This thesis arises from the desire to investigate critically the effects and changes in the manufacturing sector connected with advanced economies, in relation to the availability of new tools for digital production. The wave of "democratization" that hit these instruments - until recently, generally relegated to specialized companies only - has made digital production attractive even to tiny and micro companies, contributing, at the same time, to the birth of some new manufacturing start-up. This research aims to demonstrate that this companies are able to use the handcrafts dimension which is not only complementary and inseparable from the technological know- how but also useful define their identity. Studying different cases I discovered that for these companies, knowing how to work the material with traditional tools (the analogical ones) is nothing but the essential precondition for the introduction of new technologies (digital). From this connection between analogical and digital arise, therefore, the microfactories, a molecular entity which is the basis for the construction of a brand new local production. This scenario could more properly be called "urban", given the ability of companies to establish within the urban setting, the source of two important advantages: the culture giving birth to their products and the proximity to their users. Once analyzed the most recognizable traits of microfactories, it has been made an effort of interpretation, which has led to the definition of the setting linked to the evolution of the urban context in which to place the development of these new production units. The ultimate purpose of this project is therefore to highlight the growth of a promising spontaneous event, to which the design - seen in its multidisciplinary and systemic size - could (and should) address, readjusting priorities and design tools to the new environment. Consequently, the designer who works for microfactories should first extend the coverage of his plan from the product to the entire company and afterwards rethink the forms of organization and production sites according to their dual nature of centers and distributed network. My thinking about the construction of new settings is explained in the second level of intervention, faced during the last part of the research.

Questa tesi nasce dalla volontà di indagare in modo critico gli effetti e le trasformazioni del settore manifatturiero legato alle economie avanzate, in relazione alla nuova disponibilità di strumenti di fabbricazione digitali. L’ondata di “democratizzazione” che ha investito tali strumenti - fino a poco tempo fa generalmente relegati alle sole imprese specializzate - ha reso appetibile la fabbricazione digitale anche alle piccolissime e alle micro realtà produttive, contribuendo, al contempo, alla nascita di nuove giovani start up manifatturiere. Come questa ricerca vuole dimostrare, la dimensione complementare e inscindibile dal know-how tecnologico di cui dispongono tali imprese, è la dimensione artigianale, che contribuisce a definirne l’identità. Ciò che ho riscontrato dall’analisi dei casi studio è che, per tali imprese, saper lavorare la materia con gli strumenti tradizionali (analogici) non è altro che la precondizione essenziale per l’introduzione delle nuove tecnologie (digitali). Da questo sodalizio tra analogico e digitale nascono dunque le microfactory, nuova entità molecolare che costituisce la base per la costruzione di un inedito scenario produttivo locale. Scenario che potrebbe definirsi più propriamente “urbano”, data la capacità delle imprese di insediarsi all’interno del tessuto metropolitano, fonte di due importanti vantaggi: la cultura che dà vita ai loro prodotti e la prossimità con i loro utenti. Una volta analizzati i tratti più riconoscibili delle microfactory, si è compiuto uno sforzo interpretativo, che ha portato alla definizione della scenaristica legata all’evoluzione del contesto urbano in cui collocare lo sviluppo di queste nuove unità produttive. L’obiettivo finale di questo progetto è dunque quello di mettere in luce l’emersione di un fenomeno spontaneo promettente, verso il quale il design - inteso nella sua manifestazione sistemica e multidisciplinare - potrebbe (e dovrebbe) rivolgersi, riadattando al nuovo contesto le priorità e gli strumenti progettuali. Di conseguenza, il designer che progetta per le microfactory dovrà in primo luogo estendere l’oggetto del suo intervento dal prodotto all’intera impresa e, successivamente, ripensare le forme di organizzazione e i luoghi della produzione in funzione della loro doppia natura di centri situati e network diffusi. Ed è in questo secondo livello di intervento, affrontato durante l’ultima fase della ricerca, che si inserisce la mia riflessione sulla costruzione di nuovi scenari.

Microfactory everywhere. L’emersione di un nuovo scenario per la produzione manifatturiera locale tra artigianalità, fabbricazione avanzata e nuovo ruolo del design

CARELLI, ALESSANDRO
2011/2012

Abstract

This thesis arises from the desire to investigate critically the effects and changes in the manufacturing sector connected with advanced economies, in relation to the availability of new tools for digital production. The wave of "democratization" that hit these instruments - until recently, generally relegated to specialized companies only - has made digital production attractive even to tiny and micro companies, contributing, at the same time, to the birth of some new manufacturing start-up. This research aims to demonstrate that this companies are able to use the handcrafts dimension which is not only complementary and inseparable from the technological know- how but also useful define their identity. Studying different cases I discovered that for these companies, knowing how to work the material with traditional tools (the analogical ones) is nothing but the essential precondition for the introduction of new technologies (digital). From this connection between analogical and digital arise, therefore, the microfactories, a molecular entity which is the basis for the construction of a brand new local production. This scenario could more properly be called "urban", given the ability of companies to establish within the urban setting, the source of two important advantages: the culture giving birth to their products and the proximity to their users. Once analyzed the most recognizable traits of microfactories, it has been made an effort of interpretation, which has led to the definition of the setting linked to the evolution of the urban context in which to place the development of these new production units. The ultimate purpose of this project is therefore to highlight the growth of a promising spontaneous event, to which the design - seen in its multidisciplinary and systemic size - could (and should) address, readjusting priorities and design tools to the new environment. Consequently, the designer who works for microfactories should first extend the coverage of his plan from the product to the entire company and afterwards rethink the forms of organization and production sites according to their dual nature of centers and distributed network. My thinking about the construction of new settings is explained in the second level of intervention, faced during the last part of the research.
ARC III - Scuola del Design
27-lug-2012
2011/2012
Questa tesi nasce dalla volontà di indagare in modo critico gli effetti e le trasformazioni del settore manifatturiero legato alle economie avanzate, in relazione alla nuova disponibilità di strumenti di fabbricazione digitali. L’ondata di “democratizzazione” che ha investito tali strumenti - fino a poco tempo fa generalmente relegati alle sole imprese specializzate - ha reso appetibile la fabbricazione digitale anche alle piccolissime e alle micro realtà produttive, contribuendo, al contempo, alla nascita di nuove giovani start up manifatturiere. Come questa ricerca vuole dimostrare, la dimensione complementare e inscindibile dal know-how tecnologico di cui dispongono tali imprese, è la dimensione artigianale, che contribuisce a definirne l’identità. Ciò che ho riscontrato dall’analisi dei casi studio è che, per tali imprese, saper lavorare la materia con gli strumenti tradizionali (analogici) non è altro che la precondizione essenziale per l’introduzione delle nuove tecnologie (digitali). Da questo sodalizio tra analogico e digitale nascono dunque le microfactory, nuova entità molecolare che costituisce la base per la costruzione di un inedito scenario produttivo locale. Scenario che potrebbe definirsi più propriamente “urbano”, data la capacità delle imprese di insediarsi all’interno del tessuto metropolitano, fonte di due importanti vantaggi: la cultura che dà vita ai loro prodotti e la prossimità con i loro utenti. Una volta analizzati i tratti più riconoscibili delle microfactory, si è compiuto uno sforzo interpretativo, che ha portato alla definizione della scenaristica legata all’evoluzione del contesto urbano in cui collocare lo sviluppo di queste nuove unità produttive. L’obiettivo finale di questo progetto è dunque quello di mettere in luce l’emersione di un fenomeno spontaneo promettente, verso il quale il design - inteso nella sua manifestazione sistemica e multidisciplinare - potrebbe (e dovrebbe) rivolgersi, riadattando al nuovo contesto le priorità e gli strumenti progettuali. Di conseguenza, il designer che progetta per le microfactory dovrà in primo luogo estendere l’oggetto del suo intervento dal prodotto all’intera impresa e, successivamente, ripensare le forme di organizzazione e i luoghi della produzione in funzione della loro doppia natura di centri situati e network diffusi. Ed è in questo secondo livello di intervento, affrontato durante l’ultima fase della ricerca, che si inserisce la mia riflessione sulla costruzione di nuovi scenari.
Tesi di laurea Magistrale
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