Milano notturna : un progetto di illuminazione urbana lungo il naviglio grande

The nightlife experience of the urban landscape is in a period of rapid evolution, where cities become revelation of its power of attraction, but also of the profound differences between the places that compose them. The awareness of the existence of a space that belongs to the night put in an irreversible way the problem of rethinking the city at night and of redrawing it. Today, artificial light is a tool that defines the spaces of the city with its different distribution, dissemination and color scheme, emphasizing the distinctive characteristics, its structure, searching an identity that in many cases is unstable. Artificial light becomes matter, becomes action, an interaction with the urban environment. A real “direction” of the light is necessary to create a lighting intervention that relates with the environment overall night and reveals the profound identity of the places. In the recent years Many European cities have developed their own Light Plan, a plan for the night image, which combines the light design to the advanced lighting technologies. The thesis aims to investigate the case of the city of Milan, looking at the strategies adopted in some European cities such as Zurich, Lyon and Gant. Today Milan is a city of changes that affect both the ancient balance of the compact city, and the most unstable figures of peripheral areas. But in the complex process of these transformations is there a lighting design for the future city? To answer this question it was decided to focus on those places that perhaps identify the contemporary Milan, the great fragile, suspended urban spaces in the city: large residual spaces, factories and brownfields, abandoned and derelict land, places forgotten, waste portions of land which express a condition of instability in the relations of hierarchy with the rest of the city. Today, this combination of spaces is considered by the PGT as a fertile ground to host the majority of new projects of Milan, generating inevitably great social and political hesitations. Can a good urban lighting emphasize these places in the city of Milan in order to emphatize the image of contemporary milan? The invitation is to rediscover the great voids of the city through some light planning guidelines. After a careful mapping and critical reading of the plan, it was decided to work on the area that stretches along the Naviglio Grande, a part of the city considered emblematic of the times to accommodate future changes in the 2015 Universal Exposition. In view of the Expo the dock and the Naviglio Grande will be affected by the project “Vie d’ acqua”, which will remain as a legacy to the city and that includes the redevelopment of the dock and the Naviglio river navigable even a new connection, which will depart from the dock and sail up the Expo through a journey of 20 km. Along the Canal there are many residual spaces, including two large urban spaces: the former railway stations of Porta Genova and San Cristoforo. The idea is to bring unity through artificial light to a new system of spaces that best identify the urban nightscape that are treated as a landscape project along the canal. The Naviglio becomes a luminous surface which reflects the future city: the bike path, footpaths, crossings with infrastructure, the green residues, are highlighted in a constellation of small luminous presences and some urban spaces are redefined by intangible volumes of light.

L’esperienza notturna del paesaggio urbano sta attraversando un periodo di forte evoluzione, dove le città diventano rivelazione del proprio potere attrattivo, ma anche delle profonde diversità tra i luoghi che le compongono. La consapevolezza dell’esistenza di una dimensione sociale e collettiva che appartiene alla notte ha posto in modo irreversibile il problema di ripensare la città notturna, del come ridisegnarla e con quali mezzi farlo. Oggi la luce artificiale è uno strumento che definisce gli spazi della città con la sua differente distribuzione, diffusione e cromia, sottolineandone i caratteri distintivi, la sua struttura, in cerca di un’identità che mai come oggi in molti casi risulta instabile. La luce artificiale diventa materia, diventa azione, intervento, interazione con il tessuto metropolitano. Perchè un’intervento di illuminazione possa relazionarsi con l’ambiente notturno complessivo e possa far percepire l’identità profonda dei luoghi è necessaria una vera e propria “regia” della luce. Molte città Europee negli ultimi anni si sono dotate del proprio Light Plan, un piano di valorizzazione dell’immagine notturna, che unisce il light design e gli effetti della scenografia teatrale alle avanzate tecnologie illuminotecniche. Con uno sguardo alle strategie adottate in alcune città Europee come Zurigo, Lione e Ghent, la tesi vuole approfondire il caso della città di Milano. Milano attualmente è oggetto di grandi trasformazioni che investono sia gli antichi equilibri della città compatta, sia le figure più instabili delle aree periferiche. Ma esiste una progettazione luminosa per la città futura integrata nel complesso processo di queste trasformazioni? Per rispondere a questa domanda si è deciso di porre l’accento su quei luoghi che forse più identificano la Milano contemporanea fragile e sospesa, ovvero i grandi vuoti urbani della città: grandi spazi residuali, fabbriche e aree dismesse, terreni incolti e abbandonati, luoghi dimenticati, scarti di porzioni di territorio che denunciano una condizione di instabilità nei rapporti di ordine gerarchico con il resto della città. Oggi questa grammatica di spazi è considerata dal PGT come un terreno fertile per ospitare i nuovi grandi progetti di Milano, generando inevitabilmente grandi indecisioni politiche e sociali. Può una buona illuminazione urbana dare rilievo a questi luoghi in modo che contribuiscano all’immagine della Milano contemporanea? L’invito è quello di riscoprire i grandi vuoti della città attraverso un progetto di linee guida di pianificazione luminosa. Dopo una accurata mappatura e lettura critica del piano, si è scelto di intervenire sull’area che si estende lungo il Naviglio Grande: una parte di città considerata emblematica per le trasformazioni future volte ad accogliere nel 2015 l’Esposizione Universale. In vista dell’Expo la Darsena ed il Naviglio Grande saranno interessati dal progetto “Via d’acqua”, che resterà in eredità alla città e che prevede oltre alla riqualificazione della Darsena e del Naviglio anche una nuova connessione fluviale navigabile, che partirà dalla Darsena e giungerà fino all’Expo attraverso un itinerario di 20 km. Lungo il Naviglio si individuano molti spazi residuali, tra cui due grandi vuoti urbani: gli ex scali ferroviari di Porta Genova e di San Cristoforo. L’idea è di dare unità attraverso la luce artificiale ad un nuovo sistema di spazi che meglio identifichino lo scenario notturno urbano che fino da subito, come primo intervento, si configurino come un paesaggio lungo il Naviglio. Il Naviglio diventa così un’asta luminosa sulla quale si specchia la città futura: la pista ciclabile, i percorsi pedonali, gli incroci con l’infrastruttura, i residui di verde vengono evidenziati e si trasformano in una costellazione di piccole presenze luminose e i ritagli urbani vengono ridefiniti attraverso volumi immateriali di luce.