Esiste una presenza quotidiana nella nostra vita che ha delle ripercussioni sulla nostra cultura e sul nostro benessere che è quella delle superfici degli ambienti che viviamo. Esiste anche una cultura odierna che investe molto nella superficie perchè il potenziale del visivo è quello di mandare messaggi e dunque del richiamo, dell’attenzione, della seduzione. E’ il panorama urbano dell’estetizzazione architettonica, del facadisme, delle presenze effimere che rivestono le nostre città, è la rete delle pubblicità, presenza temporanea ma sempre costante. E’ il panorama notturno della città sempre ON, per cui il valore del diurno viene superato dalla forza luminosa del brand. Esiste anche un altro mondo nella nostra vita-quello del degrado fisico- che rappresenta un punto diverso di leggere il territorio, la città: è quel mondo di agenti che corrompe i materiali, che naturalizza l’artificiale, che fa invecchiare le cose. Questo mondo di fenomeni superficiali è l’esatto indice dell’invisibile. E se ci accorgessimo che i linguaggi del degrado sono quelli più compatibili a una sostenibilità estetica rispetto a quelli del sempre nuovo? Un progetto urbano di cortine naturalizzate interroga le superfici delle facciate architettoniche in degrado per segnarle, come un gesto di cura del territorio, attraverso elementi che col tempo si naturalizzano, diventando diagrammi del’ambiente, decorazioni costruite per assenza, coltivazioni di agenti naturali. Superfici candide stese si pongono come dei veli immacolati ma nel tempo rivelano i fenomeni insospettabili del Bad Clima.
Bad clima façade
DIMICHINA, PAOLA
2009/2010
Abstract
Esiste una presenza quotidiana nella nostra vita che ha delle ripercussioni sulla nostra cultura e sul nostro benessere che è quella delle superfici degli ambienti che viviamo. Esiste anche una cultura odierna che investe molto nella superficie perchè il potenziale del visivo è quello di mandare messaggi e dunque del richiamo, dell’attenzione, della seduzione. E’ il panorama urbano dell’estetizzazione architettonica, del facadisme, delle presenze effimere che rivestono le nostre città, è la rete delle pubblicità, presenza temporanea ma sempre costante. E’ il panorama notturno della città sempre ON, per cui il valore del diurno viene superato dalla forza luminosa del brand. Esiste anche un altro mondo nella nostra vita-quello del degrado fisico- che rappresenta un punto diverso di leggere il territorio, la città: è quel mondo di agenti che corrompe i materiali, che naturalizza l’artificiale, che fa invecchiare le cose. Questo mondo di fenomeni superficiali è l’esatto indice dell’invisibile. E se ci accorgessimo che i linguaggi del degrado sono quelli più compatibili a una sostenibilità estetica rispetto a quelli del sempre nuovo? Un progetto urbano di cortine naturalizzate interroga le superfici delle facciate architettoniche in degrado per segnarle, come un gesto di cura del territorio, attraverso elementi che col tempo si naturalizzano, diventando diagrammi del’ambiente, decorazioni costruite per assenza, coltivazioni di agenti naturali. Superfici candide stese si pongono come dei veli immacolati ma nel tempo rivelano i fenomeni insospettabili del Bad Clima.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/7001