Now, for the first time in history, half of the world’s population (3.3 billion people) lives in urban areas, and urbanization levels will rise dramatically in the next 40 years to 70 per cent. In developed nations, the total increase in urban population per month is 500,000, compared to 5 million in the developing world; so the 95 per cent of the world’s urban population growth over the next four decades will be absorbed by cities in developing countries. The increase in urban population influences the urban development in the third world’s cities; actually one out of every three people living in cities of the developing world lives in a slum, a contiguous settlement where the inhabitants are characterized as having inadequate housing and basic services. The Philippines is estimated to have 1.4 million informal settler families (DPUCP Report 2005); in 1996, Metro Manila had about 276 squatter communities where about 36 % of the almost 10 million residents are located. This thesis was born from the request, by the National Housing Authority of Metro Manila, of a project idea for the redevelopment of the informal settlement Damayang Lagi, in Quezon City. Following the social, environmental and economical sustainability principles, Has been proposed a design intervention that aims to improve the quality of live of the greatest possible number of informal households.

Attualmente, per la prima volta nella storia, più della metà della popolazione modiale vive nelle città, e il livello di urbanizzazione raggiungerà il 70% entro il 2050. Nelle nazioni sviluppate, l'aumento complessivo della popolazione urbana è di 500.000 al mese, rispetto ai 5 milioni nei paesi in via di sviluppo; quindi il 95% della crescita della popolazione urbana dei prossimi 40 anni, probabilmente, sarà assorbita dalle città in via di sviluppo. L’aumento della popolazione nelle città influenza la loro crescita urbana, specialmente nei paesi in via di sviluppo, dove un abitante su tre vive negli slums. “Gli Slum sono insediamenti spontanei e abusivi, senza riconoscimento legale e diritti. Posizionati in parti centrali delle città o ai bordi di esse, sono composti da squallidi caseggiati con un alta densità abitativa in cui le condizioni di vita sono spaventosamente povere. Gli slum hanno nomi diversi, favelas, kampungs, bidonvilles, tugurios, ma tutti condividono le stesse condizioni di vita miserabili.” (Cities Alliance, 1999) Questa è la definizione di Slum pubblicata da City Alliance nel 1999, alla quale sono precedute e susseguite diverse versioni, ma con lo stesso concetto alla base, gli slum sono porzioni di città in cui la popolazione al suo interno vive in abitazioni inadeguate a causa dell’estrema povertà in cui sono costrette. In questo lavoro di studio, partendo da un’analisi a livello internazionale, ho effettuato una ricerca riguardo le normative e i progetti che coinvolgono i settori informali delle città in via di sviluppo; da cui è emerso un crescente interesse per le condizioni di vita delle popolazioni che vivono in estrema povertà. Organizzazioni internazionali, nazionali e locali si sono unite nella redazione di documenti come “The Habitat Agenda”, nell’adozione dei “Mllennium Development Goals” e del piano di azione “City without Slums”, per cercare di migliorare la condizione delle popolazioni che vivono negli slums. Anche molti gruppi di architetti, attraverso diverse proposte di intervento per le aree informali, hanno dato il loro contributo. Fra tutti spicca l’intervento progettuale effettuato a Lima denominato “progetto sperimentale PREVI”. Un progetto in cui viene tenuta in forte considerazione la partecipazione dell’abitante nella costruzione e trasformazione dell’abitazione. Dal livello internazionale, sono poi passata ad un analisi a livello nazionale, attraverso uno studio approfondito sulla storia, la cultura, l’economia, l’architettura, il clima e le politiche abitative delle Filippine e in particolare di Metro Manila. In questa fase ho cercato di porre le basi per poter affrontare gli studi sul campo. L’esperienza a Metro Manila, è servita per capire la complessa realtà in cui si trovano i paesi in via di sviluppo; per avere un confronto (riguardo lo sviluppo sostenibile, la moderna architettura Asiatica e il ruolo dell’architetto in questa complessa realtà) con i diversi organi coinvolti nel settore delle abitazioni a Metro Manila; ma soprattutto per visitare gli estremi esempi di abitazioni a Metro Manila, che più di tutti, sono stati dei chiari esempi dell’ambito in cui ci stavamo preparando a intervenire. Il progetto di tesi nasce dalla richiesta, da parte della National Housing Authority di Metro Manila, di idee progettuali per la riqualificazione del quartiere informale Damayang Lagi, a Quezon City. Seguendo i principi di sostenibilità sociale, ambientale ed economica si è cercato di proporre un intervento progettuale con lo scopo di migliorare la qualità della vita del maggior numero possible di famiglie informali.

From a unit to a neighbourhood. An incremental unit for housing in a developing country

FRINGUELLO, LUCIA
2009/2010

Abstract

Now, for the first time in history, half of the world’s population (3.3 billion people) lives in urban areas, and urbanization levels will rise dramatically in the next 40 years to 70 per cent. In developed nations, the total increase in urban population per month is 500,000, compared to 5 million in the developing world; so the 95 per cent of the world’s urban population growth over the next four decades will be absorbed by cities in developing countries. The increase in urban population influences the urban development in the third world’s cities; actually one out of every three people living in cities of the developing world lives in a slum, a contiguous settlement where the inhabitants are characterized as having inadequate housing and basic services. The Philippines is estimated to have 1.4 million informal settler families (DPUCP Report 2005); in 1996, Metro Manila had about 276 squatter communities where about 36 % of the almost 10 million residents are located. This thesis was born from the request, by the National Housing Authority of Metro Manila, of a project idea for the redevelopment of the informal settlement Damayang Lagi, in Quezon City. Following the social, environmental and economical sustainability principles, Has been proposed a design intervention that aims to improve the quality of live of the greatest possible number of informal households.
ARC I - Facolta' di Architettura e Società
20-dic-2010
2009/2010
Attualmente, per la prima volta nella storia, più della metà della popolazione modiale vive nelle città, e il livello di urbanizzazione raggiungerà il 70% entro il 2050. Nelle nazioni sviluppate, l'aumento complessivo della popolazione urbana è di 500.000 al mese, rispetto ai 5 milioni nei paesi in via di sviluppo; quindi il 95% della crescita della popolazione urbana dei prossimi 40 anni, probabilmente, sarà assorbita dalle città in via di sviluppo. L’aumento della popolazione nelle città influenza la loro crescita urbana, specialmente nei paesi in via di sviluppo, dove un abitante su tre vive negli slums. “Gli Slum sono insediamenti spontanei e abusivi, senza riconoscimento legale e diritti. Posizionati in parti centrali delle città o ai bordi di esse, sono composti da squallidi caseggiati con un alta densità abitativa in cui le condizioni di vita sono spaventosamente povere. Gli slum hanno nomi diversi, favelas, kampungs, bidonvilles, tugurios, ma tutti condividono le stesse condizioni di vita miserabili.” (Cities Alliance, 1999) Questa è la definizione di Slum pubblicata da City Alliance nel 1999, alla quale sono precedute e susseguite diverse versioni, ma con lo stesso concetto alla base, gli slum sono porzioni di città in cui la popolazione al suo interno vive in abitazioni inadeguate a causa dell’estrema povertà in cui sono costrette. In questo lavoro di studio, partendo da un’analisi a livello internazionale, ho effettuato una ricerca riguardo le normative e i progetti che coinvolgono i settori informali delle città in via di sviluppo; da cui è emerso un crescente interesse per le condizioni di vita delle popolazioni che vivono in estrema povertà. Organizzazioni internazionali, nazionali e locali si sono unite nella redazione di documenti come “The Habitat Agenda”, nell’adozione dei “Mllennium Development Goals” e del piano di azione “City without Slums”, per cercare di migliorare la condizione delle popolazioni che vivono negli slums. Anche molti gruppi di architetti, attraverso diverse proposte di intervento per le aree informali, hanno dato il loro contributo. Fra tutti spicca l’intervento progettuale effettuato a Lima denominato “progetto sperimentale PREVI”. Un progetto in cui viene tenuta in forte considerazione la partecipazione dell’abitante nella costruzione e trasformazione dell’abitazione. Dal livello internazionale, sono poi passata ad un analisi a livello nazionale, attraverso uno studio approfondito sulla storia, la cultura, l’economia, l’architettura, il clima e le politiche abitative delle Filippine e in particolare di Metro Manila. In questa fase ho cercato di porre le basi per poter affrontare gli studi sul campo. L’esperienza a Metro Manila, è servita per capire la complessa realtà in cui si trovano i paesi in via di sviluppo; per avere un confronto (riguardo lo sviluppo sostenibile, la moderna architettura Asiatica e il ruolo dell’architetto in questa complessa realtà) con i diversi organi coinvolti nel settore delle abitazioni a Metro Manila; ma soprattutto per visitare gli estremi esempi di abitazioni a Metro Manila, che più di tutti, sono stati dei chiari esempi dell’ambito in cui ci stavamo preparando a intervenire. Il progetto di tesi nasce dalla richiesta, da parte della National Housing Authority di Metro Manila, di idee progettuali per la riqualificazione del quartiere informale Damayang Lagi, a Quezon City. Seguendo i principi di sostenibilità sociale, ambientale ed economica si è cercato di proporre un intervento progettuale con lo scopo di migliorare la qualità della vita del maggior numero possible di famiglie informali.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/7542