati con Eduardo Vittoria). I vocaboli che stanno alla base dei rapporti instauratisi sono: ‘prefabbricazione’, ‘progettazione partecipata’, ‘democraticità di progetto’ ed ‘industrializzazione’. I concetti che conseguono sono quelli che derivano dalla concretezza dei temi che trovano riscontro nella realtà costruttiva di ‘paesaggi’ industriali, i quali sono organizzati in base al ‘modulo’ (campata, sistema portante), che diventa l’oggetto di costruzione del ‘paesaggio’ stesso: flessibile, ampliabile e liberamente gestibile. Il modulo, a sua volta permette una gestione dei fattori ambientali (aria, ingresso della luce naturale, illuminazione artificiale, distribuzione degli impianti), consentendo anche il controllo degli aspetti più strettamente organizzativi di gestione dei costi e dei tempi di cantiere.

Marco Zanuso ed Adriano Olivetti. Industrializzazione e progetto

CIGLIANO, FRANCESCA
2009/2010

Abstract

Il discorso che qui viene affrontato ruota intorno a due figure, ad un tema centrale ed alle soluzioni concrete che vengono date: si tratta appunto di Marco Zanuso, progettista milanese che vede nel concetto di industrializzazione il suo principale punto di focalizzazione del progetto, in quanto mezzo di produzione, sia di componenti per l’edilizia, sia di oggetti; e di Adriano Olivetti, industriale piemontese che allarga le sue vedute alla società che coinvolge la fabbrica e che dalla fabbrica a sua volta è coinvolta, creando un discorso che non è solo economico di profitto, ma diventa politico (Movimento di Comunità), culturale (Edizioni di Comunità), urbanistico (INU, Piano regolatore della Valle d’Aosta, Unrra-casas, I-rur) e, soprattutto, sociale. Il tema fondamentale è dunque la fabbrica, in quanto luogo di produzione e di costruzione, di idee e di vita, d’incontro e di scontri. Le soluzioni sono nelle realizzazioni pratiche degli stabilimenti che l’architetto progetta per la Olivetti, simboli di un’azienda che ha trovato nel secondo dopoguerra la sua consolidata espansione internazionale: le fabbriche sono quelle di Merlo (Argentina) e San Paolo (Brasile), ma la collaborazione continua anche Successivamente alla scomparsa di Adriano Olivetti, con la commessa dei complessi italiani di Scarmagno, Crema e Marcianise (progettati con Eduardo Vittoria). I vocaboli che stanno alla base dei rapporti instauratisi sono: ‘prefabbricazione’, ‘progettazione partecipata’, ‘democraticità di progetto’ ed ‘industrializzazione’. I concetti che conseguono sono quelli che derivano dalla concretezza dei temi che trovano riscontro nella realtà costruttiva di ‘paesaggi’ industriali, i quali sono organizzati in base al ‘modulo’ (campata, sistema portante), che diventa l’oggetto di costruzione del ‘paesaggio’ stesso: flessibile, ampliabile e liberamente gestibile. Il modulo, a sua volta permette una gestione dei fattori ambientali (aria, ingresso della luce naturale, illuminazione artificiale, distribuzione degli impianti), consentendo anche il controllo degli aspetti più strettamente organizzativi di gestione dei costi e dei tempi di cantiere.
BARAZZETTA, GIULIO
ARC II - Facolta' di Architettura Civile
21-lug-2010
2009/2010
Tesi di laurea Magistrale
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