Un “problema di design nasce da un bisogno” è quanto affermato da L.Bruce Archer e riportato nel libro di Bruno Munari Da cosa nasce cosa. Il problema, in questo caso, è rappresentato dallo Sviluppo Sostenibile, inteso, da un lato, come bisogno di fonti di energia pulita, dall’altro come necessità di salvaguardare l’ambiente, per limitare l’inquinamento e la cementificazione feroce del territorio e per migliorare la qualità della vita dei luoghi in cui viviamo. Il design diventa dunque lo strumento per arrivare alla soluzione ottimale. Ma per farlo, come asserisce lo stesso Munari, occorre “smontare il problema nelle sue componenti” e scoprire i “tanti sottoproblemi”, ognuno dei quali “ha una sua soluzione ottimale, che però può contrastare con le altre”. Su questo principio, ossia l’individuazione del problema e dei sottoproblemi per ricercare le soluzioni adeguate, si basa l’intero metodo di studio e di progettazione per il presente lavoro di tesi. Nel primo capitolo, infatti, per determinare la “migliore tecnologia” per l’approvvigionamento di energia pulita, si è provveduto a confrontare informazioni, dati e statistiche riguardanti tutte le tipologie di energia in generale (da quella fossile e nucleare a quelle rinnovabili). In particolare sono state esaminate, per ciascuna fonte energetica, la disponibilità delle risorse, rispetto al territorio nazionale, e l’efficienza, in funzione dei costi e dell’evoluzione tecnologica, per individuare la tecnologia rinnovabile più replicabile sul territorio e, dunque, più affine a un progetto di design. Nel secondo capitolo, invece, l’attenzione è stata rivolta al fenomeno Smart City, ossia lo sviluppo di città sostenibili e intelligenti, “fatte – per usare un’espressione di Carlo Ratti – con meno cemento e più silicio”, in cui, oltre alle energie rinnovabili, la mobilità, la vivibilità e la riqualificazione ambientale rappresentano dei veri e propri target per il design, che può così elevarsi ad anello mancante tra la sostenibilità dell’energia e quella dello spazio fisico. Proprio in questo link stabilito dal design, le strade che non hanno un nome (come recita il titolo Where the streets have no name degli U2), vale a dire le autostrade e le tangenziali che sono identificate appena da sigle di lettere e numeri, e che appaiono così rumorose, fredde e grigie, rappresentano ilpretesto per un vero e proprio macroprodotto: una barriera acustica e fotovoltaica per autostrade e tangenziali finalizzata, non solo, all’abbattimento del rumore e, dunque, al miglioramento della qualità delle abitazioni in cui viviamo, ma anche all’approvvigionamento di energia solare, che, “alla luce” della ricerca condotta nel primo capitolo, appare come la fonte d’energia più riproducibile (dunque più “seriale”) e più fruibile sul territorio nazionale. Si pensi, infatti, all’estensione della rete stradale e ferroviaria nazionale (20.000 Km) ed ai vantaggi che la stessa rete offre all’immediata fruibilità alle utenze, limitando le dispersioni. Nel terzo capitolo, quindi, è affrontata la ricerca sui sistemi di abbattimento acustico, in cui sono state osservate dapprima le normative vigenti, che definiscono i canoni per la corretta progettazione, e, in seguito, sono state esaminate le tradizionali barriere, analizzando i processi produttivi, le modalità di assemblaggio e i parametri fisici di isolamento e assorbimento acustico che ne caratterizzano il funzionamento. In seguito ai primi tre capitoli, dedicati alla ricerca sullo stato dell’arte dei differenti problemi e sottoproblemi dello Sviluppo Sostenibile, si è finalmente passati alla definizione del brief (capitolo 4) e alla progettazione. In particolare, nel quinto capitolo, è stata esaminata dapprima la fattibilità del progetto, intesa come guadagno energetico erogabile, per valutarne la convenienza e validità. In un secondo momento, è stato illustrato l’iter progettuale, in cui sono discusse: - le valutazioni che hanno definito la forma del tunnel; - la definizione della tecnologia fotovoltaica da impiegare, integrata alla copertura; - la determinazione della forma e dei materiali per i componenti fonoisolanti, fonoassorbenti e strutturali; - la definizione della struttura e dei sistemi di fissaggio, tenuto conto delle vigenti norme tecniche delle costruzioni; - le procedure di assemblaggio e manutenzione; - lo smaltimento dei pannelli danneggiati. Per terminare, nell’ultimo capitolo, è stata stimata la producibilità energetica dell’impianto, considerando tre città caratterizzate da differenti valori d’irraggiamento. Da questa è stato quindi determinato il beneficio energetico per famiglie, il “risparmio” di emissioni di anidride carbonica e il beneficio economico, che, calcolato in accordo con le tariffe incentivanti del quinto Conto Energia (DM 5 luglio 2012), definisce il tempo di ammortamento del progetto.

Prometheus. Barriera acustica e fotovoltaica per la rete stradale e ferroviaria. Il design applicato allo sviluppo ecosostenibile degli spazi urbani

GHIGGI PERONE, GIOVANNI
2011/2012

Abstract

Un “problema di design nasce da un bisogno” è quanto affermato da L.Bruce Archer e riportato nel libro di Bruno Munari Da cosa nasce cosa. Il problema, in questo caso, è rappresentato dallo Sviluppo Sostenibile, inteso, da un lato, come bisogno di fonti di energia pulita, dall’altro come necessità di salvaguardare l’ambiente, per limitare l’inquinamento e la cementificazione feroce del territorio e per migliorare la qualità della vita dei luoghi in cui viviamo. Il design diventa dunque lo strumento per arrivare alla soluzione ottimale. Ma per farlo, come asserisce lo stesso Munari, occorre “smontare il problema nelle sue componenti” e scoprire i “tanti sottoproblemi”, ognuno dei quali “ha una sua soluzione ottimale, che però può contrastare con le altre”. Su questo principio, ossia l’individuazione del problema e dei sottoproblemi per ricercare le soluzioni adeguate, si basa l’intero metodo di studio e di progettazione per il presente lavoro di tesi. Nel primo capitolo, infatti, per determinare la “migliore tecnologia” per l’approvvigionamento di energia pulita, si è provveduto a confrontare informazioni, dati e statistiche riguardanti tutte le tipologie di energia in generale (da quella fossile e nucleare a quelle rinnovabili). In particolare sono state esaminate, per ciascuna fonte energetica, la disponibilità delle risorse, rispetto al territorio nazionale, e l’efficienza, in funzione dei costi e dell’evoluzione tecnologica, per individuare la tecnologia rinnovabile più replicabile sul territorio e, dunque, più affine a un progetto di design. Nel secondo capitolo, invece, l’attenzione è stata rivolta al fenomeno Smart City, ossia lo sviluppo di città sostenibili e intelligenti, “fatte – per usare un’espressione di Carlo Ratti – con meno cemento e più silicio”, in cui, oltre alle energie rinnovabili, la mobilità, la vivibilità e la riqualificazione ambientale rappresentano dei veri e propri target per il design, che può così elevarsi ad anello mancante tra la sostenibilità dell’energia e quella dello spazio fisico. Proprio in questo link stabilito dal design, le strade che non hanno un nome (come recita il titolo Where the streets have no name degli U2), vale a dire le autostrade e le tangenziali che sono identificate appena da sigle di lettere e numeri, e che appaiono così rumorose, fredde e grigie, rappresentano ilpretesto per un vero e proprio macroprodotto: una barriera acustica e fotovoltaica per autostrade e tangenziali finalizzata, non solo, all’abbattimento del rumore e, dunque, al miglioramento della qualità delle abitazioni in cui viviamo, ma anche all’approvvigionamento di energia solare, che, “alla luce” della ricerca condotta nel primo capitolo, appare come la fonte d’energia più riproducibile (dunque più “seriale”) e più fruibile sul territorio nazionale. Si pensi, infatti, all’estensione della rete stradale e ferroviaria nazionale (20.000 Km) ed ai vantaggi che la stessa rete offre all’immediata fruibilità alle utenze, limitando le dispersioni. Nel terzo capitolo, quindi, è affrontata la ricerca sui sistemi di abbattimento acustico, in cui sono state osservate dapprima le normative vigenti, che definiscono i canoni per la corretta progettazione, e, in seguito, sono state esaminate le tradizionali barriere, analizzando i processi produttivi, le modalità di assemblaggio e i parametri fisici di isolamento e assorbimento acustico che ne caratterizzano il funzionamento. In seguito ai primi tre capitoli, dedicati alla ricerca sullo stato dell’arte dei differenti problemi e sottoproblemi dello Sviluppo Sostenibile, si è finalmente passati alla definizione del brief (capitolo 4) e alla progettazione. In particolare, nel quinto capitolo, è stata esaminata dapprima la fattibilità del progetto, intesa come guadagno energetico erogabile, per valutarne la convenienza e validità. In un secondo momento, è stato illustrato l’iter progettuale, in cui sono discusse: - le valutazioni che hanno definito la forma del tunnel; - la definizione della tecnologia fotovoltaica da impiegare, integrata alla copertura; - la determinazione della forma e dei materiali per i componenti fonoisolanti, fonoassorbenti e strutturali; - la definizione della struttura e dei sistemi di fissaggio, tenuto conto delle vigenti norme tecniche delle costruzioni; - le procedure di assemblaggio e manutenzione; - lo smaltimento dei pannelli danneggiati. Per terminare, nell’ultimo capitolo, è stata stimata la producibilità energetica dell’impianto, considerando tre città caratterizzate da differenti valori d’irraggiamento. Da questa è stato quindi determinato il beneficio energetico per famiglie, il “risparmio” di emissioni di anidride carbonica e il beneficio economico, che, calcolato in accordo con le tariffe incentivanti del quinto Conto Energia (DM 5 luglio 2012), definisce il tempo di ammortamento del progetto.
CARBONI, MICHELE
ARC III - Scuola del Design
22-apr-2013
2011/2012
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/75803