Una delle caratteristiche più evidenti del costruire contemporaneo è l’allontanamento della firmitas, che è stabilità fisica ma anche permanenza temporale,la migliore garanzia di valore. A mettere in discussione la vocazione alla lunga durata dell’architettura concorrono il dinamismo dei tempi moderni, le esigenze continuamente in divenire, la globalizzazione e la mobilità totale, il consumismo,la fruizione veloce, le suggestioni delle culture orientali e mediorientali. Si pensi, ad esempio, alle tende dei popoli nomadi, alle soluzioni temporanee destinate ad aiutare le persone colpite da catastrofi o alle costruzioni per fiere ed esposizioni. Ecco che prendono il sopravvento le installazioni mobili e le architetture effimere, che una volta assolto il proprio compito, vengono smontate per liberare nuovamente lo spazio che era stato occupato. Non si deve però fare l’errore di pensare che questa caratteristica della leggerezza e della temporaneità faccia di queste strutture un elemento di secondaria importanza rispetto ai pesanti edifici tradizionali. Più di una volta, infatti, una struttura di carattere temporaneo ha influenzato incisivamente il modo di concepire l’architettura o ha caratterizzato la città che lo ha ospitato. Le costruzioni passeggere tendono a condizionare psicologicamente le scelte progettuali da affrontare, forse perché si è più disposti ad osare. Si tratta di esplorare gli orizzonti di un nuovo modo di intendere l’architettura e la città, valicandone i suoi limiti, accentuandone le sue potenzialità espressive; si tratta di impiegare nuovi mezzi scenotecnici, illuminotecnici, vegetali, estranei, come elementi costruttivi dell’architettura, mezzi per natura instabili, mobili e dinamici, in grado di aggiungere gradi di libertà autonomi e non interamente definibili. Alcune soluzioni provvisorie non solo sono destinate a durare in un lasso di tempo limitato, ma spesso sono concepite proprio per occupare luoghi diversi di volta in volta. Pensiamo alla tenda che esemplifica in modo lampante il principio della smontabilità e della trasportabilità e quindi risulta perfettamente adattabile e svincolata rispetto al luogo in cui viene inserita.
La temporaneità nella contemporaneità
CARLINI, SARA
2009/2010
Abstract
Una delle caratteristiche più evidenti del costruire contemporaneo è l’allontanamento della firmitas, che è stabilità fisica ma anche permanenza temporale,la migliore garanzia di valore. A mettere in discussione la vocazione alla lunga durata dell’architettura concorrono il dinamismo dei tempi moderni, le esigenze continuamente in divenire, la globalizzazione e la mobilità totale, il consumismo,la fruizione veloce, le suggestioni delle culture orientali e mediorientali. Si pensi, ad esempio, alle tende dei popoli nomadi, alle soluzioni temporanee destinate ad aiutare le persone colpite da catastrofi o alle costruzioni per fiere ed esposizioni. Ecco che prendono il sopravvento le installazioni mobili e le architetture effimere, che una volta assolto il proprio compito, vengono smontate per liberare nuovamente lo spazio che era stato occupato. Non si deve però fare l’errore di pensare che questa caratteristica della leggerezza e della temporaneità faccia di queste strutture un elemento di secondaria importanza rispetto ai pesanti edifici tradizionali. Più di una volta, infatti, una struttura di carattere temporaneo ha influenzato incisivamente il modo di concepire l’architettura o ha caratterizzato la città che lo ha ospitato. Le costruzioni passeggere tendono a condizionare psicologicamente le scelte progettuali da affrontare, forse perché si è più disposti ad osare. Si tratta di esplorare gli orizzonti di un nuovo modo di intendere l’architettura e la città, valicandone i suoi limiti, accentuandone le sue potenzialità espressive; si tratta di impiegare nuovi mezzi scenotecnici, illuminotecnici, vegetali, estranei, come elementi costruttivi dell’architettura, mezzi per natura instabili, mobili e dinamici, in grado di aggiungere gradi di libertà autonomi e non interamente definibili. Alcune soluzioni provvisorie non solo sono destinate a durare in un lasso di tempo limitato, ma spesso sono concepite proprio per occupare luoghi diversi di volta in volta. Pensiamo alla tenda che esemplifica in modo lampante il principio della smontabilità e della trasportabilità e quindi risulta perfettamente adattabile e svincolata rispetto al luogo in cui viene inserita.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
2010_12_Carlini.pdf
accessibile in internet solo dagli utenti autorizzati
Descrizione: Testo della tesi
Dimensione
4.22 MB
Formato
Adobe PDF
|
4.22 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in POLITesi sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/10589/7164