L’area di progetto viene identificata attraverso una sezione urbana che mette in relazione tessuti storici, sistemi infrastrutturali, paesaggi naturali ed industriali. L’area in oggetto, posta tra città e fiume, al di fuori del tracciato murario di epoca medievale, si presenta come uno spazio di risulta, senza una destinazione d’uso specifica e senza nessun disegno urbano. Particolare rilevanza ai fini della nuova strategia insediativa è data dalla presenza di elementi come i Giardini Margherita, l’edificio degli ex mercati generali, la città romana e le industrie adiacenti; e dalla presenza di alcuni tracciati fondamentali come l’andamento del canale “Rifiuto”, quello dell’ex autostrada A21, quello ferroviario, quello della centuriazione romana delle campagne, e quello che dal Viale dei Mille conduce alle principali sedi universitarie ed allo Stradone Farnese. Le direttrici di questi tracciati si traducono in una rivisitazione in chiave moderna di “cardo e decumano”: non più perpendicolari l’uno all’altro e non più costituenti una serie di isolati tra loro regolari. Costituiscono, bensì, una decostruzione della città antica, composta da frammenti, pieni, vuoti e scavi posti su diversi livelli e dati dalla sovrapposizione delle due griglie generatrici. La rinaturalizzazione del canale e la ricostruzione del suo andamento segnano il confine est dell’area; all’acqua si contrappone un sistema del verde ad ovest. L’ “artificio” viene dunque racchiuso da due elementi “naturali”, che lo delimitano come se fosse “un’isola”: si genera così un disegno al limite tra percezione ed architettura; un disegno gestaltico, che provoca illusione nella percezione tra figura e sfondo. Una coerente metodologia compositiva viene adottata per tutto il nuovo insediamento: dalla modellazione degli edifici pubblici (quali auditorium, spazi espositivi e laboratori culturali) fino alla definizione delle singole residenze studentesche.
Percezione di forme tra natura e artificio. Progetto di riqualificazione dell'ex polo ferroviario di Piacenza : la nuova città dei giovani
SIRACUSANO, SILVIA
2011/2012
Abstract
L’area di progetto viene identificata attraverso una sezione urbana che mette in relazione tessuti storici, sistemi infrastrutturali, paesaggi naturali ed industriali. L’area in oggetto, posta tra città e fiume, al di fuori del tracciato murario di epoca medievale, si presenta come uno spazio di risulta, senza una destinazione d’uso specifica e senza nessun disegno urbano. Particolare rilevanza ai fini della nuova strategia insediativa è data dalla presenza di elementi come i Giardini Margherita, l’edificio degli ex mercati generali, la città romana e le industrie adiacenti; e dalla presenza di alcuni tracciati fondamentali come l’andamento del canale “Rifiuto”, quello dell’ex autostrada A21, quello ferroviario, quello della centuriazione romana delle campagne, e quello che dal Viale dei Mille conduce alle principali sedi universitarie ed allo Stradone Farnese. Le direttrici di questi tracciati si traducono in una rivisitazione in chiave moderna di “cardo e decumano”: non più perpendicolari l’uno all’altro e non più costituenti una serie di isolati tra loro regolari. Costituiscono, bensì, una decostruzione della città antica, composta da frammenti, pieni, vuoti e scavi posti su diversi livelli e dati dalla sovrapposizione delle due griglie generatrici. La rinaturalizzazione del canale e la ricostruzione del suo andamento segnano il confine est dell’area; all’acqua si contrappone un sistema del verde ad ovest. L’ “artificio” viene dunque racchiuso da due elementi “naturali”, che lo delimitano come se fosse “un’isola”: si genera così un disegno al limite tra percezione ed architettura; un disegno gestaltico, che provoca illusione nella percezione tra figura e sfondo. Una coerente metodologia compositiva viene adottata per tutto il nuovo insediamento: dalla modellazione degli edifici pubblici (quali auditorium, spazi espositivi e laboratori culturali) fino alla definizione delle singole residenze studentesche.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/72964