September. A walk in the countryside, a warm breeze and there, resting next to the trullo, a few woody stems. I’ll take one: almost two meters long, but very light. Ferule is. That day began a conscious reflection about the concept of material and its intrinsic value as an autonomous organism that has volunteered to man, with his constancy and frequency. I thus thought to the possibility of meeting human needs with this reality of everyday life, providing the technical tools proper to the world of industrial design in its role as mediator. The ability to monitor the growth of the ferule through the cultivation stimulates many new employment opportunities, combining the tradition of the past with the need of the present. Touches on the revaluation of land and the revitalization of the local in the global context. I’ve undertaken, therefore, two parallel paths: one allowed me to connect people with a range of entities operating in the field of nature and food, creating “situations”. The other route was the one that has encouraged the meeting between the ferula and the industry, never happened before, in order to explore the possibilities of the material in a technologically developed field and to begin a search that, regardless of the outcome, help us to fill a void of information about a material which is alongside us more than two thousand years.

Settembre. Una passeggiata in campagna, una brezza tiepida e lì, poggiati accanto al trullo, alcuni fusti legnosi. Ne prendo uno: lungo quasi due metri, ma leggerissimo. è ferula. Quel giorno ha avuto inizio una riflessione più consapevole sul concetto di materia e sul suo valore intrinseco in quanto organismo autonomo che si offre spontaneamente all’uomo, con una propria costanza e periodicità. Ho, così, pensato alla possibilità di fare incontrare questa realtà con le esigenze umane della quotidianità, fornendo degli strumenti tecnici propri del mondo della progettazione industriale in funzione di mediatori. La possibilità di monitorare la crescita di ferula attraverso la coltivazione stimola nuove e numerose opportunità d’impiego, coniugando la tradizione del passato con l’esigenza del presente. Entra in gioco la rivalutazione del territorio e il rilancio del carattere locale nel contesto globale. Ho intrapreso, quindi, due strade parallele: una mi ha permesso di collegare le persone con una serie di enti che operano nel settore dell’ambiente e della gastronomia, creando delle “situazioni”. L’altro percorso è stato quello che ha favorito l’incontro tra la ferula e l’industria, mai accaduto prima di oggi, per sperimentare le possibilità del materiale in un contesto tecnologicamente sviluppato e dare inizio ad una ricerca che, a prescindere dal risultato, contribuisce a colmare un vuoto d’informazioni circa un materiale che ci affianca da oltre duemila anni.

Ferula communis. Centro di ricerca consapevole ed esperienza del sentire della ferula

LE PERA, CARMELA
2011/2012

Abstract

September. A walk in the countryside, a warm breeze and there, resting next to the trullo, a few woody stems. I’ll take one: almost two meters long, but very light. Ferule is. That day began a conscious reflection about the concept of material and its intrinsic value as an autonomous organism that has volunteered to man, with his constancy and frequency. I thus thought to the possibility of meeting human needs with this reality of everyday life, providing the technical tools proper to the world of industrial design in its role as mediator. The ability to monitor the growth of the ferule through the cultivation stimulates many new employment opportunities, combining the tradition of the past with the need of the present. Touches on the revaluation of land and the revitalization of the local in the global context. I’ve undertaken, therefore, two parallel paths: one allowed me to connect people with a range of entities operating in the field of nature and food, creating “situations”. The other route was the one that has encouraged the meeting between the ferula and the industry, never happened before, in order to explore the possibilities of the material in a technologically developed field and to begin a search that, regardless of the outcome, help us to fill a void of information about a material which is alongside us more than two thousand years.
ARC III - Scuola del Design
3-ott-2012
2011/2012
Settembre. Una passeggiata in campagna, una brezza tiepida e lì, poggiati accanto al trullo, alcuni fusti legnosi. Ne prendo uno: lungo quasi due metri, ma leggerissimo. è ferula. Quel giorno ha avuto inizio una riflessione più consapevole sul concetto di materia e sul suo valore intrinseco in quanto organismo autonomo che si offre spontaneamente all’uomo, con una propria costanza e periodicità. Ho, così, pensato alla possibilità di fare incontrare questa realtà con le esigenze umane della quotidianità, fornendo degli strumenti tecnici propri del mondo della progettazione industriale in funzione di mediatori. La possibilità di monitorare la crescita di ferula attraverso la coltivazione stimola nuove e numerose opportunità d’impiego, coniugando la tradizione del passato con l’esigenza del presente. Entra in gioco la rivalutazione del territorio e il rilancio del carattere locale nel contesto globale. Ho intrapreso, quindi, due strade parallele: una mi ha permesso di collegare le persone con una serie di enti che operano nel settore dell’ambiente e della gastronomia, creando delle “situazioni”. L’altro percorso è stato quello che ha favorito l’incontro tra la ferula e l’industria, mai accaduto prima di oggi, per sperimentare le possibilità del materiale in un contesto tecnologicamente sviluppato e dare inizio ad una ricerca che, a prescindere dal risultato, contribuisce a colmare un vuoto d’informazioni circa un materiale che ci affianca da oltre duemila anni.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/69721