Il tema della ricerca prende in esame il fenomeno del disagio abitativo nel caso italiano in due specifici ambiti problematici, apparentemente distanti tra di loro. Il primo è quello dei borghi fantasma, inquadrabile all’interno del più vasto fenomeno dei paesaggi in abbandono, ovvero dello spopolamento di aree territoriali rurali e poco urbanizzate. Il secondo è relativo al caso del sovraffollamento delle carceri, ovvero all’annosa questione dello spazio della pena, che attraverso il moltiplicarsi di suicidi o tentati suicidi, riportatici quotidianamente dalla cronaca, induce ad una necessaria riflessione anche progettuale sul modello detentivo. Ebbene l’ipotesi di questa ricerca è che intersecando tali problematiche una soluzione comune sia possibile; da una parte perché il tema progettuale è concettualmente lo stesso, ovvero il recupero; dall’altra in quanto entrambe le questioni attengono al tema dell’abitare. Ovviamente siamo consapevoli delle differenze che contraddistinguono questi due mondi, anzitutto la scala territoriale, poi la scala temporale, ma siamo altresì sicuri che ci siano anche dei sottili fili rossi che legano questi due mondi e che ne possano costituire dei punti di contatto e di forza, quali l’isolamento spaziale in primis ma anche l’isolamento dal dibattito pubblico. Specificamente poi al tema architettonico/urbanistico due sono i fattori che danno senso e unità al progetto: quello economico e quello energetico. Ovvero all’interno del panorama italiano e non solo ciò che sta guidando da qualche tempo le scelte di progettazione, soprattutto nel caso dell’edilizia abitativa, è il risparmio; energetico da un lato e finanziario dall’altro, e che spesso nell’architettura sono coincidenti. Questo certamente per la condizione di crisi economica e di settore attuali ma anche per una consapevolezza sempre maggiore delle comunità scientifiche che le risorse ambientali non sono infinite e che la città contemporanea debba rispondere ad un modello sostenibile.
La cella e il territorio. IL caso del Borgo del Canto
PETRINGA NICOLOSI, GIUSEPPE
2011/2012
Abstract
Il tema della ricerca prende in esame il fenomeno del disagio abitativo nel caso italiano in due specifici ambiti problematici, apparentemente distanti tra di loro. Il primo è quello dei borghi fantasma, inquadrabile all’interno del più vasto fenomeno dei paesaggi in abbandono, ovvero dello spopolamento di aree territoriali rurali e poco urbanizzate. Il secondo è relativo al caso del sovraffollamento delle carceri, ovvero all’annosa questione dello spazio della pena, che attraverso il moltiplicarsi di suicidi o tentati suicidi, riportatici quotidianamente dalla cronaca, induce ad una necessaria riflessione anche progettuale sul modello detentivo. Ebbene l’ipotesi di questa ricerca è che intersecando tali problematiche una soluzione comune sia possibile; da una parte perché il tema progettuale è concettualmente lo stesso, ovvero il recupero; dall’altra in quanto entrambe le questioni attengono al tema dell’abitare. Ovviamente siamo consapevoli delle differenze che contraddistinguono questi due mondi, anzitutto la scala territoriale, poi la scala temporale, ma siamo altresì sicuri che ci siano anche dei sottili fili rossi che legano questi due mondi e che ne possano costituire dei punti di contatto e di forza, quali l’isolamento spaziale in primis ma anche l’isolamento dal dibattito pubblico. Specificamente poi al tema architettonico/urbanistico due sono i fattori che danno senso e unità al progetto: quello economico e quello energetico. Ovvero all’interno del panorama italiano e non solo ciò che sta guidando da qualche tempo le scelte di progettazione, soprattutto nel caso dell’edilizia abitativa, è il risparmio; energetico da un lato e finanziario dall’altro, e che spesso nell’architettura sono coincidenti. Questo certamente per la condizione di crisi economica e di settore attuali ma anche per una consapevolezza sempre maggiore delle comunità scientifiche che le risorse ambientali non sono infinite e che la città contemporanea debba rispondere ad un modello sostenibile.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/73681