L’impetuoso sviluppo dei centri commerciali iniziato nel corso degli anni 90’ sta affrontando, da qualche anno a questa parte, una modificazione in relazione alle strategie di sviluppo sia a livello immobiliare che come tendenze al consumo degli utenti, creando di conseguenza nuovi rapporti tra commercio e territorio. In un settore, quello commerciale, contraddistinto da una forte concorrenza, tra grandi strutture di vendita principalmente, e il continuo affermarsi di fenomeni di overlapping, acquista sempre maggior importanza lo studio di fattibilità delle strutture, sempre più alla ricerca di location costituite da bacini d’utenza ampi e contraddistinti da forti densità abitative, oltre che contraddistinte da particolari andamenti sociali ed economici. Le tradizionali tendenze di sviluppo commerciale in aree periferiche, in conseguenza dell’impetuosa crisi che sta affliggendo l’Europa e l’Italia in particolare, ha modificato l’approccio delle grandi insegne verso gli sviluppi immobiliari; infatti le nuove tendenze puntano sempre di più a sviluppi periurbani, ovvero si sta assistendo in modo incrementale alla riconquista della città da parte del commercio. Questo cambiamento nelle strategie di sviluppo dei promotori e le mutate tendenze agli acquisti da parte dei consumatori potrebbe portare in un futuro prossimo a dismissioni delle strutture commerciali e di conseguenza si potrebbero ripercorrere le travagliate fasi di riqualificazione attuate, ancor oggi, delle aree industriali dismesse, conseguenza della ormai nota crisi industriale. Per prevenire il costituirsi di processi di riqualificazione lunghi e complicati sarebbe opportuno considerare i nuovi sviluppi su basi di fungibilità degli edifici e conseguentemente rendere lo strumento urbanistico più flessibile in considerazione del cambio di destinazione d’uso degli edifici. La crisi ha inoltre prodotto da parte della grande distribuzione organizzata una revisione dei format distributivi, sempre più ridimensionati e centrati sulla vendita di beni appartenenti alla categoria “food”, questo in considerazione della crescente crisi che sta affliggendo il settore “no food”.

Lo sviluppo dei centri commerciali : fattibilità, normative, relazioni con il territorio e tendenze al consumo

CAMPISI, CHRISTIAN
2011/2012

Abstract

L’impetuoso sviluppo dei centri commerciali iniziato nel corso degli anni 90’ sta affrontando, da qualche anno a questa parte, una modificazione in relazione alle strategie di sviluppo sia a livello immobiliare che come tendenze al consumo degli utenti, creando di conseguenza nuovi rapporti tra commercio e territorio. In un settore, quello commerciale, contraddistinto da una forte concorrenza, tra grandi strutture di vendita principalmente, e il continuo affermarsi di fenomeni di overlapping, acquista sempre maggior importanza lo studio di fattibilità delle strutture, sempre più alla ricerca di location costituite da bacini d’utenza ampi e contraddistinti da forti densità abitative, oltre che contraddistinte da particolari andamenti sociali ed economici. Le tradizionali tendenze di sviluppo commerciale in aree periferiche, in conseguenza dell’impetuosa crisi che sta affliggendo l’Europa e l’Italia in particolare, ha modificato l’approccio delle grandi insegne verso gli sviluppi immobiliari; infatti le nuove tendenze puntano sempre di più a sviluppi periurbani, ovvero si sta assistendo in modo incrementale alla riconquista della città da parte del commercio. Questo cambiamento nelle strategie di sviluppo dei promotori e le mutate tendenze agli acquisti da parte dei consumatori potrebbe portare in un futuro prossimo a dismissioni delle strutture commerciali e di conseguenza si potrebbero ripercorrere le travagliate fasi di riqualificazione attuate, ancor oggi, delle aree industriali dismesse, conseguenza della ormai nota crisi industriale. Per prevenire il costituirsi di processi di riqualificazione lunghi e complicati sarebbe opportuno considerare i nuovi sviluppi su basi di fungibilità degli edifici e conseguentemente rendere lo strumento urbanistico più flessibile in considerazione del cambio di destinazione d’uso degli edifici. La crisi ha inoltre prodotto da parte della grande distribuzione organizzata una revisione dei format distributivi, sempre più ridimensionati e centrati sulla vendita di beni appartenenti alla categoria “food”, questo in considerazione della crescente crisi che sta affliggendo il settore “no food”.
ARC I - Scuola di Architettura e Società
21-dic-2012
2011/2012
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/72912