Centro comunitario per donne a Bukavu. La filiera del bambù per l'autocostruzione

This thesis begins with a international humanitarian project, presented in workshop Build Our Nation, to make a shelter for women in the Democratic Republic of Congo. The project in question proceeds, then, in an independent manner. It plans to build the center on a modular system, blocks of predefined size and different functions entirely in bamboo tied. The aim of the project is to create really the Centre, at the hands of women, guests and manufacturers, in a view of self construction, using construction technologies accustomed to them, traditional, trying to limit the imported components. The plinths, therefore, are of sheet bins filled concrete, the walls are made of a frame system, at the ground, and linked to each other in altitude. The finishes are made of woven bamboo, if necessary covered with clay. The attentions of the case are many, not to neglect any aspect of the design, to ensure constructions that are simple, but strong and meet the needs of comfort. The roofs are, therefore, inclined, the buildings are on one floor, as in the local building traditions and raised from the ground to allow the ventilation, covers adequately protruding to ensure shading. The checks on the structure, however, mustn’t be neglected: on the roof, on the frame system, on the braces, and even on the foundations, verifying that they provide adequate stability to the structure. Occurs the strength of bamboo as a building material. It not only has excellent mechanical properties, but it is used within the Centre for various other purposes, entering into a veritable spinneret, it is planted, cultivated, used to build, as a source of heat, to create items to sell. The services are adequately investigated, such as wells, stoves, toilets. What can be demonstrated with this project is that it is possible to return to the use of a more simple technologies, of self construction, and alternative construction systems, without the risk of compromising the final aesthetic quality or stability of a structure.

Questa tesi parte da un progetto umanitario internazionale, presentato nel workshop Build Our Nation, per realizzare un centro di accoglienza per donne nella Repubblica Democratica del Congo. Il progetto in questione procede, poi, in modo indipendente. E’ prevista la realizzazione del Centro secondo un sistema modulare, di blocchi di dimensioni predefinite e differenti funzioni, interamente in bambù legato. La finalità del progetto è realizzare realmente il Centro, per mano delle donne, fruitrici e costruttrici, in un’ ottica di autocostruzione; quindi si utilizzano tecnologie costruttive ad esse avvezze, tradizionali, cercando di limitare i componenti importati. I plinti, perciò, sono bidoni di lamiera riempiti in calcestruzzo, le pareti sono dei sistemi a telaio realizzati a terra e legate tra loro in quota. Le finiture sono moduli di bambù intrecciato, all’occorrenza rivestiti con terra cruda. Le accortezze del caso sono molteplici, per non trascurare nessun aspetto della progettazione, per garantire costruzioni semplici, ma resistenti e che rispondano ad esigenze di comfort. I tetti, perciò, sono inclinati, gli edifici sono ad un solo piano, come nella tradizione costruttiva locale e rialzati da terra per consentire la ventilazione, le coperture sporgenti in modo da garantire ombreggiamento. Non vanno trascurate le verifiche sulla struttura: sulla copertura, sul sistema a telaio, sui controventi, e ancora sulle fondazioni, appurando che queste forniscano adeguata stabilità alla struttura. Si verifica la resistenza del bambù come materiale da costruzione. Esso non solo possiede ottime caratteristiche meccaniche, ma viene utilizzato all’interno del Centro per altri svariati scopi, inserendosi in una vera e propria filiera; viene piantato, coltivato, utilizzato per costruire, come fonte di calore, per creare oggetti da rivendere. Sono adeguatamente indagati anche i servizi, come i pozzi, le stufe, i servizi igienici. Quello che si può dimostrare con questo progetto è che è possibile un ritorno all’uso di tecnologie più semplici, di autocostruzione, e sistemi costruttivi alternativi, senza rischiare di compromettere l’estetica finale o la stabilità di una struttura.