Se l’arte e con essa il cinema, sono nel stati tempo forti osservatori e anticipatori del percorso della società, allora stiamo assistendo a sviluppi che guidano verso una coesistenza sempre più consolidata, di espressioni e rappresentazioni che guardano alla realizzazione di un immaginario attraverso l’immateriale nel mondo reale; il cinema prima e delle trasmissioni televisive in seguito, hanno contribuito allo sviluppo di questa nuova forma di espressione che come ha raggiunto l’interno degli spazi privati, ha successivamente coinvolto anche quelli pubblici. Lo sviluppo tecnologico ed i forti cambiamenti del percepire gli spazi e il tempo hanno contribuito alla formazione di una società dell’effimero e dell’abbattimento di relazioni tra luogo e funzioni; anche le forme d’arte si sono indirizzate verso un dissolvimento materiale, contaminando così ogni luogo e superficie della città e nella componente urbana lo spazio da cui trarre influenze da metabolizzare. Il progetto vuole proporre di rivalutare lo spazio del mezzanino del Passante di stazione Garibaldi attraverso un sistema/laboratorio dedicato al dialogo tra giovani creativi nel contesto del video e la società che vive questi luoghi nella quotidianità, attribuendo nuovi significati e potenzialità. Il contesto amplifica l’importanza del rapporto con lo spazio e di conseguenza del valore delle reti di collegamento come sistemi stimolanti relazioni. Il progetto intende a sua volta relazionarsi allo spazio e alle sue esigenze in modo non invasivo, presenze “deboli”, di una debolezza che fa però del legame con i flussi il suo punto di forza. Le giovani menti si confronteranno in più con un luogo di transito, in cui raramente ci troviamo a nostro agio, e con i loro interventi hanno cercheranno quindi di parlare alle persone e innescare dubbi e domande. Si definisce un processo comunicativo come una grande vetrina espositiva, costituita da luoghi in continuo aggiornamento; allo stesso tempo un laboratorio aperto che si introduce nel tessuto urbano come qualità aggiunta, un contesto inoltre dove ampliare e qualificare la pausa, sia essa sotto la necessità di attesa o di più importante forma di attività.

LOV : Laboratorio Opensource Videocreativo

GAIOTTO, ALBERTO
2011/2012

Abstract

Se l’arte e con essa il cinema, sono nel stati tempo forti osservatori e anticipatori del percorso della società, allora stiamo assistendo a sviluppi che guidano verso una coesistenza sempre più consolidata, di espressioni e rappresentazioni che guardano alla realizzazione di un immaginario attraverso l’immateriale nel mondo reale; il cinema prima e delle trasmissioni televisive in seguito, hanno contribuito allo sviluppo di questa nuova forma di espressione che come ha raggiunto l’interno degli spazi privati, ha successivamente coinvolto anche quelli pubblici. Lo sviluppo tecnologico ed i forti cambiamenti del percepire gli spazi e il tempo hanno contribuito alla formazione di una società dell’effimero e dell’abbattimento di relazioni tra luogo e funzioni; anche le forme d’arte si sono indirizzate verso un dissolvimento materiale, contaminando così ogni luogo e superficie della città e nella componente urbana lo spazio da cui trarre influenze da metabolizzare. Il progetto vuole proporre di rivalutare lo spazio del mezzanino del Passante di stazione Garibaldi attraverso un sistema/laboratorio dedicato al dialogo tra giovani creativi nel contesto del video e la società che vive questi luoghi nella quotidianità, attribuendo nuovi significati e potenzialità. Il contesto amplifica l’importanza del rapporto con lo spazio e di conseguenza del valore delle reti di collegamento come sistemi stimolanti relazioni. Il progetto intende a sua volta relazionarsi allo spazio e alle sue esigenze in modo non invasivo, presenze “deboli”, di una debolezza che fa però del legame con i flussi il suo punto di forza. Le giovani menti si confronteranno in più con un luogo di transito, in cui raramente ci troviamo a nostro agio, e con i loro interventi hanno cercheranno quindi di parlare alle persone e innescare dubbi e domande. Si definisce un processo comunicativo come una grande vetrina espositiva, costituita da luoghi in continuo aggiornamento; allo stesso tempo un laboratorio aperto che si introduce nel tessuto urbano come qualità aggiunta, un contesto inoltre dove ampliare e qualificare la pausa, sia essa sotto la necessità di attesa o di più importante forma di attività.
ARC III - Scuola del Design
27-lug-2012
2011/2012
Tesi di laurea Magistrale
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