Il lavoro proposto è un manuale di storia dell’architettura bancaria che ha le sue basi nel concetto di architettura come forma di potere spazializzata. La banca è un’istituzione inquieta: con il cambiare della società, sono cambiate le sue ambizioni; con il mutare del proprio ruolo all’interno della società sono mutati i suoi progetti. L’architettura bancaria è lo specchio di queste trasformazioni. L’inizio della storia combacia con la fondazione della Bank of England. Il primo edificio della storia adibito alla specifica funzione di banca è costruito nell’arco di più di cent’anni, nel corso dei quali gli obiettivi dell’istituzione di chiarificano sempre più. La necessità di esprimere al tempo stesso magnificenza, sicurezza e permanenza risulta in una struttura spregiudicata e imponente, che occupa un intero isolato nella tessuto minuto della Londra di inizio Ottocento Il trend inaugurato dalla Bank of England prosegue per tutto l’Ottocento. Mentre nascono le prime banche nazionali (precursori in questo senso sono gli studi per un tipo edilizio autonomo proposto da Ledoux per la caisse d’escompte francese), le banche private dimostrano con intensità crescente la necessità di comunicare architettonicamente la presa di coscienza del proprio potere. A fine Ottocento l’istituzione bancaria giunta a maturità dimostra che le stesse ambizioni della banca di stato inglese persistono e sono ormai consolidate. L’edificio bancario si mostra all’esterno come una cassaforte impenetrabile, mentre al suo interno si dispiega la magnificenza delle banking hall. Il linguaggio progressivo delle banche costruite da Sullivan manifesta la stessa aspirazione di quelle realizzate in stile Beaux-Arts dello studio York & Sawyer. È all’inizio del Novecento che si manifesta una nuova brama della banca, dai connotati quasi mistici: alla ricerca dell’ubiquità, la banca si disperde nel territorio, con la creazione di un modello che prevede una rete composta una o più sedi centrali e molteplici filiali. Le filiali rinunciano alla magnificenza delle banche ottocentesche e si avvicinano fisicamente al cliente, spesso affittando locali in edifici adibiti ad altre funzioni: per essere presente in più luoghi possibili, la banca rinuncia alla costruzione stessa di edifici, necessita la sparizione. Le sedi centrali, al contrario, mantengono un importante ruolo di rappresentanza che trova nell’architettura dello skyscraper la magistrale traduzione di una nuova ossessione dell’istituzione bancaria: la conquista del cielo. Il grattacielo diventa nel dopoguerra l’architettura dell’headquarter bancario.
La banca nella storia. Manuale per comprendere l'architettura di un'istitutzione ambiziosa
ZANNI, SIMONE
2011/2012
Abstract
Il lavoro proposto è un manuale di storia dell’architettura bancaria che ha le sue basi nel concetto di architettura come forma di potere spazializzata. La banca è un’istituzione inquieta: con il cambiare della società, sono cambiate le sue ambizioni; con il mutare del proprio ruolo all’interno della società sono mutati i suoi progetti. L’architettura bancaria è lo specchio di queste trasformazioni. L’inizio della storia combacia con la fondazione della Bank of England. Il primo edificio della storia adibito alla specifica funzione di banca è costruito nell’arco di più di cent’anni, nel corso dei quali gli obiettivi dell’istituzione di chiarificano sempre più. La necessità di esprimere al tempo stesso magnificenza, sicurezza e permanenza risulta in una struttura spregiudicata e imponente, che occupa un intero isolato nella tessuto minuto della Londra di inizio Ottocento Il trend inaugurato dalla Bank of England prosegue per tutto l’Ottocento. Mentre nascono le prime banche nazionali (precursori in questo senso sono gli studi per un tipo edilizio autonomo proposto da Ledoux per la caisse d’escompte francese), le banche private dimostrano con intensità crescente la necessità di comunicare architettonicamente la presa di coscienza del proprio potere. A fine Ottocento l’istituzione bancaria giunta a maturità dimostra che le stesse ambizioni della banca di stato inglese persistono e sono ormai consolidate. L’edificio bancario si mostra all’esterno come una cassaforte impenetrabile, mentre al suo interno si dispiega la magnificenza delle banking hall. Il linguaggio progressivo delle banche costruite da Sullivan manifesta la stessa aspirazione di quelle realizzate in stile Beaux-Arts dello studio York & Sawyer. È all’inizio del Novecento che si manifesta una nuova brama della banca, dai connotati quasi mistici: alla ricerca dell’ubiquità, la banca si disperde nel territorio, con la creazione di un modello che prevede una rete composta una o più sedi centrali e molteplici filiali. Le filiali rinunciano alla magnificenza delle banche ottocentesche e si avvicinano fisicamente al cliente, spesso affittando locali in edifici adibiti ad altre funzioni: per essere presente in più luoghi possibili, la banca rinuncia alla costruzione stessa di edifici, necessita la sparizione. Le sedi centrali, al contrario, mantengono un importante ruolo di rappresentanza che trova nell’architettura dello skyscraper la magistrale traduzione di una nuova ossessione dell’istituzione bancaria: la conquista del cielo. Il grattacielo diventa nel dopoguerra l’architettura dell’headquarter bancario.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/73743