Il progetto parte da un’indagine geografico-economica eseguita nell’area del lodigiano: quest’ultima, ed particolare il suo sistema agricolo, negli ultimi anni hanno subito una profonda metamorfosi dovuta alla crisi del settore caseario e cerealicolo che hanno spinto le aziende a integrare l’attività primaria con altre offerte, ricettive e/o energetiche. Per questo motivo hanno cominciato a sorgere nel territorio spacci, agriturismi e, cosa che ha attirato maggiormente la nostra attenzione, impianti energetici, in special modo fotovoltaici e biogas. Questo ha suscitato una duplice reazione nell’opinione pubblica: da una parte, l’energia rinnovabile è vista come una risorsa importante, non solo dal punto economico, per l’intera area; dall’altra, gli impianti fotovoltaici a terra “rubano” spazio alle colture e il biogas brucia il prodotto principale dell’economia agricola lodigiana: il mais. Il nostro intervento parte quindi con l’idea di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle energie rinnovabili e al contempo offrire un’attività ricettiva a basso costo. Verranno realizzati all’interno dell’azienda agricola dei percorsi didattici improntati sui temi della biodiversità, delle energie rinnovabili e della produzione cerealicola, bovina e suina. Lungo i percorsi si troveranno delle installazioni realizzate con pallet e materiali di scarto del mondo agricolo, che permettano un intervento a basso impatto, economicamente contenuto e riconfigurabile. Inoltre, alla fine dell’ipotetico ciclo di vita, i pallet verranno usati come materia combustibile nell’impianto di biogas. Presso il complesso di Cascina San Luca si prevede un’offerta ricettiva low cost con 14 posti letto suddivisi in due tipologie di accoglienza differenti: una tradizionale con stanze private situate nel corpo principale e una che offre un ambiente promiscuo, in cui spazio privato e pubblico coesistono in relazione più stretta tra loro. L’obiettivo di queste soluzioni progettuali è quindi quello di aprire il territorio lodigiano al turismo, specialmente a quello su due ruote (vista la fitta rete ciclabile già presente sul territorio) e di creare una rete di servizi destinata alla popolazione limitrofa.

Modelli flessibili per un'agricoltura integrata : progetto per favorire la biodiversità e aprire l'Azienda Agricola Fausto Caccialanza al territorio lodigiano

GIACOBBI, ALESSANDRA;FILA VAUDANA, VERONICA
2011/2012

Abstract

Il progetto parte da un’indagine geografico-economica eseguita nell’area del lodigiano: quest’ultima, ed particolare il suo sistema agricolo, negli ultimi anni hanno subito una profonda metamorfosi dovuta alla crisi del settore caseario e cerealicolo che hanno spinto le aziende a integrare l’attività primaria con altre offerte, ricettive e/o energetiche. Per questo motivo hanno cominciato a sorgere nel territorio spacci, agriturismi e, cosa che ha attirato maggiormente la nostra attenzione, impianti energetici, in special modo fotovoltaici e biogas. Questo ha suscitato una duplice reazione nell’opinione pubblica: da una parte, l’energia rinnovabile è vista come una risorsa importante, non solo dal punto economico, per l’intera area; dall’altra, gli impianti fotovoltaici a terra “rubano” spazio alle colture e il biogas brucia il prodotto principale dell’economia agricola lodigiana: il mais. Il nostro intervento parte quindi con l’idea di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle energie rinnovabili e al contempo offrire un’attività ricettiva a basso costo. Verranno realizzati all’interno dell’azienda agricola dei percorsi didattici improntati sui temi della biodiversità, delle energie rinnovabili e della produzione cerealicola, bovina e suina. Lungo i percorsi si troveranno delle installazioni realizzate con pallet e materiali di scarto del mondo agricolo, che permettano un intervento a basso impatto, economicamente contenuto e riconfigurabile. Inoltre, alla fine dell’ipotetico ciclo di vita, i pallet verranno usati come materia combustibile nell’impianto di biogas. Presso il complesso di Cascina San Luca si prevede un’offerta ricettiva low cost con 14 posti letto suddivisi in due tipologie di accoglienza differenti: una tradizionale con stanze private situate nel corpo principale e una che offre un ambiente promiscuo, in cui spazio privato e pubblico coesistono in relazione più stretta tra loro. L’obiettivo di queste soluzioni progettuali è quindi quello di aprire il territorio lodigiano al turismo, specialmente a quello su due ruote (vista la fitta rete ciclabile già presente sul territorio) e di creare una rete di servizi destinata alla popolazione limitrofa.
ARC III - Scuola del Design
22-apr-2013
2011/2012
Tesi di laurea Magistrale
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