Bilderatlas. Di immagini e di altri luoghi

Con la caduta di ogni baluardo del sapere dell’età moderna, delle grandi “narrazioni”, viene meno la possibilità di una spiegazione unitaria del reale, e dell’informazione che ne deriva, che si disgrega diventando mera merce di scambio nell’era dei Mass-Media. In questa situazione caotica che determina il sapere nella Postmodernità emerge la necessità di un sistema di acquisizione della conoscenza che permetta di organizzare l’informazione in una rete aperta anziché una sintesi gerarchica o forzata. La tesi propone di indagare le potenzialità del Bilderatlas, o atlante di immagini, quale strumento che risponde a questi requisiti e che può costituirsi come metodologia progettuale nella contemporaneità. Il “gioco delle combinazioni” di immagini secondo associazioni libere ed inusuali, principio fondante dell’Atlas di immagini, o Bilderatlas, può diventare paradigma per raccogliere i “frammenti” di sapere derivanti da ambiti differenti e per “racchiuderli“, o meglio, accostarli all’interno di micro-spazi, sempre aperti a nuove configurazioni. L’atlante di immagini permette di fissare il pensiero, un’idea, in un “luogo“ ma la sua struttura flessibile e in costante evoluzione consente di rimescolare incessantemente le “carte in tavola” in modo da poter rielaborare continuamente il concetto; perciò il Bilderatlas può essere considerato lo strumento prediletto per il supporto al “pensiero generativo”, da utilizzare in ogni fase progettuale. Nella seconda parte della Tesi questa metodologia è stata utilizzata, come conclusione di un percorso di ricerca e con la volontà di dimostrarne le potenzialità creative, in un tentativo di rilettura del testo della Divina Commedia, un’opera di per sé complessa in quanto aperta ad una molteplicità di interpretazioni.