What should be communicated in museums? To Who? By which instruments? The goal of my thesis is research the comprehension of the enjoy process used to understand contemporary artwork. In front of the complex “textuality” of museum systems it is necessary to analyze the physical field where the subjects act, like the extremes of a communication process, in order to concretely understand how the works are explained and performed. The thesis is divided in two distinct parts, the first being theoretical, aiming to understand how the new museum, metropolitan icon, has changed the dealing with the protagonist scene, causing discontent and dissatisfaction, due in part to the incomprehensible nature of contemporary art, exhibiting in a space that usually is considered “unreadable”. The second part, characterized by project, examines the difficult access to artistic work and shows four exhibit ion solutions, the purpose of these being to induce the visitor, curious or apprentice, to learn how to look and interpret. The space stops being only “visible” and starts to become “readable”, fundamental is the use of “Visual variables”, theorized by cartographer Jacques Bertin, attained by professor Narciso Silvestrini and applied in this thesis to the three-dimensional space.

Che cosa si dovrebbe comunicare nei musei? A chi? Con quali strumenti? La ricerca della mia tesi è finalizzata alla comprensione del processo fruitivo dell’opera d’arte contemporanea. Davanti alle “testualità” complesse del sistema museale è necessario ricostruire il campo fisico in cui i soggetti agiscono, come estremi di un processo comunicativo, al fine di comprendere concretamente come le opere si raccontano e si fruiscono. La tesi è divisa in due parti distinte, la prima, di carattere teorico mira a cogliere come il nuovo museo, icona metropolitana, abbia modificato i rapporti tra i protagonisti della scena, provocando malumori e insoddisfazioni legate al carattere incomprensibile dell’arte contemporanea, esposta in uno spazio che non sempre si considera leggibile. La seconda parte, dal carattere progettuale, esamina le difficoltà di accesso all’artefatto artistico e presenta quattro soluzioni allestitive, la cui finalità è indurre il visitatore, curioso o apprendista, a imparare a guardare. Lo spazio smette di essere solo visibile e inizia a divenire anche leggibile, indispensabile l’utilizzo delle “Variabili Visive”, teorizzate dal cartografo Jacques Bertin, riprese dal docente Narciso Silvestrini e applicate in questa tesi allo spazio tridimensionale.

Lo spazio leggibile. Strategie espositive per la fruizione dell'opera d'arte contemporanea

CARITÀ, FIORELLA
2011/2012

Abstract

What should be communicated in museums? To Who? By which instruments? The goal of my thesis is research the comprehension of the enjoy process used to understand contemporary artwork. In front of the complex “textuality” of museum systems it is necessary to analyze the physical field where the subjects act, like the extremes of a communication process, in order to concretely understand how the works are explained and performed. The thesis is divided in two distinct parts, the first being theoretical, aiming to understand how the new museum, metropolitan icon, has changed the dealing with the protagonist scene, causing discontent and dissatisfaction, due in part to the incomprehensible nature of contemporary art, exhibiting in a space that usually is considered “unreadable”. The second part, characterized by project, examines the difficult access to artistic work and shows four exhibit ion solutions, the purpose of these being to induce the visitor, curious or apprentice, to learn how to look and interpret. The space stops being only “visible” and starts to become “readable”, fundamental is the use of “Visual variables”, theorized by cartographer Jacques Bertin, attained by professor Narciso Silvestrini and applied in this thesis to the three-dimensional space.
ARC III - Scuola del Design
22-apr-2013
2011/2012
Che cosa si dovrebbe comunicare nei musei? A chi? Con quali strumenti? La ricerca della mia tesi è finalizzata alla comprensione del processo fruitivo dell’opera d’arte contemporanea. Davanti alle “testualità” complesse del sistema museale è necessario ricostruire il campo fisico in cui i soggetti agiscono, come estremi di un processo comunicativo, al fine di comprendere concretamente come le opere si raccontano e si fruiscono. La tesi è divisa in due parti distinte, la prima, di carattere teorico mira a cogliere come il nuovo museo, icona metropolitana, abbia modificato i rapporti tra i protagonisti della scena, provocando malumori e insoddisfazioni legate al carattere incomprensibile dell’arte contemporanea, esposta in uno spazio che non sempre si considera leggibile. La seconda parte, dal carattere progettuale, esamina le difficoltà di accesso all’artefatto artistico e presenta quattro soluzioni allestitive, la cui finalità è indurre il visitatore, curioso o apprendista, a imparare a guardare. Lo spazio smette di essere solo visibile e inizia a divenire anche leggibile, indispensabile l’utilizzo delle “Variabili Visive”, teorizzate dal cartografo Jacques Bertin, riprese dal docente Narciso Silvestrini e applicate in questa tesi allo spazio tridimensionale.
Tesi di laurea Magistrale
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2013_4_Carità

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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/75862