Progettare a stretto contatto con la storia significa entrare in relazione con le stratificazioni che nel tempo si sono sovrapposte e comporta la necessità di rapportarsi non soltanto alle memorie materiali ma anche e soprattutto alle memorie immateriali che costituiscono un serbatoio infinito cui attingere per far si che il progetto del nuovo mostri una ragione. L’antico dunque, nelle sue progressive stratificazioni, non costituisce solamente una traccia di quello che è stato, una serie di reperti da studiare per comprendere il passato, ma diventa in questo ambito punto di partenza e stimolo per nuovi sviluppi progettuali. Il progetto allo stesso tempo si configura come quell’operazione in grado di creare un contatto tra antico e nuovo, per far sì che l’intervento non sia un semplice ricalco dell’antico ma che da esso prenda spunto, talvolta mettendo in crisi l’ordine esistente per definirne uno nuovo, suggellando così il continuare dell’architettura nel tempo. Progettare è un’operazione assimilabile alla riscrittura di un testo, è necessario determinare un nuovo ordine, non necessariamente coincidente con l’ordine preesistente. Il progetto di architettura dunque deve necessariamente partire da una conoscenza profonda dell’antico ed è esso stesso una forma di appropriazione delle cose. Nell’ambito del parco archeologico ateniese bisogna tenere in conto che ogni progetto entra a far parte di un itinerario che coinvolge i luoghi di interesse storico, traendo da essi nuova forza e mettendo in campo delle forme e sovrapposizioni che possano reagire con la realtà esistente costituendo una nuova logica. Inoltre il progetto di architettura in quest’area non è da intendersi come intervento puntuale, ma come parte di un sistema diffuso nella città, come anello di una sequenza di progetti disposti lungo la passeggiata archeologica di Atene. Il carattere fondamentale dell’intervento è quello di una riqualificazione architettonica e urbana che prende spunto dalle caratteristiche del luogo insistendo su tracciati e sedimi preesistenti. In antichità l’area fu senza dubbio il più importante centro religioso e culturale di Atene, fortemente integrato con la realtà urbana. Vi sorgevano i più importanti santuari della città - il santuario di Dioniso Eleuthereus e l’Asklepieion – nonché il teatro di Dioniso, il più antico teatro greco, e altri edifici per la vita sociale e culturale degli ateniesi.¬ Il progetto prende le mosse da necessità pratiche quali il bisogno di riorganizzare i percorsi nell’area archeologica, dalla volontà di creare luoghi adibiti al lavoro sui resti archeologici nonché trovare nuovi luoghi per l’archiviazione, catalogazione, ed eventuale musealizzazione dei reperti rinvenuti nell’area del Teatro e del Santuario di Dioniso e dell’Odeion di Pericle. Si propone inoltre di definire un nuovo accesso all’area e una nuova e più ordinata percorribilità e fruizione del parco archeologico mirando a ripristinare le gerarchie tra gli elementi che componevano il paesaggio di quest’area in tempi antichi. Oltre ad assolvere a queste necessità, il progetto tenta di mettere in campo altre forze, attingendo alla memoria immateriale di questi luoghi, andando al di la dell’aspetto apparente delle cose. Il risultato punta a far riemergere in planimetria le matrici originarie, le tracce e le sovrapposizioni storiche fino ad ora nascoste, richiamando alla memoria il mito del luogo.

Aree archeologiche e progetto di architettura. Biblioteca dei frammenti e nuovo accesso dalla via dei Tripodi all'area del Santuario di Dioniso e dell'Odeion di Pericle ad Atene

CELLA, GIADA;MULLISI, STELA;FIORENTINO, FEDERICA
2011/2012

Abstract

Progettare a stretto contatto con la storia significa entrare in relazione con le stratificazioni che nel tempo si sono sovrapposte e comporta la necessità di rapportarsi non soltanto alle memorie materiali ma anche e soprattutto alle memorie immateriali che costituiscono un serbatoio infinito cui attingere per far si che il progetto del nuovo mostri una ragione. L’antico dunque, nelle sue progressive stratificazioni, non costituisce solamente una traccia di quello che è stato, una serie di reperti da studiare per comprendere il passato, ma diventa in questo ambito punto di partenza e stimolo per nuovi sviluppi progettuali. Il progetto allo stesso tempo si configura come quell’operazione in grado di creare un contatto tra antico e nuovo, per far sì che l’intervento non sia un semplice ricalco dell’antico ma che da esso prenda spunto, talvolta mettendo in crisi l’ordine esistente per definirne uno nuovo, suggellando così il continuare dell’architettura nel tempo. Progettare è un’operazione assimilabile alla riscrittura di un testo, è necessario determinare un nuovo ordine, non necessariamente coincidente con l’ordine preesistente. Il progetto di architettura dunque deve necessariamente partire da una conoscenza profonda dell’antico ed è esso stesso una forma di appropriazione delle cose. Nell’ambito del parco archeologico ateniese bisogna tenere in conto che ogni progetto entra a far parte di un itinerario che coinvolge i luoghi di interesse storico, traendo da essi nuova forza e mettendo in campo delle forme e sovrapposizioni che possano reagire con la realtà esistente costituendo una nuova logica. Inoltre il progetto di architettura in quest’area non è da intendersi come intervento puntuale, ma come parte di un sistema diffuso nella città, come anello di una sequenza di progetti disposti lungo la passeggiata archeologica di Atene. Il carattere fondamentale dell’intervento è quello di una riqualificazione architettonica e urbana che prende spunto dalle caratteristiche del luogo insistendo su tracciati e sedimi preesistenti. In antichità l’area fu senza dubbio il più importante centro religioso e culturale di Atene, fortemente integrato con la realtà urbana. Vi sorgevano i più importanti santuari della città - il santuario di Dioniso Eleuthereus e l’Asklepieion – nonché il teatro di Dioniso, il più antico teatro greco, e altri edifici per la vita sociale e culturale degli ateniesi.¬ Il progetto prende le mosse da necessità pratiche quali il bisogno di riorganizzare i percorsi nell’area archeologica, dalla volontà di creare luoghi adibiti al lavoro sui resti archeologici nonché trovare nuovi luoghi per l’archiviazione, catalogazione, ed eventuale musealizzazione dei reperti rinvenuti nell’area del Teatro e del Santuario di Dioniso e dell’Odeion di Pericle. Si propone inoltre di definire un nuovo accesso all’area e una nuova e più ordinata percorribilità e fruizione del parco archeologico mirando a ripristinare le gerarchie tra gli elementi che componevano il paesaggio di quest’area in tempi antichi. Oltre ad assolvere a queste necessità, il progetto tenta di mettere in campo altre forze, attingendo alla memoria immateriale di questi luoghi, andando al di la dell’aspetto apparente delle cose. Il risultato punta a far riemergere in planimetria le matrici originarie, le tracce e le sovrapposizioni storiche fino ad ora nascoste, richiamando alla memoria il mito del luogo.
FERRO, LUISA
CIAPPARELLI, ELENA
ARC II - Scuola di Architettura Civile
19-dic-2012
2011/2012
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/73883