Rovine, evocazioni intrise di vissuto, disseminate negli spazi urbani tra colate di cemento senza fine. Si ergono quasi dimenticate, in un intruglio di grigiore che ne spegne ogni poesia. Eppure sono vive e racchiudono il fascino e il mistero di una dimensione lontana, ma presente. Il progetto viene rappresentato tramite una falsa rovina, che in realtà fornisce campo di sperimentazione per cercare di capire come relazionarsi alle rovine reali. Si presenta sotto forma di collage, che unisce ruderi appartenenti ad epoche e luoghi diversi, in modo da astrarre il possibile riferimento ad una specifica situazione, oltre che per evidenziare il concetto di stratificazione storica. La realizzazione è basata sulla tecnica di una demolizione costruita e lo scopo è di enfattizzare l’aspetto scenografico e drammaturgico delle rovine, elemento fondamentale e connotativo del paesaggio. Viene inoltre presentata la prova teorica di recinto abitabile che circoscrive un ipotetico sito in rovina, con lo scopo di valorizzare patrimoni culturali, come Pompei o L’Aquila, rendendoli fruibili e consentendo contemporaneamente eventuali interventi specifici per la loro conservazione. In questo modo si è giunti ad un concetto innovativo di museo all’aperto in quanto le rovine, elemento scenografico inserito nel paesaggio, e l’allestimento di opere d’arte contemporanea, sono messe in relazione tramite una struttura perimetrale permeabile e leggera, che assume le caratteristiche di una teca espositiva e dell’edificio museale. La configurazione del recinto abitabile è nata proprio dall’esigenza di raccordare elementi, e relativi passaggi di scala, totalmente differenti. Le opere esposte assumeranno le dimensioni dell'architettura, instaurando un dialogo con le rovine stesse e fungendo da espediente per la loro riscoperta. In contrapposizione alla forte matericità delle rovine, l'allestimento sarà un apparato leggero e sospeso, senza percorso prestabilito, poiché sono esposte le opere e al contempo le rovine intere.  Per facilitare il percorso e permettere la permeabilità su tutto il terreno, sono state progettate delle passerelle, che vanno viste come il superamento di un ostacolo, nel nostro caso le macerie depositate sul pavimento, per rendere ancora più fruibile il cammino.

Abitare le rovine. Un'idea di museo all'aperto

JOVANOSKA, ELENA;BONACCIO, JESSICA;DAOLIO, GIADA
2011/2012

Abstract

Rovine, evocazioni intrise di vissuto, disseminate negli spazi urbani tra colate di cemento senza fine. Si ergono quasi dimenticate, in un intruglio di grigiore che ne spegne ogni poesia. Eppure sono vive e racchiudono il fascino e il mistero di una dimensione lontana, ma presente. Il progetto viene rappresentato tramite una falsa rovina, che in realtà fornisce campo di sperimentazione per cercare di capire come relazionarsi alle rovine reali. Si presenta sotto forma di collage, che unisce ruderi appartenenti ad epoche e luoghi diversi, in modo da astrarre il possibile riferimento ad una specifica situazione, oltre che per evidenziare il concetto di stratificazione storica. La realizzazione è basata sulla tecnica di una demolizione costruita e lo scopo è di enfattizzare l’aspetto scenografico e drammaturgico delle rovine, elemento fondamentale e connotativo del paesaggio. Viene inoltre presentata la prova teorica di recinto abitabile che circoscrive un ipotetico sito in rovina, con lo scopo di valorizzare patrimoni culturali, come Pompei o L’Aquila, rendendoli fruibili e consentendo contemporaneamente eventuali interventi specifici per la loro conservazione. In questo modo si è giunti ad un concetto innovativo di museo all’aperto in quanto le rovine, elemento scenografico inserito nel paesaggio, e l’allestimento di opere d’arte contemporanea, sono messe in relazione tramite una struttura perimetrale permeabile e leggera, che assume le caratteristiche di una teca espositiva e dell’edificio museale. La configurazione del recinto abitabile è nata proprio dall’esigenza di raccordare elementi, e relativi passaggi di scala, totalmente differenti. Le opere esposte assumeranno le dimensioni dell'architettura, instaurando un dialogo con le rovine stesse e fungendo da espediente per la loro riscoperta. In contrapposizione alla forte matericità delle rovine, l'allestimento sarà un apparato leggero e sospeso, senza percorso prestabilito, poiché sono esposte le opere e al contempo le rovine intere.  Per facilitare il percorso e permettere la permeabilità su tutto il terreno, sono state progettate delle passerelle, che vanno viste come il superamento di un ostacolo, nel nostro caso le macerie depositate sul pavimento, per rendere ancora più fruibile il cammino.
BALENA, FRANCESCA ARISTA
ARC III - Scuola del Design
3-ott-2012
2011/2012
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/69022