Il progetto Low-cost: ospitalità parassita. Quando il vuoto diventa un’opportunità si apre con un’analisi socio-economica del mondo contemporaneo, al fine di contestualizzare la proposta. Dopo un’accurata riflessione sulle ragioni, sulle conseguenze o sulle valenze culturali di questa sempre più estesa trasformazione del reale, su questa sorta di precarietà permanente e dopo un’analitica descrizione del target di riferimento si entra nel vivo del progetto, che ha come obiettivo primo la creazione di un nuovo brand di ospitalità, direttamente rivolto al target low-cost. Il colloquio con l’ing. Antonio Tosone, direttore dell’area tecnica di Accor Italia, mi ha permesso di scegliere proprio Accor, come luogo di sperimentazione dell’ospitalità parassita su larga scala. Infatti, la catena alberghiera di livello internazionale, con i suoi 4.400 hotel in tutto il mondo, ben si presta a questo studio. Nel progetto ho scelto di optare per una strategia che prevede di “parassitare” hotel già esistenti, aggiungendo dei moduli, che faranno dello spazio vuoto una grande opportunità. Il primo passo consiste nell’adeguamento delle coperture piane dei singoli edifici e nell’installazione di moduli progettati in maniera tale da essere facilmente trasportabili. Tutti questi fattori faranno sì che costi fissi e costi variabili risultino notevolmente ridotti. Oltretutto, nell’ipotesi di un alto numero di installazioni, facendo leva sulle economie di scala, le spese di produzione delle unità ne risulterebbero ulteriormente contenute. I moduli, una volta installati, riprogetteranno lo spazio contribuendo a dar luogo all’ospitalità diffusa urbana. L’alto numero di hotel Accor saprebbe mettere a disposizione dei turisti molti ‘parassiti ospitali’, frammentando così la diffusione di questo nuovo brand in più luoghi. Questa strategia permette la diversificazione dell’offerta poiché in un unico immobile sarebbero garantiti servizi diversi per ciascun target. In questo modo si intende sia migliorare la capacità di accoglienza complessiva della città, sia favorire l’incoming, oltre che integrare i redditi dei cittadini e delle imprese ingaggiate nel sistema di accoglienza.

Low cost : ospitalità parassita. Quando il vuoto diventa un'opportunità

DELLARA, FRANCESCO
2011/2012

Abstract

Il progetto Low-cost: ospitalità parassita. Quando il vuoto diventa un’opportunità si apre con un’analisi socio-economica del mondo contemporaneo, al fine di contestualizzare la proposta. Dopo un’accurata riflessione sulle ragioni, sulle conseguenze o sulle valenze culturali di questa sempre più estesa trasformazione del reale, su questa sorta di precarietà permanente e dopo un’analitica descrizione del target di riferimento si entra nel vivo del progetto, che ha come obiettivo primo la creazione di un nuovo brand di ospitalità, direttamente rivolto al target low-cost. Il colloquio con l’ing. Antonio Tosone, direttore dell’area tecnica di Accor Italia, mi ha permesso di scegliere proprio Accor, come luogo di sperimentazione dell’ospitalità parassita su larga scala. Infatti, la catena alberghiera di livello internazionale, con i suoi 4.400 hotel in tutto il mondo, ben si presta a questo studio. Nel progetto ho scelto di optare per una strategia che prevede di “parassitare” hotel già esistenti, aggiungendo dei moduli, che faranno dello spazio vuoto una grande opportunità. Il primo passo consiste nell’adeguamento delle coperture piane dei singoli edifici e nell’installazione di moduli progettati in maniera tale da essere facilmente trasportabili. Tutti questi fattori faranno sì che costi fissi e costi variabili risultino notevolmente ridotti. Oltretutto, nell’ipotesi di un alto numero di installazioni, facendo leva sulle economie di scala, le spese di produzione delle unità ne risulterebbero ulteriormente contenute. I moduli, una volta installati, riprogetteranno lo spazio contribuendo a dar luogo all’ospitalità diffusa urbana. L’alto numero di hotel Accor saprebbe mettere a disposizione dei turisti molti ‘parassiti ospitali’, frammentando così la diffusione di questo nuovo brand in più luoghi. Questa strategia permette la diversificazione dell’offerta poiché in un unico immobile sarebbero garantiti servizi diversi per ciascun target. In questo modo si intende sia migliorare la capacità di accoglienza complessiva della città, sia favorire l’incoming, oltre che integrare i redditi dei cittadini e delle imprese ingaggiate nel sistema di accoglienza.
TOSONE, ANTONIO
ARC III - Scuola del Design
22-apr-2013
2011/2012
Tesi di laurea Magistrale
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