Qualsiasi attività volta alla tutela ed alla conservazione del patrimonio architettonico necessita, come prima istanza, lo studio e la conservazione approfondita del manufatto esistente. Il presente elaborato si pone come obiettivo quello di stabilire un primo step nella complessa elaborazione del progetto di restauro, ricostruendo la storia dell’edificio attingendo direttamente da fonti documentarie d’archivio. L’elaborato ha come oggetto di studio gli interventi di trasformazione e restauro, dalle origini ai giorni nostri, eseguiti nel Palazzo Dugnani, sito in Via Manin 2 a Milano, sorto tra il XVII-XVIII secolo unitamente al parco annesso, oggi denominato Giardini Pubblici. Le manutenzioni, causate dai diversi utilizzi del palazzo, hanno portato al rifacimento totale o parziale di alcune parti. A soffrirne furono soprattutto le coperture e, in seguito alle infiltrazioni dell’acqua piovana negli interni, anche volte e murature. Molti di questi danni sono stati provocati dai bombardamenti della seconda Guerra Mondiale, ma anche dall’incuria, responsabile della cancellazione di preziose testimonianze storiche. Per poter analizzare la storia di palazzo Dugnani, ho dovuto fare un’analisi sulla storia della città, sul contesto urbano e sulla storia economica, nel periodo in cui l’edificio era al massimo splendore, fra il XVIII e XIX secolo. Questi tre elementi d’analisi, sono stati fondamentali per poter contestualizzare la fabbrica nelle vicende storiche e economiche nel periodo considerato e ricostruire gli accadimenti salienti della città di Milano, che a volte coincidevano anche con il nostro edificio, ne sono un esempio le vicende costruttive dell’impresa dei Fé, oltre ad avere il monopolio della ricostruzione degli edifici pubblici di Milano, ha ristrutturato anche quelli privati, fra cui Palazzo Dugnani. Dopo un’attenta analisi storica, economica e urbana, abbiamo analizzato le dimore private del periodo preso in esame, per poter cercare di ricostruire l’assetto interno ed esterno, originario di Palazzo Dugnani. Per questo argomento uno dei più importanti libri che ho preso in esame è “Principi di architettura civile” di F. Milizia del 1781. Questa fase di ricerca mi ha aiutato ad interpretare meglio la descrizione settecentesca di Palazzo Casati, ritrovata nel Archivio di Stato del Comune di Milano, nella filza 41049 degli Atti Notarili del Notaio Gio. Francesco Q. Carlo datata 29 Aprile 1743. L’edificio si presenta ai giorni nostri con un corpo principale che segue l’andamento irregolare della strada e due ali laterali che sporgono verso il Parco, oggi i Giardini Pubblici di Via Palestro. L’edificio come abbiamo potuto osservare dalle planimetrie catastali rintracciate al Archivio di Stato di Milano all’Ufficio Catasti, ha avuto diverse ristrutturazioni di riassetto planimetrico dell’edificio, ultimi i lavori dell’Architetto Giuseppe Balzaretto con progetto del 1846 per il Comune di Milano. Come abbiamo potuto constatare il Palazzo è passato nelle mani di diverse famiglie nobili tra il 1700 e il 1800, dai Cavalchini, agli Andreotti, ai Casati e per finire alla famiglia Dugnani, quest’ultimo ha venduto la fabbrica al Comune di Milano nel 1846, che l’ha utilizzato come sede del Collegio Femminile delle Fanciulle, come sede del Museo Civico di Storia Naturale e poi sede della Scuola Femminile “A. Manzoni”, per arrivare ai nostri giorni dove troviamo nel ala nord l’Università della terza età del Comune di Milano e l’ala sud è inutilizzata. Tutti questi cambiamenti hanno beneficiato della realizzazione di opere di consolidamento, ricostruzione e adattamento a nuovo uso. Ma i lavori degli ultimi anni, soprattutto i restauri degli affreschi Tiepoleschi della Sala da Ballo nell’ala sud dell’edificio, hanno mostrato scarsa sensibilità per la qualità e l’estensione delle stratificazioni di fabbrica, nonostante la recente pubblicazione di studi, relative al testo di Maria Teresa Fiorio e Valerio Terraroli, “Tiepolo e le storie di Scipione: il maestro veneziano e i seguaci a palazzo Casati Dugnani a Milano”, Skira, Milano, 2009. Con un’attenta analisi dei documenti storici, sia manoscritti sia documentazione fotografica o a stampa, analizzati nelle diverse sedi d’archivio, ho potuto verificare le varie stratigrafie e l’evoluzione del corpo di fabbrica, con questo ho potuto acquistare una piena consapevolezza delle fasi di trasformazione del palazzo, dall’originario organismo seicentesco, fino ai giorni nostri. Gli archivi consultati sono: Archivio di Stato di Milano con la consultazione del Fondo Notarile, del Fondo Genio Civile. Archivio Storico Civico di Milano con la consultazione degli atti del Consiglio Comunale, Fondo delle Famiglie e Fondo delle Località Milanesi. Biblioteca del Museo Civico di Storia Naturale con la consultazione dell’Archivio Cornalia, dell’Archivio Giorgio Jan e dell’Archivio del Museo Civico di Storia Naturale. Questi sono gli archivi dove ho trovato materiale su Palazzo Dugnani, molti altri ne sono stati consultati senza trovare nessuna informazione rilevante. Questa ricerca d’archivio deve avere una conseguenza nelle fasi della salvaguardia, dal momento che è teso a sottolineare, coerentemente con la moderna visione del restauro, la necessità della conservazione della fabbrica così come ci è pervenuta, nel pieno rispetto della sua odierna consistenza materica. In questa ricerca non ho potuto tralasciare gli affreschi presenti nel lato sud di Palazzo Dugnani, un tempo il lato nobile della fabbrica, alcuni andati persi durante la seconda Guerra Mondiali, altri lacunosi, ma i più importanti sono quelli del salone da Ballo dipinti da Giambattista Tiepolo durante uno dei suoi viaggi a Milano molto probabilmente quello del 1731, quando affrescò anche le sale di Palazzo Archinto in via Olmetto a Milano. Ultimo, ma non meno importante è stato lo studio sui Giardini Pubblici, prima di diventare proprietà del Comune di Milano costituivano il Parco di Palazzo Dugnani. Possiamo affermare che i Giardini pubblici nascono nel 1783, con la soppressione del monastero delle Carcanine e la demolizione della chiesa di san Dionigi, compresa quella dei loro orti e giardini. Il progetto era del Piermarini e prevedeva la tipologia di giardino all’Italiana. Nel 1856 dopo dieci anni dall’acquisto del Palazzo da parte del Comune di Milano, il parco e le ortaglie vengono trasformate in area verde e annesse ai vecchi giardini, con progetto dell’architetto Giuseppe Balzaretto, con la tipologia di giardino all’Inglese molto in voga in quel periodo.La presente ricerca ha mirato a ricercare le condizioni per cui anche i valori testimoniali possono essere salvaguardati, poiché tutto quello che si è stratificato nel tempo, rappresenta la realtà stessa dell’architettura. Naturalmente, il felice conseguimento del detto obiettivo dipende largamente dalla capacità di saper pervenire a una conoscenza del manufatto riguardante tutto l’arco della sua vita, attraverso sia indagini mirate (con l’utilizzo di moderne apparecchiature e la pratica di saggi non invasivi), interrogando direttamente la fabbrica dal punto di vista storico-critico.

Palazzo Dugnani a Milano tra XVIII-XIX secolo : da casa nobile a museo

ROSSI, ILARIA
2011/2012

Abstract

Qualsiasi attività volta alla tutela ed alla conservazione del patrimonio architettonico necessita, come prima istanza, lo studio e la conservazione approfondita del manufatto esistente. Il presente elaborato si pone come obiettivo quello di stabilire un primo step nella complessa elaborazione del progetto di restauro, ricostruendo la storia dell’edificio attingendo direttamente da fonti documentarie d’archivio. L’elaborato ha come oggetto di studio gli interventi di trasformazione e restauro, dalle origini ai giorni nostri, eseguiti nel Palazzo Dugnani, sito in Via Manin 2 a Milano, sorto tra il XVII-XVIII secolo unitamente al parco annesso, oggi denominato Giardini Pubblici. Le manutenzioni, causate dai diversi utilizzi del palazzo, hanno portato al rifacimento totale o parziale di alcune parti. A soffrirne furono soprattutto le coperture e, in seguito alle infiltrazioni dell’acqua piovana negli interni, anche volte e murature. Molti di questi danni sono stati provocati dai bombardamenti della seconda Guerra Mondiale, ma anche dall’incuria, responsabile della cancellazione di preziose testimonianze storiche. Per poter analizzare la storia di palazzo Dugnani, ho dovuto fare un’analisi sulla storia della città, sul contesto urbano e sulla storia economica, nel periodo in cui l’edificio era al massimo splendore, fra il XVIII e XIX secolo. Questi tre elementi d’analisi, sono stati fondamentali per poter contestualizzare la fabbrica nelle vicende storiche e economiche nel periodo considerato e ricostruire gli accadimenti salienti della città di Milano, che a volte coincidevano anche con il nostro edificio, ne sono un esempio le vicende costruttive dell’impresa dei Fé, oltre ad avere il monopolio della ricostruzione degli edifici pubblici di Milano, ha ristrutturato anche quelli privati, fra cui Palazzo Dugnani. Dopo un’attenta analisi storica, economica e urbana, abbiamo analizzato le dimore private del periodo preso in esame, per poter cercare di ricostruire l’assetto interno ed esterno, originario di Palazzo Dugnani. Per questo argomento uno dei più importanti libri che ho preso in esame è “Principi di architettura civile” di F. Milizia del 1781. Questa fase di ricerca mi ha aiutato ad interpretare meglio la descrizione settecentesca di Palazzo Casati, ritrovata nel Archivio di Stato del Comune di Milano, nella filza 41049 degli Atti Notarili del Notaio Gio. Francesco Q. Carlo datata 29 Aprile 1743. L’edificio si presenta ai giorni nostri con un corpo principale che segue l’andamento irregolare della strada e due ali laterali che sporgono verso il Parco, oggi i Giardini Pubblici di Via Palestro. L’edificio come abbiamo potuto osservare dalle planimetrie catastali rintracciate al Archivio di Stato di Milano all’Ufficio Catasti, ha avuto diverse ristrutturazioni di riassetto planimetrico dell’edificio, ultimi i lavori dell’Architetto Giuseppe Balzaretto con progetto del 1846 per il Comune di Milano. Come abbiamo potuto constatare il Palazzo è passato nelle mani di diverse famiglie nobili tra il 1700 e il 1800, dai Cavalchini, agli Andreotti, ai Casati e per finire alla famiglia Dugnani, quest’ultimo ha venduto la fabbrica al Comune di Milano nel 1846, che l’ha utilizzato come sede del Collegio Femminile delle Fanciulle, come sede del Museo Civico di Storia Naturale e poi sede della Scuola Femminile “A. Manzoni”, per arrivare ai nostri giorni dove troviamo nel ala nord l’Università della terza età del Comune di Milano e l’ala sud è inutilizzata. Tutti questi cambiamenti hanno beneficiato della realizzazione di opere di consolidamento, ricostruzione e adattamento a nuovo uso. Ma i lavori degli ultimi anni, soprattutto i restauri degli affreschi Tiepoleschi della Sala da Ballo nell’ala sud dell’edificio, hanno mostrato scarsa sensibilità per la qualità e l’estensione delle stratificazioni di fabbrica, nonostante la recente pubblicazione di studi, relative al testo di Maria Teresa Fiorio e Valerio Terraroli, “Tiepolo e le storie di Scipione: il maestro veneziano e i seguaci a palazzo Casati Dugnani a Milano”, Skira, Milano, 2009. Con un’attenta analisi dei documenti storici, sia manoscritti sia documentazione fotografica o a stampa, analizzati nelle diverse sedi d’archivio, ho potuto verificare le varie stratigrafie e l’evoluzione del corpo di fabbrica, con questo ho potuto acquistare una piena consapevolezza delle fasi di trasformazione del palazzo, dall’originario organismo seicentesco, fino ai giorni nostri. Gli archivi consultati sono: Archivio di Stato di Milano con la consultazione del Fondo Notarile, del Fondo Genio Civile. Archivio Storico Civico di Milano con la consultazione degli atti del Consiglio Comunale, Fondo delle Famiglie e Fondo delle Località Milanesi. Biblioteca del Museo Civico di Storia Naturale con la consultazione dell’Archivio Cornalia, dell’Archivio Giorgio Jan e dell’Archivio del Museo Civico di Storia Naturale. Questi sono gli archivi dove ho trovato materiale su Palazzo Dugnani, molti altri ne sono stati consultati senza trovare nessuna informazione rilevante. Questa ricerca d’archivio deve avere una conseguenza nelle fasi della salvaguardia, dal momento che è teso a sottolineare, coerentemente con la moderna visione del restauro, la necessità della conservazione della fabbrica così come ci è pervenuta, nel pieno rispetto della sua odierna consistenza materica. In questa ricerca non ho potuto tralasciare gli affreschi presenti nel lato sud di Palazzo Dugnani, un tempo il lato nobile della fabbrica, alcuni andati persi durante la seconda Guerra Mondiali, altri lacunosi, ma i più importanti sono quelli del salone da Ballo dipinti da Giambattista Tiepolo durante uno dei suoi viaggi a Milano molto probabilmente quello del 1731, quando affrescò anche le sale di Palazzo Archinto in via Olmetto a Milano. Ultimo, ma non meno importante è stato lo studio sui Giardini Pubblici, prima di diventare proprietà del Comune di Milano costituivano il Parco di Palazzo Dugnani. Possiamo affermare che i Giardini pubblici nascono nel 1783, con la soppressione del monastero delle Carcanine e la demolizione della chiesa di san Dionigi, compresa quella dei loro orti e giardini. Il progetto era del Piermarini e prevedeva la tipologia di giardino all’Italiana. Nel 1856 dopo dieci anni dall’acquisto del Palazzo da parte del Comune di Milano, il parco e le ortaglie vengono trasformate in area verde e annesse ai vecchi giardini, con progetto dell’architetto Giuseppe Balzaretto, con la tipologia di giardino all’Inglese molto in voga in quel periodo.La presente ricerca ha mirato a ricercare le condizioni per cui anche i valori testimoniali possono essere salvaguardati, poiché tutto quello che si è stratificato nel tempo, rappresenta la realtà stessa dell’architettura. Naturalmente, il felice conseguimento del detto obiettivo dipende largamente dalla capacità di saper pervenire a una conoscenza del manufatto riguardante tutto l’arco della sua vita, attraverso sia indagini mirate (con l’utilizzo di moderne apparecchiature e la pratica di saggi non invasivi), interrogando direttamente la fabbrica dal punto di vista storico-critico.
ARC I - Scuola di Architettura e Società
3-ott-2012
2011/2012
Tesi di laurea Magistrale
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